La Camera dei Deputati ha approvato un documento a conclusione di un’indagine conoscitiva che ha ad oggetto la connettività 5G, frutto di oltre 2 anni di lavoro e che ha coinvolto 50 esperti del settore.

Uno degli obiettivi principali di tale ricerca era quello di stabilire, sulla base delle attuali conoscenze mediche, se la connettività 5G possa essere ritenuta dannosa per la nostra salute e la risposta è che non cambia nulla rispetto ad altre tecnologie già largamente adottate da tanti anni (2G, 3G e 4G), confermando tante altre ricerche condotte anche in ambito comunitario.

Peraltro, c’è anche da sottolineare che in Italia il limite massimo di intensità del campo elettrico ammesso è pari a 6 Volt/metro (ossia dieci volte più basso di quello della maggior parte degli altri Paesi europei).

E per tutte le persone che sono spaventate dai rischi che potrebbero derivare dall’installazione delle nuove antenne 5G, il documento in questione (che potete trovare qui) chiarisce che la principale fonte di esposizione alle onde elettromagnetiche di radiofrequenza è il cellulare, che più è lontano dall’antenna a cui si appoggia, più alto è il livello di radiazioni che emette (quindi più antenne vi sono, minore dovrebbe essere l’esposizione alle radiofrequenze della popolazione).

Anche l’Antitrust appoggia il 5G

E sempre a proposito di 5G, l’Antitrust nelle scorse ore ha ribadito che le disposizioni delle amministrazioni locali con restrizioni all’installazione di antenne sono legittime nella misura in cui consentono comunque “una sempre possibile localizzazione alternativa”: in pratica, perchè siano valide non devono determinare “l’impossibilita della localizzazione”.

L’indirizzo dell’Antitrust non lascia spazio a dubbi interpretativi: “gli atti amministrativi, quali le ordinanze sindacali o altri atti di indirizzo, che vietano in tutto il territorio comunale la sperimentazione, installazione e diffusione di impianti di telecomunicazione mobile con tecnologia 5G, in attesa di dati scientifici più aggiornati, costituiscono un ostacolo assoluto e generalizzato all’installazione di impianti di telecomunicazione mobile con tecnologia 5G e rappresentano una barriera al libero dispiegarsi della concorrenza, nonché alla libertà di stabilimento e alla prestazione dei servizi da parte degli operatori di telefonia”.

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