Dal 2026, chi resterà imbottigliato nel traffico o fermo a causa dei cantieri potrà chiedere un rimborso del pedaggio, anche in misura totale. È la sorprendente novità introdotta dalla delibera 211/2025 dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti (Art), che sancisce un cambio di paradigma per il sistema autostradale italiano in quanto gli automobilisti non dovranno più “pagare comunque”, ma solo in proporzione al servizio effettivamente ricevuto.

La misura, annunciata dal presidente Nicola Zaccheo, mira a ristabilire il principio del pay per use e a garantire maggiore equità nei casi in cui la circolazione venga gravemente compromessa da lavori o incidenti. Una novità che, qualora dovesse venire attuata in maniera efficace, porrebbe l’Italia tra i primi Paesi europei a prevedere rimborsi automatici per disservizi autostradali.

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Come funzioneranno i nuovi rimborsi autostradali

Il provvedimento introduce un meccanismo progressivo che tiene conto della durata dei blocchi e della tipologia del percorso. Nei casi di traffico paralizzato per più di un’ora, gli automobilisti avranno diritto a rimborsi crescenti fino alla copertura totale del pedaggio:

  • Tra 60 e 119 minuti di blocco: rimborso del 50%.
  • Tra 120 e 179 minuti: rimborso del 75%.
  • Oltre le tre ore di fermo totale: rimborso integrale (100%).

Il sistema coprirà anche i ritardi legati ai cantieri, che negli ultimi anni hanno rappresentato una delle principali cause di disagio sulle tratte italiane. In questo caso, la soglia per ottenere il rimborso varia a seconda della lunghezza del viaggio:

  • Sotto i 30 km: rimborso garantito anche per ritardi minimi.
  • Tra 30 e 50 km: rimborso con ritardo di almeno 10 minuti.
  • Oltre 50 km: rimborso con ritardo superiore a 15 minuti.

App dedicata e gestione automatica delle richieste

Per semplificare le procedure, l’Art ha previsto lo sviluppo di una piattaforma unica nazionale accessibile tramite app o portale web, attraverso la quale gli automobilisti potranno gestire automaticamente le richieste di rimborso.

L’avvio del sistema sarà graduale:

  • Entro il 1° giugno 2026 il rimborso sarà disponibile per i blocchi e i cantieri su tratte gestite da un singolo concessionario.
  • Dal 1° dicembre 2026 verrà esteso anche ai percorsi che attraversano autostrade di più gestori.

Gli utenti potranno comunque presentare le richieste anche tramite i canali tradizionali, come i numeri verdi o i moduli online. Le stesse regole si applicheranno ai pendolari e abbonati, che avranno diritto a pari tutele e, in caso di lavori prolungati, alla possibilità di recedere dall’abbonamento se la tratta diventa difficilmente fruibile.

Chi paga i rimborsi

Uno degli aspetti più delicati riguarda l’impatto economico sui concessionari. Secondo la delibera, gli importi rimborsati agli utenti non potranno essere compensati con aumenti dei pedaggi, almeno per le nuove concessioni.

Per i contratti già in vigore è previsto un periodo transitorio fino al 2030, durante il quale i gestori potranno recuperare parzialmente le somme erogate, in misura decrescente: dal 100% nel biennio 2026-2027, fino al 25% nel 2030.

Come ha spiegato Zaccheo, la sfida sarà “contemperare i diritti degli utenti con la sostenibilità economica delle infrastrutture”, evitando che i rimborsi si traducano in costi indiretti per gli automobilisti.

La misura rappresenta una delle riforme più significative del settore negli ultimi anni, introducendo per la prima volta il principio della responsabilità diretta del concessionario per la qualità del servizio; infatti, se fino a oggi pagare il pedaggio era obbligatorio anche in caso di ore di coda o deviazioni forzate, dal 2026 il sistema premierà la trasparenza e penalizzerà i disservizi. In prospettiva, si tratta dunque di una regola che potrebbe spingere i gestori a migliorare la pianificazione dei cantieri e la gestione del traffico, riducendo le congestioni prolungate, onde evitare i rimborsi.

Per milioni di automobilisti, si tratta di un cambiamento inedito che potrebbe segnare, finalmente, l’inizio di un periodo di tutela dei diritti anche sulla rete autostradale italiana.