Elon Musk ha annunciato lo sviluppo di Grokipedia, una piattaforma alternativa a Wikipedia creata dalla sua startup xAI. L’obiettivo è quello di offrire un sistema più aperto e imparziale per la diffusione delle informazioni. Secondo Musk, Grokipedia rappresenterà un miglioramento sostanziale rispetto a Wikipedia, soprattutto per quanto riguarda la selezione delle fonti e la libertà editoriale.

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Cos’è e come funziona Grokipedia

L’iniziativa arriva dopo le recenti critiche di Larry Sanger, cofondatore di Wikipedia, che ha espresso forti riserve sulle attuali pratiche editoriali della piattaforma. In particolare, Sanger ha denunciato una gestione parziale delle fonti, che a suo dire tenderebbe a escludere in modo sistematico testate considerate conservatrici come Fox News, Daily Caller e New York Post. Al contrario, secondo il fondatore, media progressisti come CNN, New York Times e Mother Jones godrebbero di una posizione privilegiata come fonti considerate affidabili.

Durante un’intervista, Sanger ha anche sollevato un’altra questione, affermando che l’85% degli account editoriali più influenti su Wikipedia è gestito da utenti anonimi. Questo gruppo ristretto è stato da lui soprannominato Power 62, una definizione che mette in luce la concentrazione del potere decisionale editoriale in poche mani non identificate. Musk ha condiviso queste osservazioni su X, sottolineando la stranezza della situazione e rilanciando con toni ironici l’idea di rinominare Wikipedia in Wokipedia. Un modo provocatorio per evidenziare quella che, a suo avviso, è una deriva ideologica progressista ormai evidente nella gestione dei contenuti dell’enciclopedia online.

In risposta a queste critiche, Musk ha presentato quindi Grokipedia come una tappa fondamentale nella missione più ampia di xAI. La startup punta infatti a costruire strumenti in grado di comprendere e spiegare la realtà attraverso l’intelligenza artificiale. La nuova piattaforma, nelle intenzioni del suo ideatore, sarà caratterizzata da una maggiore apertura verso il pluralismo delle fonti e da un sistema di verifica meno opaco rispetto a quello attualmente in uso su Wikipedia. Alla base ci sono le stesse dinamiche che all’inizio dell’anno hanno portato Meta a rimuovere il sistema del fact-checking in favore delle Community Notes.

L’approccio di Musk alle nuove tecnologie

Il lancio di Grokipedia, al netto del successo che potrà avere, segue altri annunci che nel corso degli anni hanno contraddistinto non solo l’attività imprenditoriale, ma anche la comunicazione di Elon Musk. In passato, infatti, Musk ha più volte lanciato o sposato iniziative che in qualche modo hanno sfidato realtà già presenti. Nel 2017, per esempio, Musk ha finanziato un progetto chiamato Thud, pensato come una piattaforma satirica per commentare eventi reali con ironia. L’idea era quella di costruire un’alternativa umoristica alle testate mediali esistenti. Più recentemente, nel 2022, Musk ha acquisito Twitter, poi rinominata X, che ha portato a diverse modifiche alla piattaforma con l’obiettivo di sfidare il modello dei social media e il modo in cui le piattaforme tradizionali gestiscono i contenuti.

Gli esempi potrebbero continuare citando non solo le iniziative in ambito tecnologico (tra cui Grok, definita da Musk come il modello AI più intelligente al mondo), ma anche per esempio la fondazione di The Boring Company con lo scopo di rivoluzionare il trasporto urbano tramite tunnel sotterranei ad alta velocità. Anche in questo caso l’idea di fondo è quella di sfidare il modello convenzionale di progettazione delle infrastrutture urbane.

Con Grokipedia, quindi, Musk non si limita a costruire un’alternativa tecnologica, ma lancia una sfida culturale al modo in cui la conoscenza viene oggi selezionata, validata e diffusa online. Resta da vedere se la nuova piattaforma saprà davvero coniugare pluralismo informativo e qualità editoriale, o se diventerà essa stessa oggetto di critiche, come già avvenuto in passato per altre iniziative di Musk, per mancanza di equilibrio.

Restano però due elementi molto interessanti. Da una parte il possibile confronto con Wikipedia, essa stessa spesso oggetto di critiche per la gestione opaca delle fonti, l’influenza ideologica di alcuni gruppi editoriali e la scarsa trasparenza nei meccanismi di verifica. Dall’altra parte l’interesse per l’informazione, che riporta l’attenzione sul rapporto sempre più stretto tra tecnologia, conoscenza e potere, sollevando interrogativi su chi controlla davvero la narrazione dei fatti e su quali strumenti saranno considerati autorevoli nell’ecosistema digitale del futuro.