Colpo di scena nel mercato globale dell’hardware IA, il presidente statunitense Donald Trump ha dichiarato che potrebbe consentire a NVIDIA e AMD di vendere in Cina versioni depotenziate delle loro GPU di ultima generazione, a patto che una parte consistente dei ricavi finisca direttamente nelle casse del governo USA.
Secondo quanto riportato, l’accordo prevede che le aziende paghino il 15% dei ricavi derivanti da tali vendite all’amministrazione federale, in cambio riceverebbero il via libera per spedire sul mercato cinese dispositivi come le GPU NVIDIA Blackwell e le AMD Instinct MI308, seppur con prestazioni significativamente ridotte, tra il 30% e il 50% rispetto alle versioni originali.
Trump potrebbe dare il via libera alla vendita di GPU IA alla Cina
Ridurre la potenza di calcolo di un acceleratore IA di fascia alta come NVIDIA B100 del 50% può sembrare una penalizzazione pesante, ma i numeri raccontano un’altra storia; anche con questo taglio i valori stimati parlano di circa 900 TFLOPS FP16/BF16 e fino a 3,5 PFLOPS FP4 per addestramento e inferenza IA, livelli ancora irraggiungibili per qualsiasi GPU prodotta in Cina.
Per fare un confronto, oggi le aziende cinesi possono al massimo ottenere la H20 HGX di NVIDIA, un modello appositamente limitato per rispettare le restrizioni USA, che offre 148 TFLOPS FP16/BF16 e 296 TFLOPS FP8; questo significa che anche una Blackwell dimezzata sarebbe diversi ordini di grandezza più veloce.
La mossa non arriva dal nulla, Trump ha infatti confermato di aver già approvato un accordo che permette a NVIDIA di vendere H20 HGX in Cina, sempre con la clausola del 15% dei ricavi al governo USA, una strategia che potrebbe ora estendersi anche alle GPU Blackwell e agli acceleratori IA di AMD, consentendo spedizioni più rapide e margini di guadagno più elevati per i produttori.
Questa politica rappresenterebbe un cambio di rotta rispetto alle restrizioni della precedente amministrazione, che avevano imposto limiti severissimi alle performance delle GPU destinate alla Cina per ragioni di sicurezza nazionale.
Se da un lato le aziende interessate potrebbero accogliere positivamente l’apertura, grazie alla possibilità di incrementare vendite e utili, dall’altro non mancano le critiche; i falchi della politica estera statunitense, contrari a qualsiasi allentamento delle restrizioni tecnologiche, preferirebbero limitare ulteriormente la potenza dei chip venduti alle aziende cinesi.
Resta ora da capire se questa proposta si tradurrà in una politica concreta e, soprattutto, quanto velocemente i modelli depotenziati potranno arrivare sul mercato; quel che è certo è che, anche a mezzo servizio, le GPU Blackwell e le Instinct MI308 resterebbero armi potentissime nella corsa all’intelligenza artificiale.
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