Il mondo dei browser è sempre stato terreno di battaglia per colossi come Google, Microsoft e Apple. Dopo anni di stagnazione in questo segmento, i chatbot di intelligenza artificiale generativa hanno dato slancio a un’ondata di browser alimentata dall’IA che stanno cavalcando il cambio di paradigma nel panorama della ricerca online, dalle classiche ricerche Google alle domande ai chatbot IA, con tutte le conseguenze, positive e negative, che comporta.

Detto questo, il settore dei browser basati su IA non è mai stato così in fermento: pensiamo a Dia, il nuovo prodotto di The Browser Company (l’azienda che ha creato Arc, per intenderci), Neon, il browser di Opera che viene definito il primo “browser agentico” alimentato dall’intelligenza artificiale.

A questi prodotti si uniscono i rumor sempre più insistenti di una OpenAI pronta a lanciare un browser IA per sfidare apertamente Google.

Eppure, oggi, un nuovo sfidante si affaccia in questa affollata arena con ambizioni decisamente fuori dal comune: si chiama Comet, ed è il primo browser sviluppato da Perplexity, la startup già nota per il suo motore di ricerca IA.

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Comet di Perplexity si unisce alla corsa dei browser IA: non solo risposte ma anche assistente agentico

Comet non è un semplice browser con funzioni intelligenti ma promette di essere una vera e propria scommessa su come, in futuro, navigheremo online: un’esperienza fluida, potenziata dall’intelligenza artificiale e centrata non tanto sulla ricerca tradizionale, quanto sulla capacità di ottenere risposte, prendere decisioni e persino agire al nostro posto.

A guidare questa visione c’è Aravind Srinivas, CEO di Perplexity, che non usa mezzi termini: “Comet trasforma un’intera sessione di navigazione in un’interazione unica e senza soluzione di continuità”.

Comet nasce come estensione naturale della filosofia di Perplexity, che punta a superare i limiti dei tradizionali motori di ricerca, offrendo risposte dirette e contestualizzate.

Dal punto di vista tecnico, il browser è costruito su Chromium, il progetto open source sponsorizzato da Google che alimenta anche Chrome, Edge e altri browser moderni come quelli citati in apertura.

Peraltro, Perplexity, ha espresso in passato l’interesse per l’acquisto di Chrome nel caso in cui Google fosse costretta a venderlo a seguito delle indagini antitrust in corso.

Srinivas non ha mai nascosto la sua critica verso il monopolio di Mountain View, arrivando a dichiarare che “Google avrebbe “bullizzato” molti OEM” se non fosse stato per il processo antitrust in atto.

Tornando al prodotto in sé, il vero cuore pulsante di Comet è il suo assistente IA integrato, posizionato in una barra laterale.

L’assistente può rispondere a domande relative a ciò che l’utente sta visualizzando, spiegare o riassumere testi complessi, ma anche svolgere veri e propri compiti “agentici” che lo differenziano da altri browser IA e lo avvicinano all’idea di Opera con Neon: prenotare un volo, inviare un’email, acquistare un prodotto o fissare un appuntamento.

Con questa implementazione, l’IA non è più un chatbot al lato da richiamare quando si cercano risposte bensì è un compagno di navigazione pronto ad assistere l’utente in qualsiasi momento.

Inoltre, Comet gioca una carta unica in quanto integra nativamente il motore di ricerca Perplexity come predefinito. Oltre a questo, come saprete Perplexity è già riuscita a espandere la portata dei propri modelli grazie all’accordo siglato con Motorola per pre-installare il proprio assistente IA sui nuovi Razr.

Srinivas ha già anticipato che Comet non si fermerà qui; il browser riceverà continui aggiornamenti, con nuove funzioni e capacità.

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Un accesso (per ora) esclusivo

La nota dolente è il prezzo e la disponibilità: per ora, il browser è disponibile esclusivamente per chi sottoscrive il piano Perplexity Max, dal costo di 200 dollari al mese.

Questa mossa, nonostante possa sembrare poco popolare, serve a testare e perfezionare la piattaforma con un numero ristretto di utenti prima di un lancio più ampio che, a detta del CEO di Perplexity, avverrà in un secondo momento con modalità su invito, la stessa soluzione adottata da altri browser e applicazioni.

Comet è già disponibile per Windows e Mac, e consente di importare estensioni, impostazioni e segnalibri “con un solo click”, semplificando la transizione da altri browser.

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