A pochi giorni dall’annuncio dell’acquisizione di Runna, un’app di preparazione sportiva per la corsa, nella giornata di ieri Strava ha lanciato “Previsioni delle prestazioni“, una novità dedicata ai podisti, almeno per il momento.
Si tratta di una funzione basata sull’intelligenza artificiale che, utilizzando lo storico dei dati che l’utente carica sulla piattaforma, è in grado di prevedere i tempi necessari per correre determinate distanze: i 5.000 e i 10.000 metri, la mezza maratona e la maratona. È già disponibile, ma riservata a chi ha un abbonamento a pagamento a Strava.
Come funzionano le Previsioni delle prestazioni di Strava basate sull’AI
È una funzione che rientra nella categoria degli strumenti basati sull’intelligenza artificiale, un pacchetto di funzionalità denominato Athlete Intelligence su cui Strava sta lavorando dallo scorso autunno. Servono per verificare i propri progressi, ottenere maggiori dati sulle prestazioni e avere dei feedback personalizzati in base alle attività caricate su Strava, il più famoso social per sportivi dedicato soprattutto agli sport outdoor di resistenza.
Le “Previsioni delle prestazioni” sono in sostanza un esempio di come l’intelligenza artificiale e l’archivio degli allenamenti di corsa caricati su Strava può diventare uno strumento prezioso per avere un quadro più chiaro di ciò che è nelle proprie corde in base allo stato di forma attuale.
Funziona tramite un modello di machine learning che analizza più di 100 punti dati dell’utente e attinge dai dati caricati su Strava da corridori simili per caratteristiche (stato di allenamento, età, eccetera), confrontandoli e analizzandoli per fornire delle previsioni sul livello di forma attuale dell’utente, previsioni che si aggiornano automaticamente dopo ogni corsa adattandosi anche durante i periodi di riposo, ha spiegato Strava.
Per visualizzare le Previsioni delle Prestazioni, occorre andare nella sezione Progressi del proprio profilo e caricare su Strava almeno 20 attività di corsa in 24 settimane (circa 5 mesi e mezzo), requisito minimo affinché la funzione possa avere dati sufficienti per fornire delle previsioni accurate.
Ne risultano delle informazioni che tornano utili agli utenti per calibrare meglio gli allenamenti, monitorare i progressi e, soprattutto, per avere una stima dei tempi e del probabile ritmo che si è in grado di sostenere su determinate distanze, come appunto i 5.000 e i 10.000 metri, la mezza maratona o la maratona. Almeno per il momento, le “Previsioni delle prestazioni” non considerano le diverse superfici del terreno né le variazioni altimetriche, fornendo quindi delle stime in relazione a percorsi pianeggianti.

Anche Garmin integra su alcuni suoi smartwatch una funzione simile nota come “Previsione del tempo di gara” o “Race Predictor”, strumento basato sullo storico dei dati di allenamento degli utenti e sulle stime del VO2 Max che fornisce delle previsioni del ritmo che l’utente può mantenere per le stesse quattro differenti distanze menzionate.
A differenza di altri predittori di gara che si basano su input teorici come la stima del VO2 max, Strava utilizza solo dati di attività reali per prevedere i risultati di gara. Il sistema sfrutta anche le prestazioni di atleti con una storia di allenamento simile, per cui i tempi stimati sono realistici e si basano sui risultati ottenuti da altri utenti con capacità simili. I tempi per ogni distanza di gara sono calcolati in modo indipendente, il che porta a una maggiore precisione. Ad esempio, un atleta che si allena per la maratona – correndo più volume settimanale e concentrandosi su intervalli più lunghi – potrebbe vedere un miglioramento significativo nelle previsioni per la mezza maratona e la maratona, ma non un miglioramento equivalente nelle previsioni per le distanze più brevi. Allo stesso modo, un atleta che si concentra sulle distanze più brevi, enfatizzando la velocità e la potenza nel suo allenamento, può vedere un miglioramento maggiore nelle sue previsioni per i 5K e i 10K rispetto alle distanze maggiori, dove queste capacità sono meno importanti.
È quanto spiegava Strava alcuni giorni prima del lancio di “Previsioni delle prestazioni”, funzione che, come anticipato, è riservata agli abbonati, ovvero a chi possiede un piano individuale (costa 9,99 euro al mese o 5 euro al mese con un impegno annuale), un piano studenti (2,50 ero al mese con impegno annuale) o un piano familiare (99,99 euro all’anno per 4 account diversi).
Si tratta in ogni caso di una funzione interessante e utile ma ancora limitata, sia per le questioni anticipate (terreni e altimetrie diversi non considerati) sia perché esclusiva di quelle quattro distanze specifiche. Ma è evidente che le potenzialità siano molte, come anticipato, perché una soluzione simile potrebbe sfruttare il grande bacino di utenti di Strava e l’enorme mole di dati delle attività da essi caricate sulla piattaforma per fornire una quantità di previsioni molto maggiore, non soltanto limitata alla corsa, ma anche ad altri sport.
Per esempio, sembrano alla portata le stime dei tempi di percorrenza dei segmenti (tratti di strada cronometrate in cui gli utenti si possono sfidare virtualmente) o perfino dei percorsi creati con Strava, sia di mountain bike che di trail running o altre attività, stime personalizzate sulla base delle attività svolte in precedenza dall’utente, proprio come quelle per la corsa.
Foto di copertina: Dirima / Shutterstock
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