È da boomer sostenere che la tecnologia ha contribuito in alcuni casi a peggiorare le cose e non necessariamente a migliorarle? Non si tratta, meglio specificarlo da subito, di essere contrari all’innovazione o che “si stava meglio quando si stava peggio”, ma di poter fare un’analisi critica di alcuni fenomeni. Motivo per cui probabilmente le tastiere degli iPhone sono da considerare corresponsabili del peggioramento della nostra (in)capacità di scrittura.

Perché Apple sarebbe responsabile del declino della punteggiatura?

Forse non ci facciamo caso, come accade per molte cose che sono diventate così familiari da non sembrare più evidenti, ma da molti anni le tastiere degli iPhone non prevedono tasti dedicati alla punteggiatura. Ovviamente ci sono, ma nascosti dietro il tasto 123.

Questa scelta di Apple è vista come responsabile dell’incapacità, specie delle nuove generazioni (ma non solo), di utilizzare la punteggiatura nei loro messaggi e contenuti online. È un fenomeno complesso e nessuna spiegazione semplicistica risulterebbe realmente esaustiva. Alcune tendenze della lingua scritta non sono quindi in rapporto di causa ed effetto con il cambio del layout delle tastiere degli smartphone, ma è impensabile non considerare anche questo elemento.

Bisogna considerare anche come gli iPhone siano molto popolari tra le nuove generazioni, e come, in un’epoca di tweet, messaggi e post sui social sempre più frequenti e frenetici, non avere i tasti per la punteggiatura a portata di mano porti semplicemente a non utilizzarli. Con un’aggravante: a non utilizzarli sono anche coloro che, altrimenti, inserirebbero punti e virgole all’interno dei loro messaggi. Considerando la rapidità con cui scriviamo i messaggi, dover interrompere ogni volta la digitazione di una frase per inserire una virgola o un punto (gli elementi base della punteggiatura) diventa frustrante; per questo motivo, molti vi rinunciano.

Se è vero che le comunicazioni informali (come i messaggi su WhatsApp, altre app di messaggistica e forse anche i commenti ai post sui social) non richiedono il rigoroso rispetto della grammatica, è altrettanto vero che, spesso, anche nei contesti formali si è persa la capacità di scrivere correttamente.

La punteggiatura non è qualcosa di accessorio e non si tratta nemmeno di essere pedanti della grammatica. Si tratta di ragionare su un fenomeno confermato da diverse ricerche, che evidenziano come il problema non sia tanto la rinuncia all’uso della punteggiatura, quanto i suoi effetti. La punteggiatura è il mezzo, la capacità di comunicare è il fine. E senza la capacità di padroneggiare questo mezzo si finisce per non riuscire a farsi capire. Sia negli stessi contesti informali che poi in quelli formali delle aule scolastiche o dei contesti professionali.

Non si tratta nemmeno di fare moralismo linguistico, ma di registrare un fenomeno (l’assenza di punteggiatura e l’incapacità di usarla correttamente) e individuarne le cause. E le scelte del design delle tastiere degli iPhone sono a tutti gli effetti corresponsabili di questo andamento. Anche considerando come su Android, invece, sia con Gboard che con altre tastiere, i pulsanti per il punto e per la virgola ci sono senza sacrificare l’estetica o la funzionalità.

Con iOS 18, Apple ha mantenuto questa scelta che ormai da una decina di anni contraddistingue gli iPhone. Vedremo se in futuro le cose cambieranno. La lingua, infatti, è qualcosa di vivo e non è da escludere che in futuro possa ritornare di moda l’uso della punteggiatura. Così che anche gli smartphone si dovranno adeguare.