Da ormai diversi mesi l’intelligenza artificiale è diventata l’argomento più discusso dagli appassionati di innovazione tecnologia, e strumenti come ChatGPT sono ormai parte integrante della quotidianità di molti professionisti. Le grandi società tech sono impegnate in una corsa allo sviluppo del modello linguistico più potente e rilasciano continuamente nuovi aggiornamenti dei loro chatbot, rendendoli sempre più sofisticati ed efficienti. Recentemente è stato presentato un modello che sembra imporsi sul mercato come uno dei più validi rivali di ChatGPT.

Un nuovo e potente chatbot di intelligenza artificiale

Lunedì 4 marzo, Anthropic ha presentato al mondo Claude 3, un chatbot e una suite di modelli di intelligenza artificiale che l’azienda stessa ha definito senza troppa modestia “i più veloci e potenti finora sviluppati“. La compagnia, fondata da ex dirigenti di ricerca di OpenAI, ha tra i suoi sostenitori istituzioni come Google, Salesforce e Amazon, e ha chiuso cinque diversi accordi di finanziamento nell’ultimo anno, per un totale di circa 7,3 miliardi di dollari. Traguardi di tutto rispetto, soprattutto se si considera che l‘anno scorso Anthropic era considerata una promettente startup di AI generativa, ma aveva lanciato la prima versione del suo chatbot senza suscitare grande clamore.

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L’annuncio del nuovo chatbot, invece, ha subito destato grande curiosità tra gli appassionati, date le caratteristiche che si preannunciano decisamente interessanti. Secondo quanto dichiarato da Anthropic, il nuovo modello ha la capacità di riassumere fino a circa 150.000 parole. Per dare un’idea del potenziale di uno strumento del genere, basta pensare che ChatGPT riesce a riassumere circa 3.000 parole. E le novità non finiscono affatto qui.

Le caratteristiche fondamentali di Claude 3

I potenziali risvolti di uno strumento così potente sono subito evidenti. La capacità di elaborare testi lunghi fino a 150.000 parole significa che Claude 3 può gestire un libro di dimensioni considerevoli come “Moby Dick” o “Harry Potter e i Doni della Morte”. La sua versione precedente poteva invece riassumere “solo” 75.000 parole.

In un’intervista per l’emittente americana CNBC, la co-fondatrice di Anthropic Daniela Amodei ha anche sottolineato che Claude 3 gode di una migliore comprensione del rischio nelle risposte rispetto alla sua versione precedente: Nel tentativo di avere un modello altamente innocuo, Claude 2 troppo spesso si rifiutava di rispondere quando qualcuno si avvicinava ad argomenti più piccanti“. Sembra invece che Claude 3 abbia la capacità di comprendere il prompt analizzandone le diverse sfumature possibili.

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Ad arricchire l’esperienza degli utenti c’è anche la possibilità di interagire con il chatbot in maniera multimodale, cioè fornendo come prompt immagini o video. Questa caratteristica è destinata ad avere sempre più rilevanza nel contesto dell’IA, come confermato anche dal COO di OpenAI, Brad Lightcap, sempre in un’intervista per la CNCB. “Se pensate al modo in cui elaboriamo il mondo e interagiamo con esso, noi umani vediamo cose, sentiamo cose, diciamo cose: il mondo è molto più grande del testo. Secondo noi, la possibilità di interagire con un chatbot solo tramite il testo e il codice è fortemente limitante, per quanto potenti questi modelli possano essere“.

La multimodalità, d’altra parte, ha anche evidenziato i suoi potenziali rischi negli ultimi mesi. Google, ad esempio, ha recentemente dismesso il generatore di immagini IA parte del suo chatbot Gemini, dopo che gli utenti hanno lamentato imprecisioni e risposte discutibili, subito diventate virali sui social media. Claude 3 di Anthropic, invece, non genera immagini: permette solo agli utenti di caricare immagini e altri documenti per l’analisi.

Tre diversi strumenti

La famiglia di Claude 3 è composta da tre strumenti diversi: Claude 3 Opus, Sonnet e Haiku. La compagnia ha dichiarato che il modello più capace dei nuovi è Opus, uno strumento che è stato in grado anche di superare il GPT-4 di OpenAI e il Gemini Ultra di Google nei test di benchmark del settore.

Secondo quanto dichiarato da Anthropic sul suo portale, Opus è la scelta ideale per applicazioni che richiedono una profonda analisi cognitiva e una capacità di elaborazione di dati estesa, come l’automazione di compiti complessi attraverso API e database o l’analisi di dati finanziari e tendenze di mercato.

Gli altri modelli, Sonnet e Haiku, sono più compatti e meno costosi di Opus. Sonnet offre la combinazione ottimale tra velocità e intelligenza ed è particolarmente adatto per carichi di lavoro aziendali che richiedono risposte rapide ma approfondite. È ottimo nei compiti di elaborazione dei dati o per l’automazione di compiti ripetitivi.

Haiku si distingue invece per la sua incredibile velocità , offrendo risposte quasi istantanee che lo rendono ideale per creare esperienze utente che imitano le interazioni umane. È il modello più economico, progettato per applicazioni come il supporto clienti, le traduzioni o l’ottimizzazione di processi come la logistica e la gestione dell’inventario.

Sonnet e Opus sono già disponibili in 159 paesi, mentre Haiku arriverà presto, secondo Anthropic.

Il futuro di Claude 3

Concludendo il suo intervento sulla CNBC, Amodei ha dichiarato: “Certo nessun modello è perfetto, e penso che sia molto importante dirlo in anticipo. Abbiamo provato a fare in modo che questi modelli siano l’incrocio tra capacità e sicurezza. Naturalmente ci saranno casi in cui il modello ancora inventa qualcosa di tanto in tanto“.

Sul portale di Anthropic, nel frattempo, si legge che l’azienda prevede di rilasciare aggiornamenti frequenti alla famiglia di Claude 3 nei prossimi mesi. Le novità saranno mirate a migliorare la possibilità di utilizzo in contesti aziendali e a rendere questi modelli sempre più diffusi, il tutto mantenendo sempre alti i livelli di sicurezza.