Il futuro di Chrome OS — il leggero sistema operativo di Google che muove quella particolare categoria di computer identificati conseguentemente come Chromebook — passerà attraverso un miglioramento che renderà l’app proprietaria Files molto più funzionale e un cambiamento che potrebbe rendere il comportamento dell’OS con le PWA più simile a quello della concorrenza.

Files per ChromeOS: nuovi filtri di ricerca

L’app Files costituisce il gestore di file predefinito dei Chromebook e nel corso degli ultimi anni ha subito una lunga serie di modifiche. L’applicazione riveste un ruolo di primaria importanza nell’economia dell’utilizzo quotidiano di Chrome OS, in quanto consente di accedere e gestire sia i file archiviati localmente sul computer che quelli salvati in cloud; al contempo, la stessa app può essere utilizzata per gestire file Android e Linux. Sebbene non possa essere considerata come un rimpiazzo del client web di Google Drive, Files presenta i suoi pregi e presto la lista potrebbe crescere ulteriormente.

Nel ramo Canary di ChromeOS è in corso il test di una nuova serie di filtri di ricerca che vengono mostrati unicamente nel momento in cui l’utente vada ad eseguire una ricerca. Questi nuovi filtri comprendono: una suddivisione dei file trovati per tipologia — i.e. audio, documenti, immagini e quant’altro —, una scrematura basata sulla data di creazione — oggi, ieri, la settimana scorsa, il mese scorso, lo scorso anno — e la loro posizione (ovunque, su questo Chromebook, in questa cartella). Si tratta, a ben vedere, di smart chips che appaiono dinamicamente in cima alla schermata di Files ricordando altre implementazioni simili in app di Google come Gmail e Drive.

Allo stato attuale, la novità non è ancora disponibile per tutti gli utenti, tuttavia si tratta di una piccola grande aggiunta che potrebbe tornare estremamente utile nel quotidiano, migliorando sensibilmente l’esperienza d’uso di un Chromebook, sia in contesti privati che — soprattutto — professionali.

Il cambiamento descritto dovrebbe essere parte del rinnovamento di Files secondo i dettami del Material You, che gli ha donato un design nettamente più moderno e in linea con quello adottato da Google su Android; nel prossimo futuro, questo nuovo design language dovrebbe raggiungere anche l’intero sistema operativo Chrome OS.

Avvio automatico delle PWA in arrivo su ChromeOS? Forse

Nel futuro prossimo di Chrome OS di Google potrebbe trovare posto anche l’avvio automatico delle PWA (Progressive Web App) all’avvio del dispositivo. Una novità di questo genere, come detto, potrebbe avvicinare significativamente l’esperienza d’uso di tale OS a quella di Windows, MacOS e Linux. Se da una parte alcuni utenti potrebbero non esultare all’idea di app capaci di avviarsi in maniera automatica all’inizio di ogni nuova sessione di utilizzo di Chrome OS, i vantaggi di una scelta di questo tipo — con la possibilità di scegliere poche funzioni essenziali da avere sempre a disposizione — sarebbero sicuramente maggiori rispetto agli effetti collaterali.

Chiariamo subito che la novità in discorso non è ancora disponibile in questo momento ed è stata scovata dalla fonte grazie ad alcune modifiche apportate da Google a livello di codice.

chrome os pwa avvio automatico

Il dibattito su questa funzione va avanti sin dallo scorso agosto e trovate il thread a questo link, qui vi basti sapere che si è parlato di come rendere tale funzione di facile gestione, di un’eventuale estensione alle app per Android e della sua conciliabilità con le “tre S di Chrome OS”: speed, simplicity e security.

Per ora, la funzione è pensata unicamente per l’avvio del sistema operativo, ogni discorso sul futuro appare dunque prematuro. Il flag sperimentale chrome://flags#enable-run-on-os-login è appena confluito nel codice, tuttavia non risulta ancora disponibile su alcuna build del sistema operativo. All’atto pratico, ci potrebbe essere un prompt da visualizzare all’installazione di una PWA per far optare o meno l’utente per il suo avvio automatico. Tra le altre cose, è stato fatto notare come Microsoft abbia già una soluzione del genere e, essendo Edge costruito su Chromium, ha perfettamente senso che questa venga almeno in parte replicata.

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