Sono Motors ha annunciato la propria decisione di abbandonare il progetto dell’auto solare Sion. La startup di stanza a Monaco di Baviera, non è infatti riuscita a raccogliere un interesse sufficiente da parte degli investitori e le risorse per poter avviare la produzione e ha quindi deciso di gettare la spugna nel preciso intento di riservare i propri sforzi alla costruzione di pannelli solari per veicoli di terze parti. Almeno per quanto riguarda la società tedesca, si tratta del tramonto di un sogno che, pure, aveva destato un notevole interesse.

Sono Motors dice addio alla sua auto solare

Sono Motors è stata fondata nel 2016 e dopo avere attraversato un periodo di grandi difficoltà finanziarie che sembravano l’anticamera al fallimento sembrava averle finalmente risolte, da qualche settimana a questa parte. Tanto da spingere i vertici societari a dichiararsi fiduciosi sui progetti relativi all’auto solare Sion, con tanto di avvio dei crash test sui primi prototipi.

Una fiducia che è stata però spazzata via dagli ultimi eventi. Sono Motors aveva infatti lanciato un round di finanziamenti all’inizio del passato mese di dicembre, da cui pensava di poter trarre linfa vitale per portare avanti un piano estremamente ambizioso, ovvero 100 milioni di euro. In cambio offriva ai potenziali acquirenti uno sconto pari a 3mila euro su un veicolo preordinato.

Una campagna la quale era andata in scena in 13 città del vecchio continente per far conoscere il progetto e suscitare interesse intorno ad esso. In effetti sono state raccolte oltre 21mila prenotazioni, che a quanto sembra non sono comunque sufficienti per andare avanti, almeno secondo la dirigenza dell’azienda e ora non è chiaro cosa accadrà. Secondo le prime indiscrezioni, comunque, la società dovrebbe procedere prossimamente alla restituzione delle caparre in questione.

Cosa accadrà ora a Sono Motors?

Sion, il modello che doveva essere prodotto da Sono Motors, avrebbe dovuto avere un prezzo di listino pari a 25mila euro. Con la decisione presa il progetto tramonta definitivamente, con la conseguente perdita del posto di lavoro dei 300 dipendenti che prestavano la propria manodopera per portarlo avanti.

Un destino analogo a quello di Thomas Haush, il CEO che ha già fatto sapere di aver rinunciato alla sua carica. Chi prenderà il suo posto dovrà occuparsi di un’attività molto diversa, ovvero la produzione di celle solari destinate a veicoli prodotti da altri marchi. Da sottolineare, peraltro, che la tecnologia brevettata dall’azienda teutonica è già montata su ben 23 modelli di aziende come Volkswagen e Mitsubishi, oltre che sui camion di Scania e MAN.

Non resta quindi che attendere ulteriori delucidazioni, avendo però chiaro un punto ben preciso: Sion non vedrà più la luce e saranno altri a portare avanti progetti sulle auto solari, i quali almeno per ora sembrano destinati a stentare.

L’auto solare non decolla

La decisione presa da Sono Motors conferma il non felice momento attraversato dalle auto solari. A testimoniarlo la recente decisione presa da Lightyear, la rinuncia alla produzione del modello 0, ritenuto troppo costoso, per passare direttamente al 2, il cui arrivo è previsto nel corso del 2025, con prezzi intorno ai 40mila euro, ritenuti ideali per poter attrarre una fetta di acquirenti all’altezza della sfida e, soprattutto, in grado di giustificare gli investimenti effettuati.

Le auto a pannelli solari rappresentano in effetti una sfida di non poco conto per l’automotive. Nel corso degli ultimi anni sono stati presentati molti progetti, i quali non sono però riusciti a sfondare come l’auto elettrica nell’opinione pubblica e nelle autorità politiche. Tra quelli che sembrano avere le maggiori possibilità di arrivare prossimamente su strada, occorre elencarne in particolare due:

  1. Solar City Car, progetto di Squad Mobility, una startup olandese che ha deciso di produrre un veicolo il quale può essere guidato da tutti coloro che hanno compiuto i sedici anni di età. Dotato di due posti a sedere, monta un pannello fotovoltaico sul tettuccio ed è in grado di arrivare ad un’autonomia pari a 20 chilometri, configurandosi quindi come un veicolo da utilizzare negli spostamenti brevi che hanno luogo all’interno dei grandi centri abitati;
  2. Lightyear One, presentata già nel corso del 2019, sotto forma di berlina in grado di spingere la propria autonomia sino a 725 chilometri. Ormai entrata nella fase dei test, ha dimostrato di poter onorare le premesse, tanto da arrivare negli ultimi a 710. A renderne possibile il conseguimento è in particolare una scocca realizzata in alluminio e carbonio, quindi estremamente leggera, oltre ad una batteria da 60 kWh.

Se questi sono i progetti al momento più avanzati, la speranza è naturalmente che nel futuro ne arrivino altri e che, soprattutto, sia possibile reperire i finanziamento necessari per permetterne l’effettivo lancio sul mercato. Su questo, però, in molti nutrono dubbi sostanziati dalla realtà.

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