Nei giorni scorsi sia TIM che WINDTRE hanno iniziato a comunicare ai propri clienti l’introduzione di una nuova clausola legata all’inflazione. Nota come clausola ISTAT, si tratta di una modifica che entrerà in vigore il prossimo anno ma che, per vari motivi, sta creando vari malcontenti fra i clienti e le stesse associazioni che tutelano i consumatori.

Si tratta in breve di una rimodulazione che, una volta entrata in vigore, diventerà un semplice adeguamento che andrà a coinvolgere alcune offerte telefoniche di linea fissa e mobile degli operatori telefonici suddetti (Vodafone, Iliad e gli altri ne sono esclusi, almeno per ora).

I prezzi dei piani coinvolti andranno di conseguenza  a variare in base a un indice di inflazione rilevato dall’ISTAT, rendendo il tutto instabile e meno trasparente per i clienti, oltre che di anno in anno più costoso. A seguire vi spieghiamo i dettagli da sapere e come tutelarsi.

Come funziona la clausola ISTAT di TIM e WINDTRE

Da parte di WINDTRE questa è la comunicazione relativa a tale adeguamento dei prezzi delle offerte telefoniche mobili e fisse, che entreranno in vigore a partire dal 1° febbraio 2023 ma che saranno effettive dal prossimo anno:

Il cliente prende atto e accetta che, da gennaio 2024, in caso di variazione annua positiva dell’indice nazionale dei prezzi al consumo FOI rilevata da ISTAT nel mese di ottobre dell’anno precedente, WINDTRE ha titolo di aumentare il prezzo mensile del Servizio di un importo percentuale pari alla variazione di tale indice o comunque pari almeno al 5% ove tale variazione fosse inferiore a detta percentuale. L’adeguamento, applicato entro il primo trimestre di ciascun anno, non costituisce una modifica contrattuale ai sensi dell’art. 2.4 delle Condizioni Generali di Contratto e, pertanto, non conferisce al Cliente diritto di recesso senza costi dal Contratto.

Il problema è che, una volta entrata in vigore (cioè dal 2024) non essendo più una rimodulazione né una modifica contrattuale, ma un semplice adeguamento, non sarà più possibile recedere né cambiare operatore senza costi o penali.

Stesso discorso vale quindi anche per TIM, che come vi abbiamo già anticipato, ha annunciato un adeguamento simile dieci giorni fa. In questo caso le offerte coinvolte sono quelle di rete fissa: Offerte Internet Senza Limiti Premium, Tutto Senza Limiti Premium, TUTTO Premium e Smart Premium. Il canone mensile sarà incrementato annualmente in misura percentuale pari all’IPCA (indice di inflazione rilevato dall’ISTAT) maggiorato di un coefficiente pari a 3,5 punti percentuali. Tale aumento è dunque legato alla somma dell’IPCA e del coefficiente di maggiorazione detto, ma non potrà complessivamente superare il 10%.

La prima variazione sarà effettuata dal 1° aprile 2024 con riferimento all’anno solare 2023 e avrà decorrenza a partire dal 1° aprile degli anni che verranno, salvo cambiamenti. Per quanto riguarda poi la possibilità di recedere o cambiare operatore senza dover pagare penali o costi, stesso discorso di sopra: non sarà possibile farlo, se non recedendo ora, cioè entro i termini indicati in basso.

Ricapitolando: nel caso in cui l’inflazione dovesse salire i prezzi delle offerte telefoniche coinvolte finiranno per costare di più, in caso contrario nulla, nessuno sconto di sorta è previsto. Ed è presto spiegato il malumore che ne deriva, anche perché né TIM, né WINDTRE, proprio perché si tratta di un adeguamento e non di una rimodulazione o modifica contrattuale che sia, saranno pertanto obbligate a comunicare i futuri rincari ai propri clienti.

Le associazione dei consumatori non ci stanno

Come prevedibile varie associazioni dei consumatori si sono infatti già mosse per provare ad arginare una modifica che, per ovvi motivi, andrà a pesare molto sulle tasche dei clienti di TIM e WINDTRE, sempre che nel corso delle prossime settimane non finiranno per accodarsi anche altri. Questo il commento pubblicato venerdì scorso dalle associazioni ADICONSUM, ADOC, Cittadinanzattiva, Federconsumatori e U.Di.Con Unione per la Difesa dei Consumatori.

Tale pratica impone agli utenti, già vittime di rincari diffusi in tutti i settori, un’interpretazione arbitraria delle regole, che squilibra il mercato delle telecomunicazioni, provocando danni in tutto il comparto.

Alla luce di tale situazione è necessario e urgente l’intervento del Governo per garantire, nell’immediato, l’eliminazione delle condizioni contrattuali ingiustamente introdotte e, contestualmente, aprire un Tavolo tecnico con tutti gli attori del comparto delle TLC, che coinvolga le Associazioni dei Consumatori, per individuare soluzioni che garantiscano un rilancio del settore senza che, a farne le spese, siano i cittadini attraverso ingiusti aumenti tariffari.

Per ora non c’è stata alcuna risposta da parte del Governo e delle istituzioni preposte.

Come recedere dal contratto

Come previsto dall’art. 98-septies decies, comma 5 del Codice europeo delle comunicazioni elettroniche, è possibile esercitare il diritto di recesso dai servizi coinvolti o passare a un altro operatore senza pagare alcunché entro 60 giorni dalla comunicazione effettuata via SMS o tramite altre modalità, per quanto riguarda i clienti WINDTRE.

Nella causale è necessario specificare “modifica delle condizioni contrattuali”, e queste sono i canali disponibili per recedere:

  • lettera raccomandata A/R al seguente indirizzo: Wind Tre S.p.A. CD MILANO RECAPITO BAGGIO Casella Postale 159 20152 MILANO MI
  • via PEC, scrivendo a servizioclienti159@pec.windtre.it
  • da Area Clienti
  • presso un punto vendita WINDTRE
  • chiamata al 159 per acquisire la tua richiesta accertando la tua identità.

I clienti TIM coinvolti in questa modifica contrattuale legata alla cosiddetta clausola ISTAT, potranno cambiare operatore o recedere senza penali o costi di disattivazione dandone comunicazione entro il 31 marzo 2023. Queste le modalità, e anche qui è necessario specificare “Modifica delle condizioni contrattuali”:

  • chiamando il Servizio Clienti 187, facendone richiesta dall’Area Clienti MyTIM (previa registrazione);
  • scrivendo all’indirizzo TIM – Servizio Clienti – Casella Postale 111 – 00054 Fiumicino (Roma) o tramite PEC all’indirizzo disattivazioni_clientiprivati@pec.telecomitalia.it;
  • recandosi in un negozio TIM.

Una volta trascorsi tali termini e una volta che tali adeguamenti saranno effettivamente attivi, cioè da gennaio 2024, come anticipato non sarà più possibile esercitare il diritto di recesso.

Ragion per cui, se siete coinvolti e non intendete accettare tali variazioni contrattuali e siete ancora in tempo fareste bene a muovervi di conseguenza, prima di provvedere a recedere dovendo pagare eventuali costi di disattivazione e penali varie. Comunque, nel caso in cui dovessero emergere ulteriori sviluppi o interventi da parte di Governo o altre autorità vi terremo aggiornati.

Maggiori informazioni le trovate in fattura, nelle eventuali comunicazioni inviate via SMS e negli spazi riservati alle modifiche contrattuali degli operatori (questa è la pagina di TIM, e questa quella di WINDTRE).

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