Qualche giorno fa vi abbiamo riportato l’ennesima trovata dei nostri governanti, ovvero la geniale idea di gettare alle ortiche quanto fatto negli ultimi anni per implementare lo SPID; ora qualcuno, interno all’esecutivo, fa notare che potrebbe non essere una grande idea.

Il ministro Zangrillo contro Butti, lo SPID non si può smontare con superficialità

Ne siamo tutti consapevoli, i politici sono contenti quando danno fiato alla bocca, poco importa se ciò che dicono è una stupidaggine, tanto ci sarà sempre qualcuno pronto a battergli le mani. Oggi però il ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo, tenta di far notare al collega Butti come quella di dismettere lo SPID non sia una buona idea.

In un’intervista rilasciata a La Stampa, il ministro Zangrillo considera lo SPID un “patrimonio da salvaguardare” visto che “gli italiani lo hanno eletto come un importante sistema di identità digitale e non si può smontare con superficialità”.

Lo SPID è il sistema più diffuso, utilizzato da 33 milioni di cittadini, perché consente di accedere in modo facile a una molteplicità di servizi online, senza la necessità di ulteriori apparecchiature, tipo smartcard, e nella maggior parte dei casi senza alcun costo di attivazione. Non si può chiedere ai cittadini di costruire nuovi rapporti con la pubblica amministrazione e poi tornare indietro, dobbiamo accompagnarli in un processo di rinnovamento, se ce n’è bisogno, ma facendo i conti con gli obiettivi raggiunti e quelli da raggiungere.

Il Ministro sostiene dunque come lo SPID sia una sorta di patrimonio da salvaguardare, asserendo anche che il governo “lavorerà a un processo di evoluzione per migliorare, adeguare e armonizzare i sistemi di identità pubblica”. Il fine ultimo dovrebbe non essere quello di ridurre, quanto più di ampliare i servizi digitali a disposizione dei cittadini:

Tra le novità previste dal nuovo regolamento europeo, si parla di ‘wallet’: una sorta di portafoglio in cui far confluire tutte le informazioni, dal certificato di nascita agli estremi del passaporto e della firma digitale. Uno strumento per accedere a una moltitudine di servizi, più sicuro e che consente al titolare di scegliere quali informazioni condividere e con chi. Per poter raggiungere un obiettivo così ambizioso, dovremo necessariamente fare degli interventi.

Insomma, ben venga qualcuno all’interno dell’attuale esecutivo con una visione differente da quella esposta qualche giorno fa, ma per il momento rimangono solo parole al vento, visto che nulla verrà preso seriamente in considerazione prima del prossimo anno; a noi, come sempre, non resta che attendere per scoprire quale sorte ci toccherà.

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