Come era facilmente prevedibile, per l’ex CEO di FTX, Sam Bankman-Fried, è arrivato il momento di rispondere in sede giudiziaria per i comportamenti messi in atto alla guida dell’exchange di criptovalute clamorosamente fallito, inghiottendo miliardi di dollari.

SBF è stato infatti arrestato alle Bahamas, proprio mentre si apprestava a tornare negli Stati Uniti per testimoniare sulla vicenda di fronte ai rappresentanti del Congresso incaricati di fare luce su una vicenda che sta assumendo contorni estremamente inquietanti, anche alla luce dei suoi rapporti con la politica.

L’operazione è stata condotta in porto dalle forze di polizia locali (Royal Bahamas Police Force), dopo la presentazione di una notifica da parte del governo statunitense e quella delle accuse penali a carico di Bankman-Fried. Per lui è quindi diventato impossibile provare la fuga come fatto invece da Do Kwoon, il fondatore di Terra (LUNA), che secondo le ultime notizie sarebbe riparato in Serbia per sfuggire all’arresto.

Le accuse a carico di Bankman Fried

La notizia dell’arresto dell’ormai ex beniamino di molti crypto-fans è stata immediatamente confermata da Damian Williams, il procuratore generale per il Southern District of New York (SDNY) su Twitter.

L’arresto è avvenuto senza causare alcun genere di intoppo alle 18:00 di ieri ad Albany. La situazione sta quindi avendo una accelerazione improvvisa, considerato come lo stesso ex fondatore di FTX avesse accettato di testimoniare di fronte alla commissione parlamentare incaricata di occuparsi delle questioni collegate alla finanza. Un’accelerazione che ha colto di sorpresa anche Maxine Waters, presidente del Comitato per i Servizi Finanziari della Camera, la quale si è dichiarata da un lato rammaricata per la mancata audizione, ma dall’altro ansiosa di poter continuare ad occuparsi della situazione, con la prossima audizione di altre figure interessate nella vicenda.

Se ancora non è chiaro quali saranno i capi di accusa a suo carico, secondo il New York Times sembra inevitabile l’inclusione nell’elenco di reati come frode telematica, frode in titoli, riciclaggio di denaro e cospirazione. Soltanto per il primo reato sono previsti sino a vent’anni di reclusione.

Considerato come negli Stati Uniti sia presa molto seriamente l’attività di contrasto verso i reati di carattere finanziario, per Bankman-Fried si prospetta un futuro estremamente complicato, anche alla luce degli oltre tre miliardi di dollari che secondo una dichiarazione resa dal tribunale fallimentare nel passato mese di novembre, FTX doveva restituire ai suoi 50 principali creditori.

Anche il governo delle Bahamas ha voluto commentare la vicenda, ad opera del Primo Ministro Philip Davies. Il Premier ha infatti dichiarato che anche in loco saranno portate avanti le indagini sugli eventi che hanno infine condotto al crac di FTX. Occorre ricordare come proprio tra i governi di Bahamas e Stati Uniti fosse sorto un contenzioso relativo alla giurisdizione che avrebbe dovuto occuparsi del caso. Una querelle che sembra essere giunta al suo epilogo, con le decisioni delle ultime ore. Il governo guidato da Davies, però, è soltanto uno dei tanti soggetti che in questo momento si stanno interessando a Bankman Fried.

Anche La SEC sta scaldando i motori sulla vicenda FTX

Oltre al Dipartimento di Giustizia, c’è un altro peso massimo che in queste ore si sta preparando per entrare sul ring. Si tratta della Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti. Un intervento il quale è stato praticamente annunciato da Gurbir Grewal, anche lui su Twitter.

Dopo aver lodato l’operazione condotta per arrestare l’ex numero uno di FTX sulla base di accuse federali, Grewal ha infatti preannunciato la prossima presentazione delle accuse relative alla violazione delle leggi vigenti sui titoli presso il Southern District of New York.

La stessa SEC, però, è in questo momento oggetto di forti critiche per non essere riuscita a capire per tempo quanto stava maturando. In una audizione separata, infatti, i membri del Congresso hanno ascoltato il suo presidente Gary Gensler, non lesinando la propria contrarietà per un operato giudicato largamente insufficiente. Un comportamento sul quale, peraltro, potrebbero ben presto pesare le rivelazioni dei generosi finanziamenti da parte di Bankman-Fried nei confronti di politici, soprattutto democratici, ma anche repubblicani.

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