La recente acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk non poteva che far ripartire Dogecoin, il celebre meme coin che proprio dal sostegno del numero uno di Tesla e di molti altri VIP ha tratto largo giovamento nel corso degli ultimi anni. Nel corso degli ultimi giorni, infatti, DOGE ha praticamente raddoppiato il suo valore e al momento si trova all’ottavo posto della classifica in termini di capitalizzazione di CoinMarketCap.

A fornire ulteriore propellente alla vera e propria accelerazione messa in evidenza da Dogecoin sono in particolare le tante voci che continuano a rincorrersi su una sua possibile integrazione all’interno del social media. In pratica il token potrebbe essere utilizzato come metodo di pagamento, come del resto è già accaduto per le macchine elettriche prodotte dall’azienda dell’uomo più ricco del mondo.

Naturalmente, ove ciò accadesse, per il meme coin sarebbe grande un colpo in termini di immagine. Proprio per questo in molti si domandano cosa ci sia di vero nelle indiscrezioni che continuano a rincorrersi in queste ore. Proviamo a vedere meglio la questione, magari fondandoci su qualche fatto concreto.

Dogecoin e Twitter presto sposi? In molti sembrano pronti a scommetterci

Com’è ormai noto, Elon Musk è un fan di antica data di Dogecoin, tanto da essere spesso indicato come “The Dogefather”. Sin dagli albori del progetto creato da Jackson Palmer e Billy Markus il fondatore di Tesla ha dato vita ad una pirotecnica serie di tweet i quali ne hanno fatto un vero e proprio punto di riferimento per la comunità riunitasi in maniera entusiastica intorno al meme coin. Messaggi spesso sul filo dell’ironia sui quali, però, DOGE ha letteralmente prosperato, sino a diventare un fenomeno di costume. Tanto da spingere la stessa comunità a rispondere in modo pressoché unanime ad un referendum di qualche anno fa su chi dovesse esserne il CEO, naturalmente indicando Musk in tale veste.

Con l’acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk molti hanno avuto facile gioco nel fare due più due: se il token è stato integrato nei pagamenti di Tesla, perché ora non dovrebbe esserlo in quelli che potrebbero avvenire su Twitter? A sostenere questa tesi è stato nelle ultime ore soprattutto Tomar Nun, il CMO di Kryotomon, secondo il quale proprio il precedente dell’azienda di auto elettriche sembra destinato ad essere riproposto sul social media appena conquistato. Una tesi del resto abbracciata anche da Charles Hoskinson, il motore di Cardano, che ha esplicitato proprio su Twitter il suo pensiero, su una possibile integrazione.

Naturalmente, c’è chi spera che le voci in questione continuino ad agitare i mercati crypto ancora per qualche giorno. Con il raddoppio messo a segno dal token nel corso dell’ultima settimana, si calcola che il 62% dei suoi possessori sia ora in attivo. In particolare confermerebbero questa tesi i dati della piattaforma di blockchain intelligence IntoTheBlock, per effetto dei quali chi ha investito in Dogecoin batterebbe anche chi lo ha fatto su Bitcoin ed Ethereum (rispettivamente al 54 e 57%).

Il precedente di aprile sembra dar ragione agli entusiasmi

Se sinora abbiamo parlato di semplici speculazioni intellettive ed entusiasmi fondati su impressioni, a dare sostanza all’ipotesi di una integrazione di Dogecoin in Twitter sono proprio le parole pronunciate da Elon Musk alla metà del mese di aprile. Subito dopo aver reso pubblica la sua offerta di acquisto, il miliardario di origini sudafricane ha infatti proposto una serie di modifiche relative a Twitter Blue, il servizio di abbonamento premium del social network. Tra di esse anche il pagamento dell’abbonamento in Dogecoin, proposta che ha naturalmente fatto ripartire al momento il prezzo del token, dopo un periodo di grandi difficoltà.

Il fatto che già in quella fase Musk proponesse DOGE all’interno dei sistemi di pagamento di Twitter sembra in ultima analisi dare ragione alle ipotesi che sono state fatte nel corso degli ultimi giorni. Al tempo stesso, però, non si hanno ancora notizie certe in tal senso e questo paradossalmente, potrebbe ulteriormente avvantaggiare la quotazione del meme coin, dando vita ad una lunga campagna pubblicitaria a costo zero la quale potrebbe alimentarne le fortune ancora a lungo. Una campagna perfetta in un momento in cui il mercato crypto risente ancora di mesi nel corso dei quali la stragrande maggioranza dei token ha dovuto lasciare gran parte del proprio valore sul terreno.

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