La recente decisione di bandire le criptovalute dal territorio russo aveva colto di sorpresa non solo l’opinione pubblica interna, ma anche molti osservatori di ogni parte del globo. Una sorpresa dovuta in particolare al fatto che dopo lo scoppio delle ostilità in Ucraina proprio gli asset digitali erano stati visti dalle autorità politiche come un ottimo strumento per attenuare gli effetti delle sanzioni occidentali.

Le notizie che trapelano ora da Mosca, però, sembrano spostare notevolmente i termini della questione. La banca centrale russa, infatti, ha annunciato l’intenzione di procedere sulla strada di una CBDC (Central Bank Digital Currency), ovvero un rublo digitale, il quale dovrebbe fare il suo esordio sui mercati entro e non oltre il 2024, collegando sulla relativa piattaforma tutte le banche e gli istituti di credito operanti sul territorio del gigante eurasiatico.

La data del 2024 non sembra scelta a caso. Proprio in quell’anno, infatti, si terranno le elezioni presidenziali cui potrà concorrere anche Vladimir Putin, dopo la riforma costituzionale che ha rimosso l’ostacolo rappresentato dal fatto di aver già svolto due mandati al Cremlino, aprendo quindi la strada ad altri due mandati che potrebbero consegnargli le chiavi del potere sino al 2036. Mandati che, alla luce della sua straordinaria popolarità interna, sembrano al momento scontati.

Rublo digitale: i piani della banca centrale

La banca centrale russa prevede di procedere in maniera graduale, tramite una serie di tappe tese a sbloccare via via nuove funzionalità, un cammino che dovrebbe iniziare quando il Ministero del Tesoro dichiarerà di essere pronto a procedere in tal senso. Il rublo digitale potrà essere impiegato anche nei pagamenti dovuti ad enti statali e da questi dovuti ai fornitori privati.

La modalità offline, sempre nelle intenzioni della massima autorità bancaria russa dovrebbe essere introdotta nel corso del 2025, in contemporanea con l’integrazione di intermediari finanziari non collegati ad istituti bancari, piattaforme finanziarie e infrastrutture di cambio. Inoltre, la Banca di Russia prevede di stabilire un processo di cooperazione con le analoghe istituzioni di altri Paesi, in modo da sviluppare la propria CBDC e renderla uno strumento ottimale per l’effettuazione di operazioni transfrontaliere e di cambio con valute digitali.

La roadmap in questione, pur chiarendo i termini della questione indicando le tempistiche, non rappresenta comunque una novità. I primi test sul rublo digitale sono iniziati nel mese di febbraio e, nel preciso intento di ottimizzare i lavori, era stato formato un gruppo formato da 12 grandi istituti bancari russi, tra i quali Sber, VTB e Tinkoff Bank.

Il rublo digitale è l’ennesima risposta alle sanzioni occidentali?

L’annuncio relativo al rublo digitale deve necessariamente essere messo in relazione al quadro venutosi a concretizzare con lo scoppio della guerra in Ucraina. Non sembra azzardato affermare che la CBDC di Mosca è una delle tante risposte date da Putin di fronte ai provvedimenti presi da Stati Uniti e Paesi alleati, sotto forma di sanzioni le quali, però, al momento si sono rivelate un vero e proprio boomerang per loro.

Nei mesi che sono trascorsi dall’inizio della guerra, il governo di Mosca sembra in effetti essere riuscito a neutralizzare l’embargo stringendo rapporti sempre più saldi con il gruppo dei BRICS e con molti altri Paesi che non intendono rassegnarsi ad un mondo unipolare, guidato dagli Stati Uniti. Tanto da spingere gli osservatori ad affermare che ad essere isolati a livello internazionale sono in questo momento proprio Washington e alleati.

La strategia di ampio respiro messa in campo dalla Russia si è allargata anche al campo monetario, cercando in particolare di spezzare il dominio esercitato dal sistema bancario SWIFT. Per farlo ha dato vita ad un nuovo sistema di pagamenti digitali, denominato CELLS, una piattaforma varata dal Novosibirsk Institute of Software Systems (NIPS), una filiazione del Rostec Group, utilizzando per poterlo varare la tecnologia blockchain.

L’obiettivo del grande lavoro messo in campo da Putin è in particolare quello di andare ad infrangere uno dei pilastri su cui si fonda la leadership globale degli Stati Uniti, ovvero il potere imperiale del dollaro. Un pilastro già messo in forse dall’ormai prossimo debutto dello yuan digitale, che sta sollevando notevole preoccupazione negli Stati Uniti.

Proprio il percorso verso il varo della CBDC sembra in effetti unificare i due Paesi. Sia in un caso che nell’altro, proprio al fine di spianare la strada alla versione virtuale della moneta sovrana è stato emanato un bando nei confronti dei pagamenti in criptovalute. Un aspetto che probabilmente non piacerà ai crypto-fans, ma il quale sembra del tutto in linea con l’intenzione di fare terra bruciata o quasi intorno al dollaro.

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