Lo scorso marzo Intel annunciava maxi investimento da 4,5 miliardi di euro destinato al nostro Paese. E già in quell’occasione il colosso statunitense non faceva mistero sull’esistenza di trattative in corso con il governo italiano per la realizzazione di un impianto avanguardistico che avrebbe fra l’altro creato migliaia di posti di lavoro.

Oggi, a distanza di mesi, ma in un contesto che, lato crisi dei chip non è poi così diverso dallo scorso inverno, la faccenda ritorna agli onori di cronaca per bocca dei colleghi di Reuters, che qualche ora fa hanno pubblicato un’esclusiva relativa a un imminente accordo fra l’Italia e Intel per la realizzazione di una fabbrica di chip.

Italia e Intel: vicino un accordo da 5 miliardi per una fabbrica di semiconduttori

Secondo due fonti informate di Reuters, Intel e il nostro Paese sono vicini a firmare un accordo dal valore iniziale di 5 miliardi di dollari per la costruzione in Italia di una fabbrica, o meglio, di un avanzato impianto di assemblaggio e di confezionamento di semiconduttori.

Come immaginabile, sarebbe il passo successivo a quanto annunciato lo scorso marzo, quando Intel faceva voce di un piano di più ampie vedute che, con l’investimento di circa 88 miliardi di dollari, intendeva coprire la creazione di chip dell’Europa intera e provare a mettere una pezza sulla crisi globale di approvvigionamento che sta affliggendo il mercato in ogni dove.

A dire delle due fonti, di cui non si fa menzione, il governo uscente intenderebbe chiudere l’accordo entro la fine di agosto, dunque prima delle elezioni. Al momento non vi sono commenti né da parte di Intel, né da parte dell’ufficio di Mario Draghi, ma già a marzo si prevedeva che Roma avrebbe finanziato del 40% l’investimento totale, investimento che secondo quanto emerso dovrebbe tuttavia crescere nel tempo.

Sul luogo in cui tale fabbrica di chip italiana verrà creata le informazioni precise mancano. Le fonti parlano tuttavia del settentrione, ponendo come papabili Piemonte e Veneto (inizialmente erano state considerate anche Lombardia, Puglia e Sicilia), benché ribadiscano pure che non ci sia ancora nessuna decisione finale presa.

Per il momento non c’è altro, ma a questo punto è lecito aspettarsi maggiori dettagli a stretto giro, magari anche per quanto riguarda i posti di lavoro che andrebbero a crearsi, visto che a marzo Intel parlava di 1500 assunzioni nella stessa Intel e oltre 3500 posti di lavoro ulteriori presso fornitori e partner. Vi terremo aggiornati.

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