Dopo Terra (LUNA) e Celsius sono in molti a domandarsi quale sarà il prossimo progetto crypto a entrare in difficoltà. A giudicare dalle notizie delle ultime ore, però, non ci sono molti dubbi sul nome da attenzionare. Si tratta di USDD, la stablecoin lanciata da Tron, che sembra ormai sul punto di perdere il suo ancoraggio sul dollaro. Ove ciò accadesse, quello che al momento è indicato come crypto-winter potrebbe assumere le sembianze di una vera rotta, al grido di “si salvi chi può”.

Nel corso della mattina, infatti, USDD ha visto la sua quotazione scendere a 0,9807 rispetto al biglietto verde. Dopo essersi ripreso gradatamente sino ad attestarsi a 0,9902 ha poi iniziato a scendere nuovamente. In questo momento è a 0,9804, una quota che non può lasciare tranquilli gli investitori, soprattutto alla luce di quanto accaduto nel corso delle ultime settimane.

Andiamo quindi a vedere cosa stia accadendo e, soprattutto, a cosa potrebbe preludere la situazione attuale, anche alla luce del progressivo scivolamento verso il basse dell’intero settore delle criptovalute, con il Bitcoin in particolare affanno. Un trend il quale non ha ancora assunto le sembianze di una fuga disordinata, ma che potrebbe presto farlo, con conseguenze incalcolabili per l’ordine finanziario internazionale.

USDD: cosa sta accadendo

Il depegging di USDD si è andato a inserire in una situazione molto particolare, resa critica dalle notizie relative al pratico default di Celsius, la piattaforma che dopo aver promesso a lungo rendimenti sbalorditivi a favore di chi avesse depositato criptovalute in un conto ha dichiarato l’impossibilità di adempiere ai propri obblighi.

Non appena si sono iniziate a diffondere le notizie sulle difficoltà di USDD è stato Justin Sun, il controverso numero uno di Tron, a spiegare che il DAO aziendale che gestisce la stablecoin sta acquistando attivamente criptovalute e che è intenzionato ad aggiungere la necessaria riserva di valore all’indirizzo pubblico una volta che il mercato si sarà stabilizzato. Inoltre, ha garantito che il tasso di ritorno di USDD sarà aggiornato giorno ogni giorno.

In effetti nelle scorse ore Sun e TronDAO hanno annunciato un ulteriore acquisto di 650 milioni di USDC, per effetto del quale il loro totale è stato portato a 2,5 miliardi di dollari. Occorre però anche ricordare che al momento del lancio, il primo non aveva esitato a promettere di sovra-collateralizzare USDD per un importo pari a 10 miliardi di dollari statunitensi. Un obiettivo il quale, quindi, non è mai stato neanche avvicinato.

Inoltre, il CEO di Tron aveva aggiunto una ulteriore promessa, ovvero la stabilizzazione dell’ancoraggio di USDD grazie all’utilizzo di algoritmi corretti, indipendente dalla volatilità del mercato. Anche in questo caso sembra corretto indicarla come la classica promessa marinaio, considerata la realtà delle cose. Tanto da fare a questo punto dubitare anche di quanto riportato sulla home page della stablecoin, ove si afferma che USDD sarebbe collateralizzata per un livello pari al 277,54%. A fare da garanzia sono le riserve di Bitcoin, TRON, Tether (USD) e USDC, ma solo sulla carta.

Le rassomiglianze con Terra iniziano ad essere molto evidenti

Proprio le rassicurazioni di Justin Sun sembrano però sempre più simili, sinistramente, alla situazione che ha caratterizzato le ore immediatamente precedenti al crac di Terra. Anche Do Kwon, il numero uno del progetto affondato polverizzando decine di miliardi di dollari degli investitori, aveva provveduto a lanciare in pompa magna la notizia relativa all’acquisto dell’equivalente di 10 miliardi in Bitcoin al fine di garantire la stablecoin UST.

Non meno sinistro è il parallelo tra Justin Sun e Do Kwon, entrambi considerati due innovatori sulla cresta dell’onda e ammirati da un gran numero di persone, spesso in maniera acritica. In particolare ha destato scalpore il tentativo del primo di convertire all’innovazione finanziaria il grande vecchio della finanza tradizionale Warren Buffett. Tentativo che l’oracolo di Omaha ha però rispedito al mittente, continuando a dichiararsi assolutamente contrario alle criptovalute.

Proprio le vicende di questi giorni sembrano dare ragione a Buffett, anche se resta da capire se Sun sarà in grado di evitare l’ingloriosa fine di Do Kwon. Lo stesso numero uno di Berkshire Hathaway, però, non può certo augurarsi di vedere affondare un settore visto sempre alla stregua di una vera e propria anomalìa. Ove ciò accadesse, infatti, il crollo si andrebbe a mixare alle difficoltà create dalla guerra tra Russia e Ucraina. Ne potrebbe cioè sortire una sorta di effetto domino tale da andare a bruciare un gran quantitativo di risorse e da far entrare il globo in una nuova spirale di crisi, nella quale anche il mondo degli affari tradizionale sarebbe costretto a contare le perdite.

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