Meta ha iniziato il test relativo agli strumenti di monetizzazione a favore degli utenti previsti all’interno di Horizon Worlds, iniziativa per ora limitata agli Stati Uniti. Sembra però che, ancora una volta, l’azienda di Mark Zuckerberg non riesca a stare lontana dalle polemiche.

In questo caso, a destare recriminazioni, potrebbe essere in particolare la politica dei costi a carico dei creatori di contenuti che decideranno di venderli sulla piattaforma. Secondo quanto trapelato sinora, infatti, Meta applicherà una commissione pari al 25% sui contenuti in questione. Sin qui nulla di scandaloso, considerato come sull’App Store di Apple la commissione si posizioni al 30%.

Il problema inizia quando questa commissione va ad aggiungersi ad una prima tassa di ingresso, quella prevista dal Quest Store, pari al 30%. In totale, quindi, Meta si va ad appropriare tramite questo processo del 47,5% del valore dei contenuti in questione. Un livello destinato a provocare non poche recriminazioni.

Meta apre al commercio su Horizon Worlds

Dopo aver creato il metaverso e averlo riempito di contenuti, ora Meta passa alla terza fase dell’operazione, ovvero la monetizzazione della piattaforma in realtà virtuale che nonostante un varo recente, già può contare su oltre 10mila mondi creati alla rilevazione di febbraio. Cui si aggiungono oltre 300mila utenti mensili, che potrebbero diventare molti di più, considerata l’intenzione di portare Horizon Worlds anche sul mobile (smartphone).

Un numero il quale lievita di giorno in giorno creando quindi grandi opportunità commerciali, che ora l’azienda intende mettere a frutto con tutta la potenza di fuoco di cui dispone. La strategia approntata prevede in particolare l’offerta di una serie di strumenti i quali potranno aiutare i creatori a trasformare in moneta sonante le loro idee. Strumenti che sono attualmente in fase di test per dare modo all’azienda di ricevere feedback su cui approntare le necessarie modifiche da apportare al servizio.

In attesa del definitivo decollo, i creatori avranno a loro disposizione un nuovo tab all’interno della modalità Create grazie al quale saranno in grado di creare i prodotti che intendono vendere. L’iniziativa, come abbiamo già ricordato, è per ora limitata agli Stati Uniti e a coloro che hanno già compiuto il diciottesimo anno di età.

Le precedenti polemiche di Meta verso l’App Store di Apple

A rendere ancora più discutibile la politica adottata da Meta, è quanto accaduto nel corso del 2020, quando da Facebook si è elevato un vero e proprio fuoco di sbarramento nei confronti della commissione del 30% prevista a carico dei creatori di contenuti sull’App Store di Apple.

Nell’agosto 2020, poco dopo che Epic Games aveva deciso di intentare una causa contro Apple, Fidji Simo, numero uno dell’app di Facebook, non aveva esitato a protestare per la tariffa dell’App Store. La motivazione a base delle sue rimostranze era incentrata sui danni causati ai proprietari di piccole imprese in un momento in cui erano ancora ben visibili i segni devastanti lasciati dall’insorgere del Covid.

Nel corso dello stesso mese, Facebook aveva poi rinfocolato la polemica, affermando che Apple aveva espresso recriminazione nei confronti di un avviso di trasparenza che il social network aveva deciso di pubblicare a vantaggio degli utenti, avvisandoli della commissione del 30% sull’App Store. Secondo l’azienda di Menlo Park, si sarebbe trattato semplicemente di un tentativo teso ad aiutare gli utenti a comprendere dove vadano effettivamente a finire i loro soldi.

Il terzo atto della sfida era poi avvenuto nel giugno del 2021, quando ancora Facebook aveva sollevato di nuovo la questione, ponendo l’accento sulla sua volontà di favorire transazioni offline tra creatori e aziende, in maniera tale da evitare il pagamento dell’ormai famigerata commissione a Apple.

La questione era talmente rilevante da diventare oggetto di un’indagine antitrust da parte della Commissione Europea. Una vera e propria guerra tra giganti, in cui però erano andati a trovarsi in mezzo piccoli imprenditori. Come David Heinemeier Hansson, fondatore e Cto di Basecamp, il quale era sul punto di lanciare la sua nuova app di posta elettronica Hey, fondata su maggiori livelli di privacy rispetto a Gmail.

Quando l’app era ormai pronta, Heinemeier Hansson l’aveva sottoposta al giudizio di Apple e alla verifica di alcuni standard prima di renderla disponibile alla propria clientela. In pratica si tratta di una verifica tecnica tesa ad impedire che la presenza di eventuali bug vada a discapito dei consumatori.

In questa occasione, però, Apple ha deciso di non accettare Hey in quanto la stessa non offre un modo ai consumatori di pagare il servizio attraverso l’App Store, obbligando così lo sviluppatore a pagare il 30% di commissione, rimandandoli invece al proprio sito, che prevede commissioni tramite carta di credito decisamente meno onerose.

Come si può facilmente comprendere, un conflitto tra giganti, con ampie ricadute sui piccoli. Il volersi atteggiare come difensore di questi ultimi da parte di Meta è però ora al centro delle accuse di ipocrisia da parte di molti osservatori.

La risposta di Meta alle accuse

Proprio dall’interno di Meta è arrivata una prima risposta alle accuse in questione. A fornirla è stato il vicepresidente di Horizon, Vivek Sharma, secondo il quale si tratterebbe di un tasso abbastanza competitivo sul mercato, tale da lasciare alle controparti una quota soddisfacente degli utili.

Naturalmente la polemica è soltanto agli inizi, considerato anche il pregresso, e sarà quindi interessante seguirne gli sviluppi. Nel frattempo Meta sembra intenzionata ad andare avanti in un settore come il metaverso. Anche perché, secondo alcuni, si tratterebbe soltanto di un primo passo verso la realizzazione da parte dell’azienda degli obiettivi prefissati nel settore dei Non Fungible Token (NFT). Un obiettivo che lo stesso Zuckerberg non ha nascosto nel corso di alcune interviste rilasciate.

Il fondo Horizon Creators

Al di là delle polemiche, Meta ha anche annunciato il varo del fondo Horizon Creators da 10 milioni di dollari. Ad annunciarlo è stata la product marketing director di Horizon Meaghan Fitzgerald. Si tratta solo di un primo stanziamento, in quanto il fondo sarà ulteriormente esteso in modo da andare a fornire ancora più risorse ai creatori di contenuti per Horizon Worlds.

Anche il bonus in questione è per ora limitato agli Stati Uniti, in particolare ai maggiorenni, e non prevede trattenute. In futuro non è esclusa la possibilità che si incentivi sempre tramite bonus l’adozione di nuovi strumenti o funzionalità da parte dei creativi.
Infine, occorre anche sottolineare la presenza di una clausola ben precisa,  quella che prevede l’adesione alle policy di Horizon Worlds: chi non ne rispetta le regole sarà oggetto di rimozione dal programma ed escluso dalla ricezione dei pagamenti.

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