Mentre il conflitto tra Russia e Ucraina prosegue ad oltranza, a dispetto delle trattative diplomatiche tra le controparti, si intensifica il sostegno occidentale a favore di Kiev. L’ultima iniziativa di rilievo in tal senso è stata messa in campo da PayPal, che ha deciso di togliere le commissioni sul trasferimento di fondi verso il Paese.

È stato lo stesso gigante dei pagamenti elettronici ad annunciare le nuove misure a sostegno dell’Ucraina. Provvedimenti i quali sono tesi in particolare a rendere più facile per la sua popolazione civile le operazioni che comportino il trasferimento di fondi. Un ulteriore segnale della parte scelta da PayPal nel conflitto in atto.

Cosa ha deciso PayPal

PayPal permetterà i pagamenti peer-to-peer da e verso l’Ucraina sino al prossimo 30 giugno. Se prima di questa decisione gli utenti ucraini potevano utilizzare la piattaforma esclusivamente per l’invio di denaro fuori dal Paese, ora possono anche riceverlo sui propri conti PayPal, sia dall’esterno, sia dall’interno del Paese.

Si tratta di una decisione di notevole rilievo, in quanto in tal modo la popolazione civile sarà in grado di ottenere più facilmente il sostegno finanziario di cui necessita da parte di familiari e conoscenti residenti fuori dal territorio nazionale. Inoltre potranno dare vita al trasferimento dei soldi sul proprio conto bancario, con il collegamento di una carta di credito o di debito facente riferimento ai circuiti Mastercard o Visa.

La decisione più importante è però quella relativa alle commissioni. PayPal, infatti, le ha tolte di mezzo, almeno per questo genere di operazioni. La piattaforma, infatti, è solita addebitarne una sulle transazioni internazionali a partire dal 5%, destinata ad aumenta in base al metodo di pagamento scelto e al Paese in cui risiede il destinatario. Dalla misura sono naturalmente escluse le eventuali commissioni addebitate dall’emittente della carta o dalla banca dell’utente.

La misura è già operativa e quindi è possibile l’invio e la ricezione di dollari statunitensi e canadesi, euro e sterline nel conto PayPal degli utenti residenti in Ucraina.

PayPal per l’Ucraina

Già nei giorni precedenti aveva infatti annunciato che a partire dal 18 marzo sarebbero stati bloccati tutti i pagamenti elettronici dei propri clienti russi. Una misura riguardante anche le banche sanzionate da Stati Uniti e alleati.

La decisione in questione fa peraltro seguito ad una precisa richiesta lanciata dal governo di Kiev alle società di pagamenti, quella relativa al lancio di nuovi servizi tesi a permettere ai cittadini ucraini di poter avere facile accesso alle proprie risorse finanziarie. Il suo operato è stato espressamente lodato da Mikhaylo Fedorov, il ministro ucraino della trasformazione digitale, che ha espressamente citato la comunicazione ufficiale dell’azienda.

Non resta quindi che attendere la risposta di Mosca all’iniziativa dell’azienda, come del resto è già accaduto nel caso di quelle che non hanno esitato a prendere le parti dell’Ucraina nel conflitto in atto tra i due Paesi un tempo nell’orbita dell’URSS.

Anche altri attori finanziari si muovono nello stesso senso

PayPal non è del resto l’unico attore finanziario schierato a fianco dell’Ucraina. Ad esso si sono già aggiunti altri intermediari ed istituti fintech in particolare Visa, Mastercard, American Express. Mentre Apple Pay ha bloccato completamente l’uso del suo servizio da parte dei residenti in Russia, imitato da Google Pay, il quale ha a sua volta sospeso la collaborazione con molti istituti finanziari russi.

Una situazione la quale prelude a conseguenze di larga portata anche una volta che il conflitto sarà terminato, come del resto fa presagire quanto accaduto nel campo dei social media, ove il governo Di Mosca sta ribattendo colpo sui colpo alle misure occidentali.

Oltre al varo di servizi corrispondenti a quelli banditi, la Russia sta mettendo in campo una lunga serie di misure che hanno indotto molti osservatori a preconizzare un vero e proprio taglio dei rapporti con l’Occidente e lo spostamento del baricentro verso l’Est, in particolare verso la Cina. Basti pensare in tal senso allo stringersi dei rapporti con la Cina, che sembra spingere per il lancio di un nuovo sistema bancario alternativo allo SWIFT da cui gli istituti russi sono stati espulsi.

Il conflitto tra Russia e Ucraina, per quanto al momento localizzato, potrebbe quindi avere conseguenze di vasta portata, anche sul piano finanziario, tanto da indurre non pochi osservatori a prevedere la possibile fine del potere imperiale del dollaro.

Senza contare i danni attesi per l’economia mondiale, con la contrazione del PIL di un punto percentuale entro il 2023 e un aumento dell’inflazione sino a tre punti percentuali. La previsione, rilasciata dal National Institute of Economic and Social Research sembra riguardare soprattutto l’Occidente, anche in considerazione del fatto che i costi di energia e materie prime dovrebbero spingersi sempre più in alto, gravando come un macigno su un’economia già messa a repentaglio dal persistere del Covid.