Tinder si attiva per la sicurezza degli appuntamenti al buio e non solo. L’azienda ha infatti annunciato di aver esteso il background check, varato un anno fa in collaborazione con Garbo, organizzazione no profit che esegue controlli online, a tutti gli incontri. L’obiettivo è dare la possibilità agli utenti di controllare eventuali comportamenti violenti o pericolosi adottati nel passato dai potenziali partner.

Si tratta in effetti di una svolta importante, per ora esclusiva degli utenti statunitensi, in linea con l’attenzione sempre maggiore riservata dall’app all’opera di contrasto verso i possibili abusi che possono insorgere in relazioni di questo genere, in cui gli interessati non possono conoscere i precedenti della controparte.

Il controllo in background in-app di Tinder rappresenta in effetti l’ultima funzionalità orientata alla sicurezza implementata nel corso degli ultimi anni, aggiungendosi alla verifica dell’identità aggiunta nel passato mese di agosto e al segnale di spunta blu che segnala ormai dal 2020 la verifica dell’identità tramite foto.

Come funziona il background check

Per poter utilizzare la nuova funzione di background check la procedura è abbastanza semplice:

  • il primo passo consiste nel cliccare sullo scudo blu nell’app;
  • a questo punto occorre andare al Centro sicurezza;
  • infine bisogna selezionare Garbo, in modo da essere indirizzati al sito web dell’organizzazione.

La ricerca può essere effettuata in vari modi. Non solo procedendo all’inserimento del nome e del numero di telefono del partner, ma anche precisando i criteri da utilizzare in particolare inserendo l’età della persona di cui si intende raccogliere le necessarie informazioni.

Le precisazioni di Tinder

Nel comunicare la novità, Tinder ha anche messo l’accento su due questioni importanti. La prima riguarda la segnalazione che si dovrebbe fare ove si verifichi l’esistenza di comportamenti violenti precedenti, la seconda relativa al fatto che tali comportamenti potrebbero anche sfuggire al radar della funzione. Ne consegue quindi la necessità di osservare comunque comportamenti improntati alla necessaria cautela.

Proprio per quanto riguarda il primo aspetto occorre comunque segnalare una stranezza di fondo: perché dovrebbe essere l’utente a fare segnalazioni, quando dovrebbe essere eventualmente Tinder a controllare preventivamente i propri iscritti?

Inoltre l’azienda ha voluto chiarire che le ricerche non andranno a ledere la privacy degli interessati, in quanto non saranno incluse le informazioni relative a residenza e numero di telefono, aggiungendo che eventuali notizie rilevanti sul consumo di droga non rientreranno in esse.

Quanto costa e quanto arriverà

L’ultimo aspetto da ricordare è quello del costo della nuova funzionalità. Dopo le prime due ricerche, che sono gratuite, ogni utente potrà continuare a servirsi del background check versando 2,50 dollari, oltre ad una piccola commissione. Un costo tutto sommato irrisorio, considerato come si tratti di tutela della propria sicurezza.
Come anticipato, per il momento la funzione non è ancora disponibile in Italia, ma solo per gli utenti statunitensi.