Il Dipartimento di Giustizia (DoJ) degli Stati Uniti ha proceduto al sequestro di un quantitativo di Bitcoin pari a poco meno di 95mila token, circa 3,6 miliardi di dollari. Il motivo del provvedimento è dovuto al fatto che si tratta degli stessi gettoni sottratti a Bitfinex nel corso di un attacco hacker risalente al 2016. Si tratta del più grande sequestro di asset virtuali mai operato sino a questo momento dalle autorità giudiziarie degli Stati Uniti.

Chi sono gli autori del furto?

A margine del provvedimento, è stato anche operato l’arresto di Ilya Lichtenstein e Heather Morgan. Proprio i due stavano cercando di riciclare i fondi sottratti all’exchange di criptovalute nel 2016. I Bitcoin sequestrati erano stati trasferiti nel portafoglio elettronico di Lichtenstein, in attesa di poter essere ripuliti e impiegati. Per farlo, la coppia aveva ideato una vera e propria rete, un labirinto all’interno del quale sperava con tutta evidenza di eludere ogni controllo.

Un tentativo reso inutile dal lavoro investigativo portato avanti nel corso degli anni dalle forze dell’ordine. Per riavere i fondi sottratti, Bitfinex aveva assicurato una ricompensa stratosferica, nell’ordine delle centinaia di milioni di dollari. Ancora non è chiaro, però, se alla base dell’operazione del Dipartimento di Giustizia ci siano state informazioni ottenute per questa via.

La coppia è stata rilasciata su cauzione

Ilya Lichtenstein e Heather Morgan, nel frattempo, sono stati rilasciati su cauzione: il giudice ha optato rispettivamente per 5 e 3 milioni di dollari. Entrambi rischiano sino a 25 anni di detenzione nelle carceri federali.

Heather Morgan, 31 anni, è una collaboratrice di Forbes and Inc. Imprenditrice di marketing, si presenta su LinkedIn come titolare di un Master of Arts in sviluppo economico internazionale conseguito presso l’American University del Cairo, vantando inoltre un Bachelor of Arts in relazioni internazionali rilasciato dall’Università della California di Davis. Nel passato si è definita il “coccodrillo di Wall Street”, ma in questo caso ha dimostrato le sue effettive attitudini predatorie in ambito crypto.

Ilya Lichtenstein è a sua volta un imprenditore tecnologico. Ha fondato la start-up blockchain Endpass, varando un’app di gestione delle password offline multipiattaforma cui è affidato il compito di memorizzare in modo sicuro le password al fine di impedire le frodi e fungere da deterrente contro il terrorismo. Per ironia della sorte, nel passato si è esposto più volte in qualità di esperto contro hacking e truffe virtuali.

Le fasi dell’operazione

La coppia è stata arrestata dalle forze dell’ordine federali a New York. A rendere possibile l’operazione è stato l’accesso da parte dei funzionari ai file contenuti all’interno di un conto online controllato da Lichtenstein. In uno di questi sono state rinvenute le chiavi private di 94mila Bitcoin (pari al momento ad una quotazione di mercato intorno ai 4 miliardi di dollari) sottratti a Bitfinex nel 2016.

Lo stesso Dipartimento di Giustizia ha poi specificato che l’hacker di Bitfinex aveva inviato 119.754 token ad un wallet digitale controllato da Lichtenstein dopo essere riuscito a violare i sistemi dell’exchange già nel 2016. Nel corso dei cinque anni passati dall’attacco, circa 25mila di essi sono stati trasferiti dal wallet di Lichtenstein facendo leva su un complesso processo di riciclaggio. Il meccanismo in questione ha visto il deposito di parte dei fondi sottratti in conti finanziari controllati dalla coppia. Senza però riuscire a sfuggire ai radar della giustizia.

Leggi anche: Proof-of-Stake: cos’è e perché sta facendo sempre più proseliti