La decisione di Facebook di mutare il suo nome in Meta e avviare un progetto di realtà virtuale parallela è sotto osservazione da parte dell’Unione Europea. È stata la vice presidente esecutiva della Commissione europea, Margrethe Vestager, a renderlo noto nel corso di un evento promosso dai media tedeschi.

La Vestager, che è anche commissaria europea Antitrust, ha precisato che l’UE deve osservare il nuovo progetto presentato da Mark Zuckerberg in modo tale da comprenderne appieno le possibili implicazioni, prima di muoversi al riguardo.

Inoltre, occorre anche capire quali siano gli spazi di manovra per l’Unione, considerato come anche altre grandi aziende hanno già mostrato il loro interesse nei confronti del metaverso, sotto forma di corposi investimenti.

Le dichiarazioni della commissaria europea Antitrust

A riportare le dichiarazioni rilasciate dalla politica danese è stata l’agenzia di stampa Reuters. Dichiarazioni, quelle della Vestager, abbastanza “normali”, soprattutto alla luce dell’attivismo da lei mostrato contro gli abusi di posizione dominante sul mercato.

Peraltro già nel mese di novembre il commissario all’Antitrust aveva reso noto l’interesse della Commissione nei confronti delle mosse di Facebook dovuto in particolare al fatto che il metaverso possa dar vita ad un mercato in cui alcuni attori potrebbero approfittare della loro forza per assumere una posizione di pratico monopolio, ovvero quello che la stessa Vestager ha combattuto con grande vigore nel corso degli ultimi anni.

Il metaverso e le sue implicazioni

L’intervento della Vestager non dovrebbe stupire eccessivamente, alla luce dell’enorme importanza che il metaverso potrebbe assumere a livello finanziario nel corso dei prossimi anni. Secondo Grayscale Investments dovrebbe infatti attestarsi ad un trilione di dollari il potenziale fatturato legato a questo ambito. Cui andrebbero a contribuire settori come il commercio elettronico, il gaming, il mercato immobiliare e l’intrattenimento.

Numeri talmente rilevanti da aver già attirato l’attenzione di aziende come Microsoft, Qualcomm e Adobe, le quali stanno destinando risorse crescenti ai piani di sviluppo collegati con il settore. Una lista per ora molto parziale, cui potrebbero aggiungersi prossimamente molti altri attori di primo piano, intenzionati a non lasciarsi scappare il treno.

Il fattore propulsivo rappresentato da Facebook

In questa situazione si è di recente inserita Facebook, che ha fatto molto parlare di sé proprio per la decisione di mutare il suo nome in Meta. Una mossa la quale ha non solo esplicitato l’attenzione del social media nei confronti della realtà virtuale, ma anche permesso a molte aziende che già sono impegnate nel settore di acquistare interesse agli occhi dell’opinione pubblica e del mondo economico. Emblematico in tal senso il vero e proprio boom della quotazione di progetti crypto come Axie Infinity, Decentraland (MANA) e The Sandbox (SAND). In questo quadro l’intervento della Commissione Europea suona praticamente alla stregua di un atto dovuto. Anche perché i motivi di attrito tra le parti non si limitano al Metaverso.

Si va verso una regolamentazione del metaverso da parte dell’UE?

Le parole di Margrethe Vestager sono abbastanza scontate e non indicano necessariamente frizioni con Facebook. Già qualche giorno prima la stessa commissaria aveva rilasciato un’intervista a Politico Europe, affermando che l’UE deve essere in grado di prevenire le cose prima che accadano.

Il modo migliore per farlo è appunto mettere subito sotto osservazione il metaverso, impedendo eventuali abusi. Una posizione che è del resto condivisa dalla Federal Trade Commission degli Stati Uniti. Ove si trova sotto osservazione in articolare l’app store di Oculus, azienda della galassia Meta cui è affidato il compito di sviluppare i visori per la realtà virtuale. Resta da capire se tutto ciò sfocerà in una regolamentazione del metaverso o meno.

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