I ricercatori dell’Università di Washington hanno sviluppato un modo per creare oggetti plastici usando la stampa in 3D in grado di trasmettere dati senza la necessità di batterie o elettronica incorporate.

L’anno scorso, hanno mostrato come i loro dispositivi possono effettuare misurazioni della velocità del vento e del flusso di liquidi, e quindi trasmettere tali informazioni attraverso un’antenna che riflette i segnali WiFi ambientali. Ora, stanno portando il loro lavoro un ulteriore passo avanti, includendo della tecnologia assistiva.

Mentre la stampa 3D può essere utilizzata per creare dispositivi come protesi o flaconi per pillole intelligenti che possono ricordare ai pazienti di assumere le loro medicine, questo metodo non consente facilmente di monitorare il modo in cui i pazienti utilizzano tali dispositivi.

Siamo interessati a rendere accessibile la tecnologia assistiva con la stampa 3D, ma non abbiamo un modo semplice per sapere come la gente la sta usando“, Jennifer Mankoff, professore alla facoltà di informatica e ingegneria dell’università e ricercatrice del progetto, ha detto in una dichiarazione. “Potremmo trovare una soluzione senza circuito che possa essere prodotta su stampanti 3D di fascia consumer e di largo consumo e consentire al dispositivo stesso di raccogliere informazioni”.

Dove la stampa in 3D non arriva, arriva l’ingegno

Un problema che però bisogna affrontare con questa tecnologia è l’archiviazione dei dati raccolti. In assenza di connessioni WiFi, è impossibile trasmetterli direttamente, motivo per cui è necessario un sistema che memorizzi le informazioni.

A questo proposito, il team ha utilizzato l’esempio di una penna per insulina. “Puoi ancora prendere l’insulina anche se non hai una connessione WiFi“, ha detto Shyam Gollakota, un altro scienziato coinvolto nel lavoro. “Quindi avevamo bisogno di un meccanismo che memorizza quante volte lo hai usato. Una volta rientrato nell’intervallo, puoi caricare i dati memorizzati nel cloud.”

La soluzione è una molla all’interno che, ogni volta viene premuto un pulsante, diventa sempre più stretta. Quando l’utente torna nel raggio del WiFi, può rilasciare il meccanismo e la molla si srotola, attivando un interruttore che aziona un’antenna incorporata. Ogni pulsante premuto verrà quindi tradotto in un contatto dell’antenna, consentendo la trasmissione dei dati della frequenza di utilizzo.