L’Italia è al centro dello studio sulle tecnologie quantistiche di nuova generazione, grazie all’apertura del Trieste Institute for the Theory of Quantum Technologies.

Un computer tradizionale, uno smartphone, una Smart TV e qualsiasi dell’elettronica consumer funzionano basandosi sul linguaggio binario fatto solo di 0 e di 1. Esiste però una nuova generazione ci computer che non sfruttano la capacità di semi conduttore del silicio per rappresentare gli 0 e gli 1 ma sfruttano le superposizioni quantistiche.

Al posto dei convenzionali bit, nel computer quantistico si usano i qubit, elementi base dell’informazione quantistica codificati dallo stato quantistico in cui si trova una particella o un atomo. Lo spin di una particella, per esempio, ha due stati che possono codificare informazioni binarie. A rendere interessanti, ai fini del calcolo, le particelle atomiche e subatomiche è il fatto che possono esistere anche in una sovrapposizione di stati, ampliando enormemente le possibilità di codifica delle informazioni. Cercando di semplificare, se un bit può essere solo o 0 o 1, un qubit può essere sia 1 che 0 allo stesso momento.

L’istituto di Treieste, nato da un progetto di Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati, Centro Internazionale di Fisica Teorica “Abdus Salam” e Università di Trieste, ha l’obiettivo non solo di creare computer quantistici più efficienti ma anche esplorare il mondo del calcolo quantistico dal punto di vista della crittografia, della comunicazione e della sensoristica.