Chi utilizza costantemente una tastiera meccanica, avrà sicuramente provato un senso di smarrimento utilizzando la tastiera del proprio notebook, una situazione che si presenta soprattutto a chi viaggia spesso per lavoro, tra fiere ed eventi di presentazione. Visto che i notebook con tastiera meccanica si contano davvero sulla punta delle dita, e tra questi non c’è nessun grosso brand, la sola soluzione è quella di dotarsi di una tastiera meccanica “da viaggio”.

Niente di troppo pesante o ingombrante quindi, meglio se con una propria batteria per non incidere sull’autonomia del proprio portatile, e magari con switch a basso profilo per riuscire a infilarla agevolmente nella borsa del computer. In occasione di alcuni viaggi recenti, dove era comunque richiesto un uso abbastanza impegnativo del computer, abbiamo deciso di portare con noi una tastiera meccanica, per ovviare alle difficoltà di riadattamento a una classica tastiera a membrana presente sul nostro MacBook Air.

La scelta è ricaduta su Keychron, un brand in forte ascesa e con un catalogo decisamente ampio in cui scegliere. Il prodotto che ha subito attirato la nostra attenzione è stato Keychron K9 Max, una tastiera meccanica con switch low-profile, layout al 60% e connessione Bluetooth e WiFi oltre che cablata. È compatta, visto che misura 287 x 97,5 x 20,2 millimetri, e pesa 426 grammi, quindi era un’ottima candidata per essere messa nello zaino insieme al MacBook.

L’abbiamo dunque portata con noi in un paio di viaggi di lavoro, ci abbiamo lavorato quotidianamente per un paio di mesi nel nostro studio, l’abbiamo utilizzata per lavorare anche in giro per la casa e oggi proviamo a fare un riassunto di quella che è stata la nostra esperienza. Vantaggi e svantaggi della soluzione, pregi e difetti della tastiera e le nostre impressioni generali su questa scelta.

Compatta e leggera

Keychron K9 Max è una tastiera compatta, già al primo sguardo si capisce che la portabilità è il suo punto di forza. Cinque file di tasti compatti, senza spazi inutili, 61 tasti, con qualche assenza importante e un’ottima sensazione di solidità nonostante il peso la faccia assomigliare più a una tastiera a membrana che a una tastiera meccanica.

Siamo infatti abituati a tastiere ben più pesanti, a partire da quella Keychron Q1 HE che utilizziamo quotidianamente da oltre un anno e che con i suoi 1.735 grammi è tutt’altro che una piuma. A confronto la K9 Max sembra quasi un giocattolo, ma dopo i classici 4-5 giorni necessari per adattarsi alle differenze del layout, e ai tasti mancanti, i risultati sono decisamente soddisfacenti.

Il modello da noi testato monta gli switch Keychron Milk POM, di tipo hot-swappable con retroilluminazione RGB, nella variante Banana, che abbiamo preferito alle versioni Red e Brown. Offrono infatti una migliore risposta tattile e una forza di attuazione di 57 grammi che richiede una pressione decisa, per ridurre al minimo i tocchi accidentali e migliorare la qualità di scrittura. La sola cosa in cui “difettano” questi switch e la rumorosità, che si attesta sui livelli di un tradizionale switch marrone: ottimi per il lavoro in spazi condivisi, meno per chi come noi adora il rumore tipico degli switch blu o delle tastiere con interruttori magnetici.

Sulla parte posteriore della tastiera, leggermente rialzata rispetto alla parte frontale, sono presenti una porta USB-C, il selettore di connessione (WiFi, cavo o Bluetooth) e il selettore del sistema operativo (Windows/Android o macOS). La batteria, pur essendo compatta per contenere il peso, ha una capacità di 1.550 mAh, che tradotta in autonomia significano una settimana piena (con circa 10 ore al giorno e sette giorni di lavoro) tenendo la retroilluminazione spenta, e cinque giornate lavorative da otto ore con la retroilluminazione al minimo. Questo dato scende decisamente alzando la luminosità o scegliendo giochi di luce particolari, ma se la utilizzate per lavoro, è perfettamente utilizzabile anche senza retroilluminazione. Da segnalare che i LED sono di tipo north-facing, che emettono quindi la luce nella parte posteriore del tasto, per cui perdono un po’ di utilità al buio completo.

Keychron K9 Max

Non va dimenticata la possibilità di personalizzare ogni aspetto della tastiera, utilizzando Keychron Launcher, un sistema di configurazione accessibile tramite browser che permette di cambiare praticamente ogni impostazione. Ma di questo vi parleremo meglio tra poco, dopo aver riepilogato quello che troverete nella confezione di vendita.

Oltre alla tastiera è presente un cavo Type-A/Type-C, un ricevitore WiFi a 2,4 GHz, un adattatore USB-C/USB-A femmina/femmina, uno strumento per la rimozione di keycap e uno per estrarre gli switch, nel caso voleste sostituirli. Sono presenti inoltre i tasti per passare dalla tastiera macOS, layout predefinito, a quella per Windows.

L’esperienza d’uso

Il layout ridotto della tastiera porta a dei compromessi che richiedono un minimo di adattamento. Mancano infatti i tasti cursore, i tasti Home e Del, l’apice rovescio “`” e tutti i tasti funzione. Se all’assenza di questi ultimi si può tranquillamente sopravvivere, ben diversa è la situazione con gli altri tasti, molto utilizzati da chi, come noi, scrive parecchi testi e si sposta tra le righe.

La soluzione esiste e sta proprio nella possibilità di personalizzazione offerta da Keychron Launcher. Sulla tastiera sono presenti ben due tasti “Fn”, che permettono di accedere a un totale di quattro diversi layout, così da aggiungere i tasti mancanti. Nel nostro caso abbiamo utilizzato il secondo layer per abbinare i tasti cursore alle lettere WASD, come accade in buona parte dei videogame, e gli altri tasti mancanti a tasti meno utilizzati come “<“e “>”, mentre l’apice, utilizzato per le lettere accentate, è finito in corrispondenza del tasto ESC.

Serve giusto qualche minuto per memorizzare i tasti alternativi, ma una volta abituati alle differenze di digitazione, tutto rientra nella normalità e la produttività non ne risente in modo significativo. Il layout della tastiera è americano, il più amato dai programmatori ma molto comodo da utilizzare anche per chi scrive molto, visto che permette di accentare in maniera corretta tutte le lettere, risparmiando posto sulla tastiera.

Inutile dire che l’esperienza d’uso è appagante, soprattutto per chi è abituato a una tastiera meccanica e ha una certa avversione per le tastiere a membrana. Noi le troviamo meno precise, oltre che meno piacevoli da utilizzare, proprio a causa della corsa ridotta dei tasti, cosa che non accade con questa K9 Max. Pur utilizzando switch a basso profilo, la corsa è sufficientemente ampia da offrire un buon feedback tattile e sonoro, riducendo in maniera drastica gli errori di digitazione.

Lo spazio occupato nello zaino in cui solitamente teniamo il nostro MacBook è decisamente ridotto e il peso non si sente quasi. Per contro però c’è l’indubbia comodità di avere uno strumento più affidabile e piacevole da utilizzare, che riesce a replicare in maniera molto fedele l’esperienza d’uso che avremmo in ufficio con una tastiera più ingombrante e pesante.

Keychron K9 Max

Nel corso dei nostri test abbiamo utilizzato quasi esclusivamente la connessione Bluetooth, per evitare di dover aggiungere la chiavetta USB al computer, e non abbiamo mai avuto problemi di sorta. Nessuna disconnessione, nessun ritardo di input e un risveglio rapido quando la tastiera va in standby per ridurre al minimo i consumi. A differenza di altri modelli, che richiedevano la pressione di più tasti per “risvegliare” la tastiera, con K9 Max basta un tocco per riportarla alla perfetta operatività.

Ottima infine l’autonomia, soprattutto se come noi tenete la retroilluminazione spenta. Siamo riusciti a coprire una intera settimana di lavoro, weekend inclusi, prima di dover procedere con la ricarica che abbiamo sempre effettuato nottetempo o di giorno, semplicemente collegando la tastiera al Mac con un cavo USB-C. I tempi per la ricarica sono decisamente accettabili, in meno di due ore abbiamo sempre fatto il pieno, un risultato davvero niente male.

Considerazioni finali

Vale dunque la pena spendere i 121,99 euro del prezzo di listino per portarsi a casa Keychron K9 Max? A nostro avviso si, nonostante le limitazioni del formato ridotto che comporta l’assenza di alcuni tasti, i benefici sono innegabili, soprattutto per chi scrive molto ed è abituato a usare una tastiera meccanica. Per noi è stata una opzione fondamentale per mantenere sempre una buona produttività anche lontano da casa, al netto di qualche minuto per riabituarsi al layout particolare.

Le dimensioni compatte e il peso ridotto la rendono comoda da tenere nello zaino, pronta all’uso in qualsiasi situazione, sia che vogliate lavorare sul tavolo in giardino sia che siate in viaggio di lavoro. Magari non è il massimo in aereo, questo va detto, ma in qualsiasi stanza di hotel avrete un tavolino sufficientemente ampio per appoggiare sia il notebook che la tastiera.

Pro:

    • leggera e compatta
    • buona autonomia

Contro:

    • il formato 60% è limitante
    • gli switch low profile richiedono adattamento

Voto finale:

8.1