Con l’evoluzione della tecnologia indossabile si potrebbe essere arrivati ad un importante punto di svolta anche per quanto concerne il campo medico, lo dimostra uno studio avente come protagonista l’indossabile marchiato Apple e condotto dalla Stanford Medicine su ben 400.000 persone. Tale studio ha il nominativo di Apple Heart Study e come punto focale la possibilità di notificare all’utente che lo utilizzava qualsiasi irregolarità cardiaca che fosse degna di nota.

Nello specifico, viene riportato un caso riscontrato in un certo “Scott Kilian”, di professione avvocato, ma anche un ragazzo che si diletta nelle forze dell’ordine e nel pugilato nel suo tempo libero. Il soggetto in questione ha sempre utilizzato l’indossabile Apple Watch al suo polso, sia durante la quotidianità lavorativa sia in quella sportiva, seppur infatti durante tali attività non vi furono mai irregolarità cardiache, durante una giornata particolarmente stressante Scott ha ricevuto una notifica direttamente dallo smartwatch (a mezzanotte) che lo informava su alcune irregolarità presentate dal battito cardiaco.

Ulteriori scansioni hanno rivelato quattro arterie quasi bloccate, che hanno richiesto un rapido intervento chirurgico e il posizionamento dello stent. Possiamo quindi affermare che l’Apple Watch al suo polso ha lanciato il primo campanello d’allarme che ha portato poi il soggetto a salvarsi la vita, sicuramente un fatto degno di nota e da sottolineare.

Per avere un quadro più ampio invece inerente allo studio sopracitato, la Stanford Medicine ha rilevato che “l’allarme” è arrivato allo 0,16% delle persone sotto i 40 anni, al 3% delle persone sopra i 65 anni, proprio come dovrebbe essere. Possiamo quindi affermare che lo smartwatch di Apple sarebbe in grado di salvare alcune vite? Non possiamo pronunciarsi con assoluta certezza in merito a ciò, ma sicuramente può contribuire per un monitoraggio cardiaco più frequente e dettagliato rispetto ai classici metodi di rilevamento.