Quando alcuni giorni fa da NVIDIA GeForce Now scomparivano improvvisamente i giochi di Activision Blizzard, le critiche da parte degli abbonati al servizio non hanno tardato a presentarsi, giustamente. Un portavoce ha subito chiarito la situazione, ma ora emergono ulteriori dettagli da una vicenda decisamente delicata.

I motivi e le conseguenze del divorzio fra NVIDIA e Activision

Martedì scorso titoli come Diablo 3, Call of Duty: Modern Warfare e Overwatch, titoli di casa Activision Blizzard, sono scomparsi da NVIDIA GeForce Now. Un portavoce dell’azienda ha subito chiarito la situazione spiegando la situazione come da prassi consolidata dato che, proprio come altri fornitori di servizi digitali, l’evoluzione di una piattaforma del genere comporta nuove aggiunte e, alle volte, rimozioni.

A distanza di qualche giorno, tuttavia, un portavoce di NVIDIA ha dettagliato la faccenda in maniera più precisa. Il motivo della rimozione dei giochi di Activision Blizzard sta nel fatto che l’azienda faceva parte solamente del beta test di GeForce Now, di qui la presenza dei suoi titoli.

Ma visto che i 90 giorni sono passati, ad oggi l’azienda desidera la sottoscrizione di un contratto commerciale per partecipare al progetto di NVIDIA, perciò la rimozione dei giochi, se momentanea o meno dipende dall’eventuale collaborazione futura fra le due società. Fa sperare la notizia che i negoziati fra le due parti sono già in corso, perciò non è affatto da escludere un prossimo ritorno.

Tutto questo, dal punto di vista aziendale. Nei panni dell’utente è lecito preoccuparsi e storcere il naso al leggere di situazioni del genere. Ma d’altronde bisogna soltanto riconsiderare quanto provato finora, cioè pensare a un abbonamento a un servizio come GeForce Now o simili, come una forma di comodato d’uso solo temporaneo a un gioco o a un catalogo, nulla di più.