Attraverso una serie di studi condotti da alcuni ricercatori dell’Università del Michigan, è stato scoperto che una combinazione di suoni udibili ed ultrasuoni (chiamato attacco Blue Note) può essere fatale per gli HDD meccanici.
Il funzionamento è abbastanza ingegnoso, visto che l’utilizzo di suoni udibili provoca la vibrazione eccessiva dei piatti mentre l’utilizzo degli ultrasuoni sembra alterare il campo magnetico dei piatti, cancellando o comunque creando errori nei dati.
In poche parole, dei suoni oltre i 120 dB su determinate frequenze possono creare la corruzione dei dati memorizzati all’interno attraverso un effetto risonanza sui piatti.
Se un attacco Blue Note è quasi del tutto inutile e poco pratico contro i computer domestici delle persone, potrebbe essere un enorme problema per i server delle aziende o, ancora di più, per i sistemi di videosorveglianza dei negozi.
I ricercatori hanno portato i risultati dei loro test alla IEEE (Institute of Electrical and Electronics Engineers) al fine di avvertire le aziende che si possono usare anche gli ultrasuoni per mettere al tappeto gli hard disk magnetomeccanici.
Chiaramente il Blue Note è del tutto inutile per mettere fuori uso gli SSD, dal momento che questi ultimi non utilizzano alcuna parte meccanica da far vibrare ma solo delle memoria flash (in questo caso sarebbe più utile una EMP).
Ricordiamo che l’utilizzo degli ultrasuoni è avvenuto anche nei test per dimostrare che alcuni smart speaker possono essere ingannati con comandi fasulli modulando correttamente un segnale con frequenza ultrasonica.
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