Nel vasto e sempre più affollato panorama degli strumenti basati sull’intelligenza artificiale generativa, dominato finora da colossi come OpenAI con Sora e Google con Veo, l’azienda fondata da Elon Musk xAI ha deciso di prendere una direzione completamente diversa, e per certi versi provocatoria, introducendo ufficialmente Grok Imagine, una nuova piattaforma per la creazione di immagini e brevi video animati a partire da prompt testuali o contenuti visivi di riferimento; fin qui tutto normale.

La vera novità, nonché motivo di discussione, è la presenza di una modalità di generazione esplicitamente definita Spicy (ossia Piccante), che secondo quanto emerso in queste ore permetterebbe agli utenti di generare contenuti NSFW (Not Safe For Work), comprese immagini di nudo o a sfondo sessuale. Un approccio decisamente opposto rispetto a quanto visto finora sulle piattaforme concorrenti, che cercano invece di prevenire (o bloccare del tutto) questo tipo di utilizzi.

Grok Image ha una modalità Spicy che non lascia molto spazio all’immaginazione

Stando alle testimonianze raccolte dagli utenti, la modalità Piccante di Grok Image sarebbe in grado, in alcuni casi, di rimuovere digitalmente gli indumenti da immagini create, generando corpi nudi a partire da fotografie apparentemente innocue; non si tratta dunque solo di generazione da prompt testuali, ma anche di un utilizzo discutibile della funzione image-to-video che, almeno nelle intenzioni, dovrebbe semplicemente animare immagini statiche.

È proprio in quest’ambito che Grok Imagine si distingue, nel bene e nel male, dai competitor; non è possibile creare un video da un prompt testuale puro, ma è necessario prima generare un’immagine oppure caricarne una dalla propria galleria, che poi viene animata tramite una delle quattro modalità disponibili: Normale, Divertente, Personalizzata e Piccante.

Quest’ultima, come facilmente intuibile, è quella che sta attirando maggiore attenzione e polemiche all’interno della community.

Grok Imagine integra un motore text-to-image abbastanza flessibile, che consente agli utenti di scegliere tra vari stili grafici (dal fotorealismo all’anime, passando per illustrazioni e stili cartoon) e, in maniera piuttosto curiosa, offre anche una modalità vocale per dettare i prompt anziché digitarli; secondo Musk, questa funzionalità sarà particolarmente apprezzata dai più giovani, una dichiarazione che, vista la natura della modalità Spicy, solleva più di una perplessità.

Sul piano tecnico, lo strumento sembra offrire prestazioni paragonabili ad altri tool di nuova generazione, con un’interfaccia che ricorda vagamente le app di editing video mobile, e con un sistema di effetti audio integrati che arricchisce i contenuti animati, in particolare quelli in stile meme o destinati ai social.

Ciò che desta maggiore preoccupazione tuttavia, è l’apparente assenza di filtri o meccanismi di moderazione efficaci, almeno in questa fase iniziale; sebbene alcune limitazioni siano già attive (per esempio nella generazione di immagini riconducibili a celebrità), non è chiaro quali barriere siano state implementate per evitare abusi o contenuti non consensuali, soprattutto considerando la possibilità di caricare immagini reali da utilizzare come base.

Nonostante le dichiarazioni pubbliche di Musk, che descrive Grok Image come una sorta di AI Vine, un’app con un’anima da piattaforma video virale, la realtà dei contenuti generati racconta uno scenario ben diverso, con donne fotorealistiche rappresentate nude o in pose sessualmente esplicite, e sperimentazioni sempre più spinte da parte degli utenti più curiosi.

Grok Image è attualmente disponibile solo per gli abbonati ai piani SuperGrok e Premium Plus X, esclusivamente tramite l’app Grok su iOS, una versione in accesso anticipato è in fase di rollout anche su Android ma, almeno per il momento, limita l’esperienza alla sola generazione di immagini, senza possibilità di creare video animati.

Secondo quanto dichiarato da Musk, dallo scorso lunedì sono state generate oltre 34 milioni di immagini attraverso Grok Image, un dato che, al netto delle implicazioni etiche, sottolinea l’altissimo tasso di engagement e la curiosità che uno strumento di questo tipo riesce a generare.

Con Grok Image, xAI ha deciso di infrangere i limiti imposti dalla prudenza delle big tech, offrendo uno strumento potente ma al momento scarsamente regolamentato, che pone un serie di interrogativi su privacy, etica e sicurezza, soprattutto in un contesto dove l’accesso a queste tecnologie sta diventando sempre più semplice e diffuso.

Gli utenti farebbero bene a prestare particolare attenzione nell’utilizzo della modalità Piccante, consapevoli dei rischi e delle implicazioni connesse alla generazione di contenuti sensibili; e mentre la concorrenza lavora per rafforzare i controlli e le policy, xAI sembra puntare all’approccio opposto, con l’evidente intento di guadagnare terreno rispetto ai principali competitor, del resto, sappiamo tutti cosa tira più di un carro di buoi.