Il diritto all’oblio è una pratica europea (regolata dal GDPR agli articoli 17, 21 e 22) che consente, per giusti motivi, di chiedere ai motori di ricerca di eliminare qualsiasi collegamento sui propri database che riportino alla propria identità.

Il tribunale distrettuale di Amsterdam ha costretto Google a rimuovere i risultati della ricerca relativi alle passate sospensioni mediche di un chirurgo olandese, stando a quanto riferito da The Guardian. La sospensione originale è stata successivamente ridotta a una sospensione condizionale in appello, ma le informazioni obsolete erano ancora presenti nei risultati di ricerca di Google, influenzando potenzialmente i pensieri di pazienti e potenziali ospedali.

Si ritiene che la sentenza sia la prima volta che un risultato di ricerca relativo alla negligenza medica venga rimosso in quasi cinque anni da quando l’UE ha stabilito per la prima volta il “diritto all’oblio” dei suoi cittadini.

In questione c’erano link a un sito web che contiene una lista nera non ufficiale di medici sospesi. In precedenza il chirurgo olandese in questione aveva veduto sospeso la registrazione all’albo medico, ma in seguito alla modifica della pena in sospensione condizionale, il medico avrebbe potuto avere delle pessime referenze dal web.

L’autorità olandese per la privacy Autoritait Persoonsgegevens insieme a Google hanno inizialmente respinto la richiesta sostenendo che la continuazione dell’esercizio del chirurgo ha significato che i risultati della ricerca erano ancora rilevanti, ma questa decisione è stata annullata lo scorso luglio dalla corte distrettuale. Da allora, l’avvocato del chirurgo ha chiesto la rimozione di altri 15 medici da questa lista nera, anche se al momento non sappiamo quale sia stato l’esito.