Amazfit Bip 3 Pro è una goduria al polso: la recensione

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Lo abbiamo definito l’Amazfit Bip migliore di sempre ed è effettivamente così perché Amazfit Bip 3 Pro mette insieme un pacchetto, design-prezzo-estetica, che fa sì che sia il top fra i modelli presentati finora, anche se, ahimè, con una mancanza ingiustificabile. Ho avuto e utilizzato con piacere tutti i modelli precedenti, anche se sto usando da qualche mese Amazfit GTR 3 Pro, ormai insostituibile per me, ed è stato quindi un piacere provare anche l’ultimo modello, curioso delle tante novità che esso porta con sé rispetto ai predecessori. Ma come dicevo c’è anche una cosa che, da utilizzatore seriale di Amazfit Bip, non mi è piaciuta per niente e che ritengo un grosso passo indietro perché chi vuole e compra un Amazfit Bip lo fa principalmente per quella caratteristica, che pochissimi altri offrono in questo momento.

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Molto bello esteticamente

C’è ben poco da dire lato estetico perché è il classico Amazfit Bip, col suo, ormai iconico, design, anche se qui è leggermente rivisto affinché ci sia più armonia grazie a delle curve più morbide e omogenee. È fatto di plastica e il display è ricoperto di un resistente vetro, mentre il cinturino è fatto del solito silicone che non permette alla pelle di respirare, genera sudore e si usura in pochi giorni; qui è un poco migliorato rispetto a quelli passati, però non è ancora di qualità. Poi è resistente, ben costruito, leggero e compatto, è un vero e proprio gadget tech niente male.

Il solito Bip con qualche cosa in più

Anche qui il discorso segue un po’ quello visto con l’aspetto estetico perché Amazfit Bip 3 Pro non stravolge nulla rispetto al passato ma anzi conserva le caratteristiche e la qualità dei modelli precedenti aggiungendo qualche funzione nuova, grazie anche a nuovi sensori. È il classico Amazfit Bip, soprattutto se paragonato al predecessore, con le medesime funzioni e la stessa ottima precisione dei dati registrati, con in più alcune funzioni che ormai spopolano tra gli smartwatch degli ultimi anni. Amazfit Bip 3 Pro quindi porta con sé, oltre alle solite cose, la possibilità di fungere da tasto di scatto per la fotocamera dello smartphone a cui è abbinato, la registrazione dello stress, la registrazione del ciclo mestruale, l’allenamento respiratorio, la misurazione della quantità di ossigeno nel sangue e la registrazione della fase REM durante il sonno; oltre a queste cosette nuove, chiaramente permette di monitorare il sonno, di registrare i passi percorsi, le calorie bruciate e la distanza percorsa, di leggere le notifiche, di visualizzare le previsioni del meteo, di registrare i percorsi e i dati degli allenamenti, sfruttando anche il GPS e il GLONASS e gli oltre 60 programmi, di utilizzare la funzione PAI e di fare tutte le solite cose viste con i modelli precedenti e che ritroviamo ormai in tutti gli smartwatch più recenti.

Allora, al di là del numero di funzioni e quello che permette o non permette di fare, ciò che mi ha sorpreso di Amazfit Bip 3 Pro sono la precisione e l’affidabilità con cui funziona e registra i dati: sono un malato dello sport e mi alleno con continuità e duramente e ci tengo abbastanza ai dati e posso dire con certezza che è molto preciso nella misurazione dei dati, che siano battiti cardiaci, ossigenazione del sangue, sonno, passi o distanza, anche mettendolo a confronto con altri dispositivi concorrenti. I dati che registra e che poi mostra, attraverso l’applicazione Zepp e il suo piccolo display, sono veritieri e permettono di avere un quadro concreto, affidabile e completo sulle attività quotidiane.

Il punto fondamentale affinché ciò sia possibile, ovviamente, come per tutti i dispositivi di questo genere, è che sia ben stretto al polso a una distanza di un paio di centimetri dalla mano, altrimenti potrebbe capitare che le misurazioni siano meno precise o falliscano del tutto (parlo, per esempio, dello stress, dell’ossigenazione del sangue e dei battiti cardiaci). E questo penso che sia un aspetto fondamentale perché uno smartwatch deve innanzitutto essere credibile e lui lo è, in ogni ambito. Da sottolineare che permette di comandare la riproduzione musicale sullo smartphone (non è possibile archiviare brani nella sua memoria), di personalizzare il quadrante con tantissimi temi e che gode dell’ottimo software dei tanti recenti smartwatch Amazfit, che è bello da vedere, semplice da usare, reattivo e ricco di funzioni.

E ora veniamo al tasto dolente, a ciò che all’inizio ho definito una mancanza ingiustificabile: il display, per carità, è un enorme passo avanti rispetto a quello dei modelli precedenti per brillantezza, saturazione dei colori e per definizione (240 x 280 pixel in 1,69 pollici), ma non è di tipo transflettivo; ebbene sì, con mia amara sorpresa, ho dovuto accettare il fatto che il display di Amazfit Bip 3 Pro è di tipo IPS e non transflettivo, con tutto ciò che ne consegue, a partire dall’assenza di una visualizzazione continua della watchface. Infatti, dopo un timeout personalizzabile, il display si spegne e per riaccenderlo è necessario premere il tasto laterale oppure ruotare il polso, per cui non è sempre acceso come nei modelli precedenti.

Ciò, al di là delle preferenze personali e dei vantaggi delle due tecnologie, è, almeno per me, è un passo indietro grandissimo perché, e sempre secondo me, chi adocchia, e poi magari compra, un Amazfit Bip lo fa principalmente per la sua, orma ex, caratteristica unica del display sempre acceso e pronto all’uso, che dà un plus non da poco nella visualizzazione di orario, data e degli altri parametri della watchface impostata. Invece Amazfit Bip 3 Pro monta un display IPS che sì, come dicevo, è di una qualità visiva nettamente superiore rispetto a qualsiasi altro di tipo transflettivo però non offre quella caratteristica unica che contraddistingueva e rendeva unici gli Amazfit Bip. E per me questo era un aspetto fondamentale che mi faceva preferire un Amazfit Bip ad altri dispositivi (e, aggiungo, che non c’è l’always-on-display, che comunque avrebbe voluto dire tanti saluti all’autonomia).

Buona autonomia, ma…

Anche l’autonomia, punto di forza dei modelli precedenti, non è granché con Amazfit Bip 3 Pro perché garantisce sì un buon numero di giorni d’utilizzo (anche 15-20, dipende da quanto e come lo si usa, soprattutto dalle accensioni e dalla luminosità del display) ma non è per nulla paragonabile a quella dei predecessori che arrivava anche a 2-3 mesi. Detto ciò, però offre una durata della batteria sopra la media e migliore di quella di tantissima concorrenza, anche perché è un prodotto completo e che non si fa mancare niente sotto ogni punto di vista. Amazfit ne dichiara 14 con un uso normale e 7 con un uso intenso, ma riesce a garantire anche qualcosina in più tirando fuori il massimo dalla batteria da 280 mAh.

Qualche considerazione finale

E siamo giunti alla resa dei conti. Confermo, e non potrebbe essere diversamente, che Amazfit Bip 3 Pro è il migliore Amazfit Bip perché è il più completo, preciso e affidabile di tutti e poi esteticamente è molto più gradevole ed elegante rispetto agli altri. Al prezzo a cui viene venduto in Italia, inoltre, fa venire l’acquolina in bocca poiché a 69,90 euro praticamente non possiede rivali, nemmeno aumentando il budget fino a un centinaio di euro. È uno smartwatch ben fatto e che funziona bene e che può essere un degno compagno di vita, però è bene che sia chiaro che non offre quella caratteristica distintiva del display sempre acceso che poneva gli Amazfit Bip su un altro livello, anche rispetto alla concorrenza superiore. E, nonostante sia ricco di funzioni e abbia tutto ciò che serve nel quotidiano, offre caratteristiche in meno rispetto ai modelli di fascia alta di Amazfit, ma questo è comprensibile. Amazfit Bip 3 Pro è disponibile all’acquisto in nero, bianco e rosa online sul negozio di Amazfit e su MediaWorld, Amazon, Euronics e altri vari.

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