Recensione COROS Apex 46 – Pur essendo un brand relativamente nuovo nel mercato degli sportwatch, COROS è rapidamente riuscito a guadagnare la fiducia di tanti appassionati grazie a una serie di prodotti caratterizzati da un prezzo adeguato alle prestazioni offerte.

Ho dunque voluto toccare con mano la qualità di questi prodotti e oggi vi parlo di COROS APEX, nella versione con cassa da 46 millimetri, uno sportwatch di fascia media che punta a contrastare il dominio di Garmin e Polar in questo mercato. L’ho tenuto al polso per quasi un mese, durante il quale l’ho utilizzato 24 ore su 24, giorno e notte, e ovviamente nei miei allenamenti (corsa e ciclismo): oggi vi racconto come si è comportato in questa prova, con pro e contro.

Un perfetto compagno di allenamenti

COROS APEX è a tutti gli effetti uno sportwatch, pensato quindi per gli appassionati di attività sportive (in casa e all’aperto) che non disdegna le funzioni smart. La prima caratteristica che ho apprezzato è l’assenza di uno schermo touch: pur essendo molto comodo nell’uso di tutti i giorni, diventa indubbiamente più complicata la gestione durante lo sport, in particolare durante la corsa.

COROS Apex 46

Sono presenti due soli tasti, più che sufficienti per interagire in modo perfetto con il dispositivo. Il pulsante superiore è in realtà una corona, che permette di scorrere tra i menu e di confermare la selezione con una pressione. È associata a un feedback aptico di buona qualità anche se la vibrazione non è secca e potrebbe essere migliorata. Il pulsante inferiore invece è utilizzato per tornare indietro nei menu e, con una pressione prolungata, per accedere al menu principale.

Del software però vi parlerò più avanti, ora passiamo alla parte di acquisizione del segnale, decisamente fondamentale per uno sportwatch. Inizialmente COROS APEX supportava i sistemi GPS/QZSS, GLONASS e BeiDou, ma con un aggiornamento del firmware rilasciato a fine 2021 è stato aggiunto anche il supporto a Galileo, per una copertura sicuramente completa.

L’acquisizione del segnale, nelle settimane in cui ho utilizzato lo sportwatch è sempre stata veloce, tempo di uscire di casa, fare qualche decina di metri per arrivare alla strada e i satelliti erano agganciati, senza che il segnale andasse perso, nemmeno passando nei boschi più fitti.

COROS Apex 46

Sono 22 le modalità sportive supportate, un numero che potrebbe sembrare basso se paragonato a qualche smartwatch, ma più che sufficiente per chi ama lo sport. Possiamo infatti tracciare corsa (anche indoor e trail), corsa in pista, passeggiate in montagna, bici (anche indoor) nuoto, canottaggio, triathlon ed esercizi cardio oltre a sci alpino, snowboard e sci di fondo.

Una dotazione più che adeguata insomma, che non dovrebbe scontentare nessuno, vista la presenza della modalità “Multisport” per tracciare le attività non incluse. Il segnale registrato è decisamente ottimo e se rapportato su una mappa reale, come ad esempio Google Maps, non si osservano grossi discostamenti, tenendo anche conto del fatto che correndo a piedi è possibile tagliare alcune parti di strada.

Completa la dotazione tecnica, con misuratore del battito cardiaco, accelerometro, giroscopio, bussola a altimetro barometrico. Quest’ultimo risulta abbastanza preciso, anche riportando i dati su Strava non ho riscontrato particolari scostamenti. In tutte le mie uscite l’ho messo a confronto con il Garmin Forerunner 935 che uso da oltre due anni e i dati raccolti sono decisamente omogenei.

Peccato solo per l’assenza del misuratore del livello di ossigeno nel sangue, una carenza colmata da COROS APEX Pro, di cui vi porteremo molto presto la nostra prova su strada. Per il resto è da sottolineare la cornice in lega di titanio e il vetro zaffiro, che resiste ai graffi e ai maltrattamenti molto meglio di un normale vetro. Il cinturino da 22 millimetri, dotato di sistema rapido di sgancio, è realizzato in silicone di qualità, tanto che indossandolo 24 ore al giorno per quasi un mese non ho riscontrato arrossamenti o irritazioni alla pelle, come capita invece con cinturini di scarsa qualità.

COROS Apex 46

Prima di parlare di autonomia devo però parlarvi dello schermo, un pannello di tipo memory LCD, che mi ha ricordato, in meglio, lo schermo di tipo transflettivo del Forerunner 935. Perfettamente visibile sotto il sole o sotto la luce diretta, anche minima, con una retroilluminazione molto buona che non va a falsare i colori. In questo modo è sempre possibile visualizzare l’ora e i dati durante l’attività sportiva, una prerogativa che considero imprescindibile su un qualsiasi orologio.

Autonomia monumentale

È proprio il pannello di tipo memory LCD il principale artefice di un’autonomia che non esito a definire spaventosa. Abituato ai 5 giorni del Forerunner, e ai tre giorni del TicWatch Pro 3 Ultras che uso quotidianamente, questo COROS APEX mi ha davvero impressionato. Vi basti pensare che l’ho caricato completamente prima di metterlo in funzione e in un mese di prova ho dovuto caricarlo una sola volta, dopo circa tre settimane di utilizzo continuo.

Ho attivato le notifiche dallo smartphone, ma di queste vi parlerò tra poco, il monitoraggio del battito cardiaco ogni ora (e anche questo va a incidere parecchio sui consumi), e ho utilizzato il GPS per circa 5 ore a settimana. Un totale, in quasi quattro settimane, di oltre venti ore di GPS, un risultato che va ben oltre le mie aspettative.

Va detto che COROS parla di 35 ore (al massimo) di utilizzo con il GPS attivo, senza ovviamente tenere conto dell’utilizzo normale. È quindi probabile che con un uso inferiore del GPS, nell’ordine delle 2-3 ore a settimana, sia tranquillamente possibile raggiungere un mese di autonomia, un risultato al momento impossibile per la maggior parte dei dispositivi in commercio.

La ricarica, che avviene con un connettore a tre poli, richiede poco meno di due ore per essere completata, assicurando parecchie settimane di utilizzo continuo. Se poi disattivate le notifiche, utilizzandolo solo per l’attività sportiva e per tracciare il sonno e le attività di fitness quotidiano, superare un mese sarà tutt’altro che un’utopia.

Da questo punto di vista quindi COROS non deve prendere esempio da nessuno, anzi, deve essere la concorrenza a cercare di raggiungere risultati simili, che qualsiasi sportivo si aspetta da un dispositivo di questo tipo. Mi è capitato un paio di volte di uscire a correre e di accorgermi al rientro che il Forerunner era spento, perché avevo dimenticato di ricaricarlo, mentre l’APEX perdeva pochi punti percentuali di batteria a ogni uscita.

Sotto questo punto di vista quindi COROS APEX è promosso a pieni voti e diventa a pieno diritto un punto di riferimento nel settore.

Un software di buona qualità

Buone notizie anche per quanto riguarda il software, su cui in realtà nutrivo qualche dubbio, vista la completezza dei prodotti della concorrenza provati questi anni. Per analizzare tutti i dati, o per trasferirli a software di terze parti (Strava su tutti, ma sono supportati anche Training peaks, Komoot, Relive, adidas Running, Final Surge, Runalyze, Running Quotient, Decathlon e WeRun) è disponibile sul Play Store, ma anche su AppStore, la companion app di COROS, davvero ben realizzata nella sua semplicità.

Anche il software dello sportwatch è decisamente maturo e completo, al contrario di quello che potrebbe sembrare accedendo al menu principale. Troviamo una funzione che prevede l’autonomia in base all’utilizzo degli ultimi giorni, sveglia, cronometro e timer, modalità Non Disturbare, bussola, metronomo (ottimo per trovare una cadenza costante in allenamento, una funzione per visualizzare i satelliti connessi e le app di navigazione.

In particolare è possibile caricare le mappe, per muoversi anche senza la necessità di avere uno smartphone ed esplorare nuovi sentieri o percorsi, ma anche caricare dei percorsi caricati tramite la companion app, per ricevere indicazioni durante l’allenamento ed essere sicuri di non sbagliare strada. Ho sfruttato questa funzione in un paio di uscite in mountain bike, per esplorare alcuni nuovi percorsi evitando di sbagliare strada (cosa facile muovendosi per i sentieri collinari in cui vivo). Per creare un nuovo percorso dovrete ricorrere a soluzioni esterne (nel mio caso Strava) e importare i dati, cosa che avviene automaticamente dopo aver collegato l’account COROS a quello di Strava.

Allo stesso modo è possibile creare degli allenamenti personalizzati in una delle quattro discipline base (corsa, bici, nuoto e forza) o un piano di allenamento completo, ideale per chi sta preparando una gara o vuole raggiungere determinarti risultati.

Per ogni sport è possibile personalizzare il layout della schermata e scegliere quali dati visualizzare. Potete inoltre creare diversi quadranti e passare da uno all’altro semplicemente scorrendo con la corona. Potrete così visualizzare, nel caso della corsa o del ciclismo, i tempi sul chilometro, la distanza percorsa, l’ora del giorno, il passo o la velocità media, la frequenza cardiaca e le varie zone cardio, così da sapere se vi state allenando nel modo corretto.

Dopo aver corso per almeno una settimana, o per almeno sette volte, vengono mostrate sullo sportwatch una serie di interessanti statistiche sulle prestazioni, sullo stato di affaticamento e sui tempi di recupero, tutte informazioni utili per evitare di sovraccaricare rischiando pericolosi infortuni.

Tramite l’app è poi possibile attivare le notifiche, selezionando in maniera semplice quali possono arrivare allo smartwatch e quali invece non devono essere visualizzate. Non è possibile rispondere ai messaggi ma è comunque un’ottima soluzione per evitare di controllare lo smartphone ogni 5 minuti.

L’applicazione è realizzata molto bene, non richiede alcuna sottoscrizione per analizzare tutti i dati raccolti e offre quattro sezioni principali. Una dedicata ai dati fitness delle ultime 24 ore (calorie, passi, frequenza cardiaca, esercizio e sonno), una per il dettaglio degli allenamenti effettuati, con la possibilità di esportare i tracciati e analizzarli con app o software di terze parti, la scheda EvoLab che permette di gestire i piani di allenamento, i percorsi, i record, le previsioni in gara e numerosi altri dettagli.

L’ultima scheda invece è dedicata all’orologio collegato, per gestire i quadranti della attività, il quadrante principale, gli aggiornamenti, i file (allenamenti, percorsi) caricati sul dispositivo, l’aggiornamento dei dati satellitari e la gestione delle notifiche.

Un’app davvero completa e in cui non manca davvero niente, perfetta a mio avviso anche per gli utenti più esigenti che vogliono avere una montagna dio dati da analizzare.

In conclusione

Siamo dunque arrivati alle conclusioni che, come potrete immaginare non possono che essere positive. Un dispositivo dal prezzo adeguato (la versione con cassa da 46 mm costa 349 euro), con un’autonomia semplicemente mostruosa, con una scheda tecnica quasi perfetta e un software che nel complesso fa il suo, fornendo un sacco di informazioni utili.

Per maggiori informazioni su COROS APEX e sugli altri prodotti del brand americano vi rimandiamo alla pagina ufficiale di Gravity Distribution, il distributore ufficiale per l’Italia.