Recensione Welock Fingerprint Smart Lock – Qualche settimana fa vi ho parlato di una serratura elettronica Welock, caratterizzata dalla presenza di un tastierino numerico per l’apertura. Oggi vi parlo di Welock Fingerprint Smart Lock Touch41, caratterizzata, come lascia ampiamente intendere il nome, dalla presenza di un lettore di impronte digitali.

Installazione e prima configurazione

Come per la versione PCB41 con tastierino, anche l’installazione del modello Touch41 è decisamente semplice e alla portata di tutti. È compatibile con porte di spessore compreso tra 50 e 100 millimetri ma si adatta anche a porte di spessore inferiore, con una parte del cilindro che sporge dalla parte esterna.

Nella confezione di vendita è presente tutto quello che serve (fatta eccezione per tre batterie mini stilo): una chiave a brugola per rimuovere il pomello interno, così da installare la serratura, e per aprire la parte che copre il vano batterie, e un cacciavite da utilizzare sia per aprire il comparto delle batterie sia per rimuovere la vite che blocca il cilindro.

Nel mio caso è stato sufficiente rimuovere la vite, sfilare il cilindro e inserire la Touch41, utilizzando la chiave a brugola per fissare il pomello interno e il cacciavite per chiudere la vite che tiene in posizione il cilindro. La mia porta ha uno spessore ridotto per cui, come la volta scorsa, parte del cilindro sporge, ma alla fine è un fatto estetico a cui si può ovviare sostituendo la placca che copre la serratura.

Internamente invece nessun problema, con il pomello che può essere utilizzato al posto della normale maniglia per aprire la porta in maniera veloce. Dopo aver inserito le tre batterie, operazione che può essere fatta in maniera molto semplice anche con la serratura montata (richiede meno di un minuto) è sufficiente seguire le istruzioni in italiano presenti nella confezione per portare a termine la configurazione iniziale.

È  richiesto l’inserimento di una impronta “master”, che potrà essere utilizzata anche per aprire la porta, che sarà richiesta per ogni intervento successivo sulle impostazioni di sistema. Sul pomello esterno è presente un codice QR da inquadrare con la companion app così da abbinare la serratura allo smartphone, via Bluetooth, e poter gestire le varie impostazioni, oltre che aprire la porta.

Welock Touch41

Con l’impronta master è possibile registrare altre impronte o chiavi RFID, nella confezione ce ne sono tre, mentre dallo smartphone è possibile impostare la validità delle chiavi o delle impronte, una funzione utile, ad esempio, per fornire accesso temporaneo alla propria abitazione o ad alcune stanze.

Sblocco semplice e sicuro

Lo sblocco può dunque avvenire in tre modi: con l’impronta digitale, con una chiave RFID o con lo smartphone. Quest’ultima modalità è forse la meno comoda visto che richiede almeno una decina di secondi tra apertura dell’app, abbinamento alla serratura e sblocco. Decisamente più veloce l’apertura con l’impronta o con la chiave RFID, anche se c’è ancora un piccolo inghippo.

Welock Touch41

Così come accadeva sulla PCB41, anche su questa Touch41 è necessario premere il tastino posto davanti al lettore di impronte per “risvegliare” la serratura, sia nel caso venga utilizzata l’impronta sia nel caso in cui si utilizzi la chiave RFID. Si tratta di una scelta volta indubbiamente a ridurre i consumi, visto che tenere sempre la serratura in stand-by avrebbe inciso pesantemente sull’autonomia.

Questo non va sicuramente a inficiare l’uso della serratura, aggiunge solo un piccolo passaggio che potrebbe rappresentare un problema per gli anziani. Nel corso dei miei test ho utilizzato sia l’impronta che la chiave RFID per aprire la porta, senza incontrare alcun tipo di problema e lo stesso hanno fatto i miei familiari.

Sicuramente è una soluzione comoda, soprattutto per chi vive in condominio e magari deve scendere in cantina o in garage e non vuole rischiare di rimanere chiuso fuori di casa perché ha scordato di prendere le chiavi dell’ingresso. La serratura si blocca automaticamente dopo 10 secondi, ma è possibile far scendere questo valore fino a 5 secondi, così da garantire una maggiore sicurezza uscendo di casa. Non serve quindi nessuna operazione per attivare la serratura, che si bloccherà al termine del timeout, molto comodo se avete le mani occupate o se siete di fretta.

Facile da utilizzare

Ho fatto provare la serratura ad amici o parenti, che in nessun caso hanno riscontrato problemi di sorta: sia i bambini che gli adulti, compresi quelli più avulsi dalla tecnologia, sono riusciti ad azionare correttamente la Welock Touch41, senza che ci sia stato alcun malfunzionamento.

Stavolta ho utilizzato delle batterie usate e dopo un paio di settimane si è verificato il caso in cui la porta non si apriva a causa dell’assenza di alimentazione. Ho quindi utilizzato il power bank che tengo in cantina per le emergenze, ho alimentato la serratura e ho aperto in maniera davvero semplice tramite l’applicazione.

A mio avviso la soluzione più semplice è quella di tenere un pacco di batterie in un posto comodo, assieme alla scatolina degli attrezzi in dotazione, così da sostituire le batterie e rientrare in casa in pochi secondi, anche senza smartphone.

Il lettore di impronte è sufficientemente veloce, anche se alcune volte fatica a riconoscere l’impronta, soprattutto in presenza di sudore o sporco. In ogni caso è sufficiente ripetere la lettura per farsi riconoscere, nel caso peggiore ho dovuto passare due volte il dito, niente di significativo quindi.

In conclusione

Cosa dire dunque di questa Welock Touch41? Sicuramente si tratta di una soluzione intelligente, pensata anche per chi ha poca dimestichezza con la tecnologia e che non richiede alcuna competenza per la sua installazione, visto che basta saper svitare un paio di viti. La configurazione iniziale è forse penalizzata dal menu in inglese, ma grazie alle istruzioni è davvero semplice portarla a termine.

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