L’Indice di digitalizzazione dell’economia e della società (DESI 2020) fa emergere dati decisamente non incoraggianti per quanto riguarda il nostro Paese, soprattutto per quanto riguarda le competenze digitali. Bene invece la situazione 5G, che vede l’Italia piazzarsi sul podio europeo.

Prima di vedere qualche dato spieghiamo cos’è il DESI: si tratta di una relazione tramite cui la Commissione Europea monitora il progresso digitale degli Stati membri dell’Unione Europea. Viene redatta dal 2014 e comprende anche un capitolo di approfondimento dedicato alle telecomunicazioni per ciascun Paese.

Male le competenze digitali in Italia

Nell’Indice di digitalizzazione dell’economia e della società del 2020 (riferita ai dati 2019) l’Italia scende al 25esimo posto fra i 28 Stati membri dell’UE. Secondo la relazione sussistono significative carenze per quanto riguarda il capitale umano, con livelli di competenze digitali di base e avanzate molto bassi: questo si traduce in un modesto uso dei servizi online, con solo il 74% degli italiani che usa abitualmente Internet.

DESI 2020

L’Italia si colloca in buona posizione nell’offerta di servizi pubblici digitali (e-government), ma il loro uso da parte dei cittadini resta scarso. Discorso simile per le imprese, che presentano ritardi nell’utilizzo di tecnologie come il cloud, i big data e l’adozione dell’e-commerce.

Per quanto riguarda la connettività, l’Italia si piazza al 17esimo posto con un punteggio di 50 punti tondi: si tratta di un netto peggioramento di classifica rispetto allo scorso anno, dove il Paese era stato capace di salire dal 25esimo (2018) al 12esimo (2019). In particolare l’Italia soffre per la bassa diffusione della banda larga fissa (61% rispetto al 78% della media UE) e della banda larga fissa da almeno 100 Mbps (13% contro il 26%), anche se va alla grande per quanto riguarda il 5G (ma di questo parleremo più avanti).

Triste da dire, ma l’Italia si guadagna l’ultimo posto in Europa nel settore dedicato al capitale umano: in generale arriviamo a 32,5 punti, appena 0,5 in più dello scorso anno. Qui si va male su tutta la linea: 42% nel possesso di competenze di base (contro il 58% UE), 22% per quelle superiori alle base (contro il 33%), 45% in materia di competenze sui software (contro il 61%) e così via.

Altra nota dolente è il 26esimo posto per l’uso dei servizi Internet. In Italia il 17% non ha mai usato Internet (la media UE è del 9%) e si raggiungono percentuali ben sotto la media per l’uso di servizi bancari, shopping online, social network, notizie e non solo. Sopra la media (65 contro 60%) almeno nell’uso delle videochiamate.

Bene il progresso del 5G

L’Italia è in buona posizione almeno per quanto riguarda la preparazione al 5G, con l’assegnazione di tutte le bande pioniere e il lancio dei primi servizi commerciali. Nel settore “Preparazione al 5G” il nostro Paese si guadagna infatti il terzo posto in UE, con un bel 60% contro il 21% di media UE: il 94% dello spettro armonizzato a livello UE per la banda larga senza fili è stato assegnato e nel corso del 2019 alcuni operatori hanno già avviato la commercializzazione di offerte 5G.

Se volete saperne di più sui dati del rapporto DESI 2020 potete seguire questo link.

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