Negli ultimi anni gli SSD SATA sono passati lentamente in secondo piano a causa dell’avanzata degli NVMe sempre più veloci ed economici. Eppure continuano a essere una scelta molto diffusa, soprattutto per chi aggiorna PC datati o cerca soluzioni a basso costo. In questo contesto, quindi, le indiscrezioni che riguardano Samsung stanno facendo parecchio rumore nel settore.

Secondo quanto riportato da Tom, noto volto del canale YouTube Moore’s Law is Dead, Samsung si starebbe preparando ad uscire definitivamente dal mercato degli SSD SATA. Non si tratterebbe di un semplice ridimensionamento, anche se nel breve periodo la produzione potrebbe rallentare, ma di una vera e propria dismissione della produzione. Una mossa che, secondo le fonti, potrebbe avere un impatto negativo sul prezzo degli SSD in generale.

Perché la mossa di Samsung rischia di pesare sul mercato

La vera chiave di lettura di questa mossa, secondo Tom, non è stabilire se gli SSD SATA siano ormai superati dal punto di vista tecnologico, ma capire quanto pesino ancora nel mercato attuale. Ancora oggi, infatti, circa un quinto degli SSD più venduti su piattaforme come Amazon utilizza l’interfaccia SATA, soprattutto nella fascia più economica e come prima scelta dei consumatori per aggiornare sistemi già esistenti o più datati.

In questo contesto, Samsung rappresenta una quota tutt’altro che marginale e la sua rimozione dal mercato significherebbe ridurre in modo reale l’offerta complessiva degli SSD. Meno unità disponibili, anche se solo in una specifica categoria, possono tradursi in un rialzo dei prezzi non solo degli SSD SATA, ma anche di quelli NVMe. A rafforzare questo scenario si aggiunge anche Dave Eggleston, esperto dell’industria delle memorie, che ha indicato proprio gli SSD NAND come uno dei prossimi componenti PC destinati ad andare incontro a rincari non indifferenti.

La situazione è molto diversa da quanto visto di recente con Micron e il ridimensionamento del brand Crucial nel mercato delle RAM. In quel caso, la produzione di memorie DRAM continua comunque a fluire verso altri marchi, lasciando di fatto invariata la disponibilità, mentre l’uscita di Samsung dal mercato degli SSD SATA comporterebbe la scomparsa di un’intera linea di prodotti e non un semplice cambio di marchio.

Altro aspetto da tenere fortemente in considerazione è poi la possibile reazione del mercato. Se gli SSD SATA dovessero diventare più difficili da reperire, aziende e produttori potrebbero sentirsi costretti a fare scorte massicce per evitare di rimanere senza, alimentando ulteriormente la domanda e accelerando gli aumenti di prezzo nel breve termine.

Secondo gli esperti del settore, però, la situazione potrebbe ritornare in una fase di equilibrio già intorno al 2027, quando i produttori torneranno a puntare sull’hardware consumer, spinti da sistemi di intelligenza artificiali che funzionano in locale e console di nuova generazione che richiederanno SSD veloci e grandi quantità di memoria. Anche in questo scenario, però, sembra sempre più evidente la graduale scomparsa degli SSD SATA più economici, soprattutto a marchio Samsung.