La ricerca della vita oltre la Terra torna nuovamente al centro dell’attenzione grazie a una scoperta che arriva direttamente dall’archivio di dati della missione Cassini, missione congiunta tra NASA, ESA e ASI per studiare il pianeta Saturno, i suoi anelli e le sue lune ghiacciate. Gli scienziati dell’Agenzia Spaziale statunitense hanno individuato molecole organiche complesse nei pennacchi di ghiaccio di Encelado, un risultato che potrebbe rivelarsi decisivo per comprendere l’attività chimica (e forse biochimica) che avviene sotto la crosta gelata della luna; una scoperta che, come sempre, aggiunge tasselli cruciali a un quadro che negli ultimi anni si sta facendo via via più articolato.
Composti organici complessi rilevati dalla sonda Cassini su Encelado
Il team ha analizzato i granelli di ghiaccio raccolti durante un sorvolo ravvicinato del 2008, quando la sonda Cassini attraversò a circa 18 km/s un getto di particelle provenienti dall’oceano sotterraneo. Un passaggio estremo e rapidissimo durante il quale i granelli, più piccoli di un millesimo di millimetro, sono stati vaporizzati e ionizzati dal Cosmic Dust Analyzer, permettendo allo spettrometro di massa di ricostruirne la composizione.
Rispetto ai campioni prelevati in passato dall’anello E di Saturno, spesso alterati da anni di radiazioni cosmiche, questi nuovi frammenti risultano freschissimi, espulsi pochi minuti prima della misurazione: un vantaggio scientifico enorme, perché forniscono un’impronta chimica molto più fedele dell’oceano di Encelado.
Non a caso, l’analisi ha rivelato qualcosa che gli scienziati non avevano mai osservato prima: esteri alifatici e ciclici, eteri, composti con doppi legami e molecole che possono fungere da mattoni reattivi per una chimica organica complessa, prontamente disponibili nell’oceano sottostante (e non formati, come si ipotizzava, solo tramite esposizione allo spazio).
Sebbene non si tratti di una prova diretta di vita, la scoperta appare molto rilevante per l’astrobiologia; sulla Terra infatti, sorgenti idrotermali simili a quelle che si sospettano sui Encelado sono in grado di sostenere ecosistemi complessi che prosperano senza luce solare.
Il coautore Frank Postberg sottolinea come questi composti organici complessi e solubili fossero presenti direttamente nell’oceano lunare, un dettaglio non banale perché rende più plausibile l’esistenza di reazioni chimiche attive e potenzialmente legate a processi biologici.
Nozair Khawaja, autore principale dello studio, sintetizza bene l’impatto della scoperta: i nuovi composti risalgono a pochi minuti fa e provengono da materiale incontaminato, appena espulso dalle fessure del polo sud, un assaggio autentico dell’ambiente sotterraneo.
La missione Cassini, conclusa ormai da anni, continua dunque a rivelarsi una miniera di informazioni preziose; queste nuove analisi, pubblicate su Nature Astronomy e basate su dati del 2008, confermano che i pennacchi di Encelado nascondono una varietà chimica molto più ampia del previsto.
Gli scienziati sono riusciti a caratterizzare molecole finora sconosciute nei campioni del pennacchio, aggiungendo un livello fondamentale a ciò che sapevamo sulla chimica interna della luna. Gli elementi individuati, composti aromatici, esteri, eteri, molecole con doppi legami, oltre ai già noti composti contenenti azoto e ossigeno, rappresentano un set chimico particolarmente adatto a processi complessi, di grande interesse per la ricerca della vita nel Sistema Solare.
Come spesso accade quando si parla di Encelado, ogni nuova scoperta sembra avvicinarci un po’ di più alla comprensione della sua potenziale abitabilità, pur lasciando aperte molte domande fondamentali; gli utenti e la comunità scientifica dovranno pazientare ancora, per confermare o smentire la presenza di processi biologici serviranno nuove missioni dedicate, capaci di effettuare analisi in situ più avanzate.
Cassini non c’è più, ma il suo lascito continua a porre domande sempre più affascinanti, se il piccolo mondo ghiacciato di Saturno dovesse davvero rivelarsi un laboratorio naturale di chimica organica complessa, potremmo essere di fronte a uno dei luoghi più promettenti per la ricerca delle vita oltre la Terra.
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