L’innovazione di cui parliamo oggi prometteva di eliminare documenti e code, consentendo ai viaggiatori di passare dal check-in all’aereo mostrando solo il proprio volto ma, almeno per il momento, il face boarding si ferma in Italia. Dopo la sospensione già attiva a Roma Fiumicino ora tocca a Milano Linate, il Garante per la protezione dei dati personali ha imposto uno stop provvisorio al servizio, in attesa di concludere l’istruttoria avviata nei mesi scorsi.

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Cos’è, come funziona e perché è stato bloccato il face boarding

Introdotto in forma sperimentale tra il 2019 e il 2020 e poi esteso ai voli nazionali e a Copenhagen, il sistema permetteva di imbarcarsi senza esibire documenti, grazie a una registrazione volontaria dei propri dati biometrici valida per un anno. A Linate era attivo con Ita Airways e Scandinavian Airlines, mentre a Fiumicino (con il nome di You Board) era stato sospeso già a inizio 2024, in attesa di chiarimenti sulle norme europee.

L’idea era semplice, il passeggero, dopo aver caricato foto e dati, poteva superare controlli e gate mostrando solo il volto nelle telecamere, guadagnando tempo e velocizzando i flussi.

Secondo il provvedimento dell’11 settembre 2025, 24.550 viaggiatori avevano già utilizzato il servizio a Linate; il Garante ha però evidenziato un punto critico, i passeggeri non hanno un controllo attivo sui propri dati biometrici, che restano nella piena disponibilità del gestore aeroportuale.

In altre parole, nonostante le cautele dichiarate, mancano garanzie sufficienti sulla tutela e sulla gestione di informazioni così sensibili, da qui la limitazione provvisoria, valida per tutto il tempo necessario a completare l’istruttoria.

SEA, la società che gestisce gli scali milanesi, ha confermato la sospensione e ha ricordato di aver presentato il progetto al Garante sin dal 2019, mantenendo interlocuzioni costanti; l’azienda sottolinea che il servizio era destinato solo ai maggiorenni registrati e che l’obbiettivo era offrire un’esperienza più sicura, veloce e fluida, in line con gli standard di smart security diffusi in altri Paesi.

Il Garante italiano ha citato anche l’Opinion 11/2024 del Comitato Europeo per la protezione dei dati, un parere non vincolante ma ritenuto significativo per casi analoghi di trattamento biometrico.

Il dialogo tra SEA e l’autorità è aperto, la società sta collaborando per chiarire tutti gli aspetti relativi al trattamento dei dati e auspica di ripristinare il servizio al più presto, magari dopo aver introdotto sistemi di tutela più stringenti; per il momento i viaggiatori dovranno tornare ai metodi tradizionali, carta d’imbarco e documenti alla mano, almeno fino a quando non arriverà un verdetto definitivo.

Il provvedimento del Garante non chiude le porte al riconoscimento facciale negli aeroporti italiani, ma evidenzia i limiti normativi e le sfide della biometria; da un lato l’innovazione e la comodità, dall’altro la necessità di proteggere privacy e dati estremamente sensibili.