La sicurezza informatica non è più solo una questione di barriere da alzare, ma di collaborazioni strategiche con chi, quelle barriere, può metterle alla prova; Microsoft sembra averlo capito bene, l’azienda ha pubblicato i risultati aggiornati del proprio programma di bug bounty, annunciando non solo cifre da record, ma anche un’iniziativa senza precedenti: fino a 5 milioni di dollari in premi messi in palio per chi riuscirà a trovare falle nei suoi sistemi durante il prossimo Zero Day Quest, descritto come il più grande evento di hacking mai organizzato.
Una mossa che conferma, semmai ce ne fosse bisogno, quanto le big tech stiano facendo affidamento sulla ricerca esterna e indipendente per mantenere il passo con l’evoluzione delle minacce, soprattutto in un contesto sempre più dominato dall’intelligenza artificiale.
17 milioni di dollari distribuiti in un anno dal programma bug bounty di Microsoft
Nel periodo compreso tra luglio 2024 e giugno 2025 Microsoft ha distribuito ben 17 milioni di dollari a 344 ricercatori di sicurezza sparsi in 59 Paesi, i report ritenuti validi sono stati 1.469 (una media di quattro al giorno) e hanno consentito all’azienda di correggere oltre 1.000 vulnerabilità su un’ampia gamma di prodotti e servizi, da Azure a Microsoft 365, passando per Dynamics 365, Windows, Edge, Xbox, la Power Platform e ovviamente l’intero ecosistema Copilot.
Il compenso più alto riconosciuto a un singolo ricercatore è stato di 200.000 dollari, un incentivo decisamente concreto che testimonia quanto Microsoft sia disposta a investire per rafforzare i propri sistemi con l’aiuto della community hacker globale.
Come spesso accade però, i numeri raccontano solo una parte della storia, l’aspetto forse più interessante riguarda l’evoluzione qualitativa del programma: Microsoft ha infatti ampliato e aggiornato i criteri di partecipazione, includendo nuove categorie e tecnologie emergenti, in particolare legate al mondo dell’IA.
Tanto per fare qualche esempio, il programma relativo a Copilot ora comprende anche i servizi online tradizionali, mentre le piattaforme Dynamics 365 e Power Platform si sono arricchite con una nuova sezione interamente dedicata alle vulnerabilità basate sull’IA; non solo, sono stati introdotti premi specifici anche per exploit legati a .NET, ASP.NET Core e a classi di attacco come il denial of service remoto in ambiente Windows.
Microsoft ha inoltre esteso il perimetro d’azione del programma bug bounty ad altri comparti chiave del proprio portafoglio software, tra cui Microsoft Defender (con attenzione ai moduli for Identity, for Office e for Cloud Applications), il programma Identity (ora più ampio grazie all’inclusione di nuove API e domini) e le piattaforme cloud e i sistemi di autenticazione, in un’ottica di rafforzamento della difesa multi-livello.
Non meno significativa è la decisione di aumentare le ricompense per alcune categorie ritenute ad alta criticità, ad esempio Microsoft ora offre fino a 40.000 dollari per segnalazioni legate a vulnerabilità nei framework .NET o nelle applicazioni ASP.NET Core.
Ma il vero colpo di scena è rappresentato dall’annuncio della partecipazione di Microsoft allo Zero Day Quest, un’iniziativa che ambisce a diventare l’evento di hacking etico più importante mai organizzato; durante il contest, l’azienda metterà in palio fino a 5 milioni di dollari complessivi per i ricercatori che riusciranno a identificare vulnerabilità critiche nei propri sistemi.
L’evento, che coinvolgerà esperti di sicurezza, sviluppatori, università e istituzioni, rappresenta un passo ulteriore verso quella apertura proattiva che, soprattutto in ambito IA, sembra destinata a diventare lo standard; un modo per anticipare le minacce anziché limitarsi a subirle.
Se è vero che il programma si rivolge a professionisti della sicurezza, è altrettanto vero che gli effetti di queste iniziative ricadono direttamente anche sugli utenti finali, una vulnerabilità scoperta e corretta prima di essere sfruttata significa meno aggiornamenti di emergenza, meno rischi di attacchi zero-day, più affidabilità e stabilità per i servizi quotidiani.
Inoltre, con l’integrazione crescente di IA generative in ogni angolo dei prodotti Microsoft, la posta in gioco non è mai stata così alta, un bug in una funzione IA può trasformarsi rapidamente in un’escalation di privilegi, in accesso non autorizzato ai dati o peggio.
Microsoft continua a dimostrare che la sicurezza non è un processo statico, ma una strategia in continua evoluzione; in un’epoca in cui ogni software è potenzialmente esposto e ogni utente è parte dell’ecosistema cloud, fare squadra con la community dei white hat è forse l’unica risposta possibile per anticipare i rischi.
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