Dopo la sanzione da 500 milioni di euro inflitta dall’Unione Europea, Apple si vede costretta a ricalibrare, almeno in parte, il proprio approccio all’App Store nel Vecchio Continente; la mossa, che segna un ulteriore capitolo nello scontro tra Cupertino e Bruxelles, punta a dimostrare la volontà di conformarsi al Digital Markets Act (DMA), la normativa che mira a garantire maggiore concorrenza e libertà di scelta per utenti e sviluppatori.

Come sempre tuttavia, le modifiche annunciate non mancano di suscitare polemiche, tanto che già nelle prime ore diversi attori del settore, a partire dal CEO di Epic Games Tim Sweeney, hanno denunciato limiti e nuovi costi aggiuntivi che rischiano di vanificare i benefici per chi decide di distribuire app al di fuori dell’ecosistema Apple.

Vediamo più nel dettaglio quali sono i cambiamenti più rilevanti, e come potrebbero incidere sul panorama delle app iOS nell’Unione Europea.

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Apple introduce nuove tariffe a livelli per gli sviluppatori

La prima novità sostanziale è l’introduzione di un sistema a due livelli per la commissione dei Servizi Store, che determina quali funzionalità dell’App Store restano accessibili per gli sviluppatori:

  • Livello 1 -> prevede una commissione ridotta del 5% sugli acquisti in-app, tuttavia in cambio di questo costo inferiore gli sviluppatori potranno usufruire solo di un insieme di strumenti essenziali, tra cui recensioni delle app, etichette sulla privacy e l’accesso al Supporto Apple. Restano esclusi elementi chiave come gli aggiornamenti automatici e il download automatico delle app, che molti considerano ormai indispensabili per garantire una buona esperienza utente.
  • Livello 2 -> per avere accesso completo a tutte le funzionalità, comprese quelle attualmente disponibili di default, gli sviluppatori dovranno accettare una commissione del 13%; di fatto, le app saranno assegnate automaticamente al Livello 2, ma gli sviluppatori avranno la possibilità di effettuare il downgrade al Livello 1, rinunciando ai servizi avanzati.

Come sempre, Apple giustifica questa struttura a più livelli con l’intento di offrire maggiore flessibilità, ma c’è già chi la interpreta come un modo per mantenere comunque alto il costo di partecipazione all’ecosistema iOS, anche in presenza di store alternativi.

Oltre al sistema a livelli, Apple introdurrà una nuova voce di costo denominata Core Technology Commission, si tratta di una commissione del 5% applicata sugli acquisti esterni effettuati tramite app distribuite sull’App Store, che si aggiunge alla precedente Core Technology Fee.

Quest’ultima continuerà a esistere fino al 1° gennaio 2026 e prevede una tariffa di 0,50 euro per ciascun download annuale eccedente il milione di installazioni, nell’ambito delle cosiddette condizioni commerciali alternative; dal prossimo anno però, Apple passerà a quello che definisce un modello di business unico, sostituendo la Core Technology Fee con la nuova commissione del 5% su beni e servizi digitali venduti sia sull’App Store sia attraverso marketplace di terze parti. Un approccio che, secondo i critici, rischia di creare ulteriori ostacoli per le piattaforme alternative che il DMA intendeva agevolare.

Come molti di voi ricorderanno, la Commissione Europea ha inflitto la sanzione di 500 milioni di euro ad Apple lo scorso aprile, stabilendo che le cosiddette pratiche anti-steering (ovvero le restrizioni che impedivano agli sviluppatori di indirizzare i consumatori verso acquisti esterni) violavano le regole del DMA.

La Commissione ha inoltre comunicato le conclusioni preliminari di un’altra indagine relativa alla Core Technology Fee e ad altre limitazioni per gli app store alternativi, affermando che Apple non è riuscita a dimostrare che tali pratiche fossero necessarie e proporzionate.

Nonostante le pressioni e le multe (Apple dovrà pagare anche gli interessi sulla sanzione se non provvederà entro il prossimo mese), l’azienda non arretra del tutto, in una nota ufficiale ha infatti ribadito di non condividere la decisione della Commissione Europea e di voler presentare ricorso.

Come prevedibile l’annuncio non ha placato le tensioni, come già accennato il CEO di Epic Games ha subito evidenziato che il livello più economico introduce restrizioni significative che, di fatto, potrebbero scoraggiare gli sviluppatori a scegliere opzioni di distribuzione più convenienti.

La Commissione Europea dal canto suo valuterà le modifiche proposte da Apple prima di decidere se avviare ulteriori procedure di inadempienza e nuove sanzioni; non è dunque chiaro come evolverà la situazione nei prossimi mesi, ma appare evidente che la partita sul futuro dell’App Store nell’UE è tutt’altro che chiusa.

Bisognerà attendere per per capire se queste novità porteranno reali benefici in termini di concorrenza e trasparenza, mentre gli sviluppatori (grandi e piccoli) si troveranno a fare i conti con un quadro regolatorio e commerciale sempre più complesso e in continuo mutamento.

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