Anthropic continua a investire e sopratutto a innovare nel campo dell’intelligenza artificiale, e lo fa portando una novità estremamente interessante per chi sviluppa, o vorrebbe iniziare a farlo: la possibilità di creare, ospitare e condividere app direttamente all’interno del chatbot Claude.

Una funzione ancora in fase Beta, ma già perfettamente operativa per chiunque abbia accesso a uno dei piani disponibili, inclusa l’offerta Free; le potenzialità, come vedremo, sono decisamente degne di nota.

Offerta

DREAME H15 Mix 7-In-1

619€ invece di 899€
-31%

Claude di Anthropic permette di creare e condividere app

Tutto ruota attorno a un concetto molto semplice, almeno in apparenza, l’utente deve solo descrivere ciò che vuole creare e Claude scriverà il codice per lui; questo è il cuore della nuova funzionalità basata sugli Artifacts, introdotti da Anthropic nel 2024 e ora evoluti in qualcosa di molto più potente e interattivo.

Gli Artifacts erano già in grado di visualizzare in tempo reale i risultati delle ricerche testuali (come script, documenti o interfacce), ma ora possono diventare vere e proprie app che interagiscono con Claude stesso tramite una API interna, rendendo possibile la creazione e l’orchestrazione di applicazioni complesse direttamente nel chatbot, senza passare da ambienti esterni.

Le prime sperimentazioni degli utenti, come spesso accade in questi casi, sono state tanto varie quanto sorprendenti: giochi IA con PNG adattivi, strumenti didattici personalizzati, dashboard di analisi basate su CSV, assistenti alla scrittura tecnica, fino ad arrivare a flussi di lavoro composti da più prompt che si richiamano tra loro (una sorta di catena di agenti Claude coordinata via codice).

Ma la cosa forse più importante, per chi sviluppa o vuole iniziare a farlo, è che tutto avviene senza preoccuparsi dell’infrastruttura, niente chiavi API da gestire, nessun costo per l’uso da parte di terzi e condivisione immediata tramite link; quando qualcuno utilizza l’app creata da un utente, l’utilizzo dell’API viene conteggiato nel suo abbonamento, un dettaglio che potrebbe rendere questa funzionalità molto interessante anche per chi pensa a una distribuzione di massa.

Claude può anche fare debug del codice, migliorarlo e iterare in base ai suggerimenti dell’utente, trasformando il processo di sviluppo in un dialogo continuo tra essere umano e intelligenza artificiale; inoltre, chi ha dimestichezza con strumenti avanzati può utilizzare l’API Claude direttamente nei propri artefatti, elaborare file e realizzare interfacce complesse con React, visualizzare, clonare e modificare artefatti già esistenti.

Attualmente però ci sono alcune limitazioni tecniche da considerare, non è ancora possibile effettuare chiamate API esterne, manca un sistema di archiviazione persistente e il tutto è vincolato a un’API di completamento testuale; limiti che, comunque, sembrano più legati alla prudenza della fase Beta che a reali barriere strutturali.

Con questo aggiornamento Claude non è più solo un assistente conversazionale, ma diventa un ambiente di sviluppo completo, leggero, distribuito e (almeno in parte) gratuito, dove l’accessibilità viene prima della complessità tecnica. Un cambio di paradigma significativo, che potrebbe rappresentare una svolta soprattutto per chi ha idee da testare, ma non le competenze o le risorse per lanciare un’app da zero.

Gli utenti dovranno ovviamente fare i conti con i limiti imposti dalla Beta, ma è chiaro che Anthropic stia puntando su un modello molto più interattivo e personalizzabile rispetto alla concorrenza.

Se volete provare subito questa nuova funzionalità vi basterà entrare in Claude, anche col piano Free, abilitare la modalità interattiva e descrivere l’app che avete in mente, sarà l’intelligenza artificiale a scrivere il codice per voi.