Dallo scorso maggio il servizio SPID di Aruba, dal prossimo 28 luglio InfoCert, società controllata da Tinexta. Diventano così due i gestori di identità digitale che hanno deciso di introdurre delle modifiche contrattuali che rendono uno strumento finora gratuito come lo SPID a pagamento: quello di InfoCert costerà 5,98 euro all’anno dalla fine di luglio, stesso canone dello SPID di Aruba.
Lo SPID di InfoCert non sarà più gratis: cosa sapere
“Ti informiamo che, a partire dal 28 Luglio 2025, per continuare ad offrire un servizio in linea con le tue aspettative, le condizioni generali di servizio di InfoCert ID – SPID Personale subiranno delle modifiche. In particolare, il processo di rinnovo della tua identità digitale non sarà più automatico e gratuito“.
È l’incipit della email che InfoCert sta inviando ai suoi clienti per comunicare le modifiche contrattuali in questione sul proprio servizio SPID. Non sarà più gratuito e, dalla data indicata i clienti dovranno anche confermare il rinnovo accettando le modifiche contrattuali che, in sostanza, prevedono il pagamento di un canone annuale di 5,98 euro IVA inclusa tramite l’e-commerce di InfoCert.
Coloro i quali volessero recedere dal contratto possono inviare una PEC all’indirizzo revoca.spid@legalmail.it o inviare una raccomandata a.r. indirizzata a InfoCert S.p.A., – Direzione Generale e Amministrativa – Piazzale Flaminio 1/B 00196 Roma utilizzando il modulo di recesso scaricabile da qui.
Si tratta di un cambiamento che, come nel caso di Aruba, viene motivato dalle società come necessario per continuare a garantire il servizio SPID, servizio essenziale per il quale il governo ha riservato 40 milioni di euro per i fornitori che negli ultimi anni hanno lamentato la mancanza di risorse per gestire la relativa infrastruttura.
In occasione della firma del relativo decreto per assegnare tali fondi, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione, Alessio Butti, sottolineava: “abbiamo ascoltato e recepito le istanze dei gestori SPID, rimaste inascoltate per anni dai governi precedenti. Con questo decreto, riconosciamo il valore dello sforzo fatto dai privati per sviluppare e gestire un’infrastruttura essenziale per milioni di cittadini. Il nostro obiettivo è rafforzare il sistema di identità digitale in un’ottica di efficienza e interoperabilità, garantendo continuità e sostenibilità agli operatori del settore.” Tali fondi, tuttavia, non sono stati ancora erogati.
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