Nel mese di aprile, Apple è stata sanzionata con una multa di 500 milioni di euro da parte dell’Unione Europea per aver ostacolato (attraverso politiche anti-steering) la libertà degli sviluppatori nell’indicare metodi di pagamenti alternativi per le app distribuite tramite App Store.
Nelle ultime ore, il colosso di Cupertino ha ricevuto un invito ad allineare ciò che ancora non va bene ai sensi del DMA per scongiurare il pagamento della multa, suggerendo che le richieste dell’UE siano dannose per l’innovazione, per la concorrenza, per i loro prodotti e per gli utenti stessi.
Apple: altri 30 giorni da parte dell’UE per adeguarsi al DMA
30 giorni. È questo il lasso di tempo concesso dall’Unione Europea ad Apple per allineare le regole dell’App Store a quanto previsto dal Digital Markets Act (DMA) ed evitare la sanzione da 500 milioni di euro e altre eventuali sanzioni a cascata.
Nel caso in cui il colosso di Cupertino decidesse di non adeguare i termini e condizioni coinvolti, infatti, l’UE inizierà a imporre “sanzioni periodiche” ai sensi dell’articolo 31(1), lettera (h), del regolamento 2022/1925:
“Qualsiasi penalità di mora che dovesse essere definitivamente stabilita dovrebbe essere sufficiente a garantire la conformità di Apple a questa Sentenza e potrebbe tenere conto delle ingenti risorse finanziarie di Apple (si vedano i considerando (286) e (307) di questa Sentenza).”
“Qualora il destinatario della presente Sentenza non ottemperi all’Articolo 3 entro 60 giorni di calendario dalla data di notifica della presente Sentenza, incorrerà in penalità di mora periodiche non superiori al limite stabilito dall’Articolo 31, paragrafo 1, del Regolamento (UE) 2022/1925, a decorrere dalla data in cui è tenuto a porre effettivamente fine all’inadempienza ai sensi dell’Articolo 3, fino alla data in cui ottempera alla Decisione.”
Il focus della faccenda è, come anticipato in apertura, quello delle cosiddette pratiche anti-steering che impediscono agli sviluppatori di app di informare gli utenti sulla possibilità di pagare i loro servizi al di fuori dell’App Store (e di Apple Pay).
In base a quanto previsto dal DMA, Apple è considerata come un “gatekeeper” e, di conseguenza, deve consentire agli sviluppatori di informare gli utenti circa le opzioni di pagamento alternative e consentire loro di promuoverle senza problemi all’interno delle proprie app.
I nuovi termini “conformi al DMA” non sono in realtà ancora conformi
Secondo la nuova sentenza divulgata dall’UE, le modifiche apportate da Apple all’inizio del 2025 non sarebbero sufficienti e, addirittura, risulterebbero inadeguate (praticamente) su tutta la linea ai sensi del DMA.
Le nuove regole proposte da Apple consentono agli sviluppatori di includere un solo link “esterno” verso il proprio sito Web all’interno di un’app ma devono comunque sfruttare il “formato Apple”, mostrando una pagina di redirect prima dell’apertura effettiva del link; inoltre, gli sviluppatori non possono includere nelle pagine esterne dati pre-compilati. In questo modo, il colosso di Cupertino addebita una commissione del 27% su questa tipologia di acquisti, contro il 30% della commissione applicata agli acquisti in-app.
La Mela morsicata sostiene di aver fatto un lavoro sufficiente perché il DMA richiede di consentire agli sviluppatori di fare queste cose, non di agevolarle. L’UE, dal canto suo, sostiene che questa disparità di trattamento mini all’efficacia della legge stessa.
La risposta ufficiale di Apple
Un portavoce di Apple, interpellato dai colleghi di 9to5Mac, ha risposto alla sentenza pubblicata dall’Unione Europea, definendola come una decisione negativa per l’innovazione, per la concorrenza, per i “nostri prodotti” e per gli utenti:
“Nelle 70 pagine della decisione pubblicata oggi non c’è nulla che giustifichi le azioni mirate della Commissione Europea contro Apple, le quali minacciano la privacy e la sicurezza dei nostri utenti in Europa e ci costringono a cedere gratuitamente la nostra tecnologia. La loro decisione e la multa senza precedenti sono arrivate dopo che la Commissione ha continuamente cambiato le carte in tavola in merito alla conformità, e ha ripetutamente bloccato gli sforzi di mesi di Apple per implementare una nuova soluzione. La decisione è negativa per l’innovazione, negativa per la concorrenza, negativa per i nostri prodotti e negativa per gli utenti. Mentre presentiamo ricorso, continueremo a confrontarci con la Commissione per difendere gli interessi dei nostri clienti europei.”
Seguiranno sicuramente altri aggiornamenti, specie considerando i 30 giorni di tempo che il colosso di Cupertino ha a disposizione per adeguare il tutto ed evitare la multa promessa dall’Unione Europea.
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