Dopo mesi di speculazioni e attese più o meno fondate, OpenAI ha finalmente confermato lo sviluppo di GPT-5, il nuovo modello fondazionale che promette non solo di migliorare le prestazioni rispetto alle versioni attuali, ma anche di rivoluzionare il modo in cui gli utenti interagiscono con l’intelligenza artificiale.

L’annuncio è arrivato in via informale durante un AMA (Ask Me Anything) su Reddit grazie all’intervento di Jerry Tworek, vicepresidente dell’azienda, che ha offerto una panoramica sulle ambizioni del nuovo modello.

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GPT-5 sarà il nuovo modello unico di OpenAI

L’obbiettivo dichiarato di GPT-5 è tanto ambizioso quanto chiaro, unificare le capacità dei vari modelli esistenti in un’unica architettura integrata, riducendo così la necessità (ad oggi piuttosto frequente) di dover passare manualmente da un modello all’altro a seconda del compito da svolgere, che si tratti di generazione testuale, comprensione del codice, sintesi di informazioni, ragionamento logico e così via.

In altre parole, GPT-5 sarà un modello combinato, progettato per inglobare e potenziare quanto sviluppato fino ad oggi da OpenAI, semplificando l’esperienza d’uso sia per i professionisti che per gli utenti comuni; la frammentazione attuale, che vede la coesistenza di modelli con nomi molto simili, dovrebbe dunque lasciare spazio a un approccio più fluido e centralizzato.

Tra i miglioramenti possibili Tworek ha fatto riferimento anche a capacità avanzate di ragionamento, che andrebbero oltre la classica generazione o la ricerca testuale; si tratterebbe, se confermato, di un salto qualitativo significativo rispetto ai modelli precedenti, aprendo scenari inediti per l’utilizzo dell’IA in contesti complessi dove non basta scrivere bene, ma serve comprendere, analizzare e dedurre in modo strutturato.

Nel frattempo, OpenAI continua a investire risorse nello sviluppo di Codex, l’agente IA specializzato nel fornire supporto alla programmazione. Attualmente basato su o3, Codex-1 sta ricevendo aggiornamenti continui con l’obbiettivo dichiarato di diventare un vero e proprio collega virtuale per gli sviluppatori, in grado di svolgere compiti che oggi richiedono ore, se non giorni, di lavoro.

Una direzione questa, che conferma l’intento strategico di OpenAI, trasformare l’intelligenza artificiale in uno strumento collaborativo, capace di affiancare l’essere umano e non solo di rispondere ai suoi comandi.

La scelta di unificare i modelli in GPT-5 risponde anche all’esigenza, ormai evidente, di rendere l’ecosistema di OpenAI più accessibile e meno tecnico, soprattutto per quei settori in cui l’adozione dell’IA è ancora frenata dalla complessità degli strumenti o dalla poca chiarezza sulla loro applicazione pratica.

GPT-5 potrebbe dunque rappresentare la chiave di volta per una diffusione più capillare dell’intelligenza artificiale, spingendo ancora più utenti a sperimentarne le potenzialità in ambiti molto diversi, dalla produttività alla scrittura, dalla programmazione all’analisi dei dati.

OpenAI non ha ancora fornito una roadmap ufficiale, né una finestra temporale per il rilascio di GPT-5, ma il fatto che se ne parli pubblicamente lascia intendere che lo sviluppo sia già in fase avanzata; non è da escludere che nei prossimi mesi vengano avviati test su larga scala o che vengano rilasciate versioni intermedie per alcuni partner selezionati.

Nel frattempo, gli utenti dovranno accontentarsi delle versioni attuali che, nonostante i limiti, continuano a offrire risultati notevoli in molteplici scenari d’uso.

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