Anche il Messico dovrebbe avere nell’immediato futuro uno stabilimento di Tesla sul suo territorio. Ad affermarlo è una fonte di cui è praticamente impossibile dubitare, ovvero il presidente stesso del Paese nordamericano, Andrès Manuel Lopez Obrador. La promessa di farlo a Monterrey, vero e proprio polo industriale posizionato nella parte settentrionale del Paese, sarebbe arrivata da Elon Musk stesso, nel corso di due telefonate avvenuta negli ultimi giorni tra i due. In precedenza lo stesso presidente messicano aveva escluso tale ipotesi, in quanto la zona di Monterrey è posizionata nella regione del Nuevo Leon, che ha sofferto anche nel recente passato di problemi idrici di non poco conto. Problemi che, a quanto sembra dall’annuncio di Lopez Obrador sono evidentemente superati.

Tesla si appresta a sbarcare anche in Messico

Tesla si appresta a sbarcare in territorio messicano, precisamente a Monterrey. Uno sbarco che è stato reso possibile dalle assicurazioni fatte dal suo numero uno a Lopez Obrador proprio in relazione alla disponibilità di acqua. Si tratterà infatti di liquido riciclato, in modo tale da non andare ad impattare negativamente sulla situazione di una regione che soffre di gravi carenze in tal senso.

Il motivo che ha spinto l’uomo più ricco del mondo (una posizione appena recuperata ai danni di Bernard Arnault, dopo lo scivolone di due mesi fa) è da individuare proprio nel posizionamento ideale del sito produttivo da inaugurare. La città di Monterrey è infatti fortemente industrializzata e, soprattutto, vicina al confine con gli Stati Uniti. Proprio queste caratteristiche ne fanno di conseguenza una meta quasi obbligata per i piani di Tesla relativi al Messico.

Nel corso del 2022, però, l’intera regione ha sofferto di carenze idriche talmente gravi da lasciare a secco un gran numero di abitazioni private. Una situazione negativa la quale è stata quindi bypassata dalle assicurazioni di Elon Musk, lasciando di conseguenza deluse le mete alternative dislocate nella parte meridionale del Paese, le cui rappresentanze amministrative avevano a lungo cullato il sogno di poter avere un insediamento produttivo così importante, con i benefici che ne possono conseguire in termini di indotto. Sarà il Nuevo Leon a godere delle ricadute occupazionali e in termini di indotto garantite dal nuovo insediamento di Tesla.

Sarà la fabbrica di auto elettriche più grande al mondo

Il presidente messicano non ha rilasciato dichiarazioni per quanto concerne l’entità dell’investimento e quali autoveicoli saranno prodotti all’interno del nuovo sito produttivo, affermando che sarà la stessa società californiana a rilasciare i particolari del piano.

Quello che ha voluto assicurare è che sono comunque in gioco molti soldi e posti di lavoro. Lo ha però fatto in un secondo momento Martha Delgado, sottosegretario agli Esteri, in un video pubblicato su Twitter, precisando che l’investimento ammonterebbe a ben cinque miliardi di dollari, grazie ai quali il Paese avrà al suo interno la più grande fabbrica di veicoli elettrici esistente al mondo.

Argomenti quindi molto convincenti, che anche in Messico sono in grado di aprire molte porte, per ovvi motivi, in un momento in cui la situazione economica globale consiglia i governi a proteggere per quanto possibile i lavoratori locali.

Ad essere costruito nel nuovo stabilimento, almeno stando alle indiscrezioni che stanno circolando in queste ore, sarà comunque un modello a basso costo, il cui prezzo dovrebbe aggirarsi intorno ai 25mila dollari. Nel catalogo di Tesla questo nuovo veicolo sarebbe destinato a prendere il posto di Model 3, che rappresenta al momento la vettura meno costosa del brand californiano.

Occorre precisare che quello di costruire modelli in Messico è un modus operandi sempre più utilizzato dalle case automobilistiche anche statunitensi, che possono in tal modo approfittare di un costo della manodopera più basso rispetto a quello degli Stati Uniti e, di conseguenza, su margini di profitto più elevati.

Con questo stabilimento, Tesla porterà a tre gli insediamenti produttivi dislocati al di fuori del territorio nazionale. Gli altri due sono posizionati rispettivamente a Shangai, in Cina, e nell’hinterland di Berlino, in Germania.

Si va precisando la strategia produttiva di Tesla

Con il nuovo insediamento messicano, il piano produttivo di Tesla va assumendo connotati sempre più precisi. Anche questo sito, infatti, risponde soprattutto alla necessità di razionalizzare i costi per poter competere anche nel futuro su un mercato che si preannuncia estremamente competitivo.

Nel frattempo, l’azienda ha già lasciato intendere la volontà di approfittare dei generosi aiuti statali messi a disposizione dall’Inflation Reduction Act, il piano predisposto dall’amministrazione Biden al fine di attrarre società straniere negli Stati Uniti e mettere al riparo i lavoratori locali dalle possibili conseguenze di una congiuntura economica la quale potrebbe ulteriormente peggiorare nell’immediato futuro.

Il fatto di poter produrre auto elettriche a basso prezzo permetterà all’azienda di Elon Musk di poter conquistare anche la clientela che non si può permettere i modelli più costosi, per ovvi motivi. Farlo in Messico, ove il costo del lavoro è più basso, renderà i prodotti economici più competitivi rispetto a quelli dei produttori i quali non potranno far leva su questo fattore.

Inoltre, Tesla sta attivandosi con sempre maggiore forza per ridurre e rendere più sicuri gli approvvigionamenti di materie prime per il rifornimento delle proprie auto. In questa ottica va ricordato come il gruppo sia in trattative con Sigma Lithium, azienda brasiliana specializzata nella produzione di litio. Mentre proseguono i tentativi dell’Indonesia di avere anch’essa uno stabilimento Tesla sul proprio suolo, grazie alla presenza delle maggiori riserve mondiali di nichel.

L’intento è chiaramente quello di raggiungere una certa autonomia per quanto riguarda le materie prime necessarie per le batterie destinate alle auto elettriche. Grazie ad essa, il marchio californiano potrebbe raggiungere una posizione di grande forza da far valere nella vera e propria guerra commerciale che si sta per scatenare nel settore della mobilità green.

Leggi anche: Tesla richiama migliaia di auto per colpa della guida autonoma