Come noto, da qualche settimana Elon Musk è il nuovo proprietario del social network Twitter, comprato a fine Ottobre per 44 miliardi di dollari, all’insegna di una cifra che molti reputano eccessiva per il suo reale valore. Parte di tale ammontare è stato coperto con prestiti che, forniti da interlocutori esterni, costano al miliardario di origini sudafricane qualcosa come 1 miliardo di dollari all’anno solo di interessi.

Per il resto della cifra, Elon Musk ha fatto ricorso al proprio capitale che, immobilizzato in azioni Tesla, ha comportato per lui la vendita di parte della sua partecipazione nell’innovativa azienda motoristica di cui è CEO. Nelle scorse ore, a tal proposito, Musk ha depositato il modulo 4  presso la SEC (Securities and Exchange Commission), l’autorità che vigila sulla Borsa americana (una sorta di Consob nostrana), con il quale ha comunicato di aver venduto, in 3 giorni di contrattazione, 22 milioni di azioni TSLA che, secondo una quotazione per azione di  156/176 dollari, gli ha permesso di racimolare circa 3,6 miliardi di dollari.

A seguito di tale mossa, comunicata via tweet agli azionisti di Tesla con la motivazione che a lungo termine trarranno vantaggio dall’acquisto di Twitter, l’imprenditore ha visto calare a 442,41 milioni (per una stima di 74,59 miliardi di dollari) le azioni Tesla ancora in suo possesso.

Quella in questione, dal notevole impatto in Borsa (il titolo Tesla è sceso di una ventina di punti nel periodo della vendita, lasciando sul campo il 10% del suo valore), non è la prima vendita di azioni Tesla che Elon Musk attua, ma la quarta. La prima vendita avvenne a Dicembre, dopo un sondaggio twitteriano sull’opportunità di comparsi o meno Twitter: all’epoca il magnate affermò d’aver venduto abbastanza azioni per finanziare il progetto.

Poi, però, ad Agosto arrivò la vendita di azioni Tesla per 6,9 miliardi di dollari (anche qui con la promessa di non venderne altre), seguita dalla vendita, lo scorso Novembre, di 3,9 miliardi di dollari in azioni, con la motivazione, fornita ai dipendenti di Twitter, che ciò fosse stato necessario a salvare Twitter dalla bancarotta. Vendite dopo vendite, è notizia di questi giorni, Musk ha perso il trono di uomo più ricco del mondo, ora detenuto dal francese Bernard Arnault, CEO di dell’impero del lusso Luis Vuitton (LVMH).