Ebbene sì, ci siamo, siamo ad un punto di svolta per la scienza moderna, le indiscrezioni trapelate nella giornata di ieri si sono rivelate esatte: per la prima volta nella storia, grazie ad una reazione di fusione nucleare, è stata prodotta più energia di quella utilizzata per innescare la reazione. Un bilancio positivo dunque, che apre le porte ad un’incredibile varietà di applicazioni, non solo in campo energetico.

Chiunque sia appassionato di scienza non può non aver provato un brivido, una strana sensazione che raramente si prova, perché scoperte scientifiche di questo tipo non sono certo all’ordine del giorno, e non ci consentono di comprendere nemmeno lontanamente le potenzialità future di una scoperta di questo tipo.

Una scoperta scientifica senza precedenti, la svolta nella fusione nucleare

Chi tra voi ha seguito la diretta del Dipartimento per l’Energia americano (trovate il video in fondo all’articolo), avrà sicuramente notato l’entusiasmo che pervadeva tutti i presenti, chiunque abbia parlato era visibilmente e comprensibilmente emozionato, Jennifer Granholm segretaria al dipartimento americano per l’Energia ha così commentato:

Questo è un risultato storico per i ricercatori e lo staff della National Ignition Facility che hanno dedicato le loro carriere a vedere l’innesco per fusione diventare realtà, e questo punto di svolta sprigionerà altre scoperte.

Come sottolineato da Jill Hruby, sottosegretaria USA per la sicurezza nucleare, gli Stati Uniti hanno intrapreso “i primi passi verso una fonte di energia pulita che potrebbe rivoluzionare il mondo”. I primi passi appunto, perché come sottolinea Stefano Atzeni, esperto di fusione nucleare dell’Università La Sapienza di Roma, “ci vorrà almeno una trentina d’anni affinché la fusione nucleare passi dall’essere una tecnologia sperimentale a una realtà, con reattori in grado di alimentare le nostre città a emissioni zero”.

In concreto, il 5 dicembre presso il Lawrence Livermore National Laboratory, l’esperimento condotto ha prodotto intorno ai 3,15 megajoule di energia, rispetto ai 2,05 immessi dal laser stesso, una reazione dunque che ha prodotto più energia di quella utilizzata per realizzarla, ma è doveroso fare una precisazione. Nonostante la reazione in sé abbia realizzato il cosiddetto guadagno netto, il bilancio energetico complessivo non è ancora positivo, questo perché per alimentare i laser utilizzati nell’esperimento sono stati necessari 300 megajoule.

Questo è il motivo per cui, pur trattandosi di un traguardo di importanza storica, si parla solo di primi passi, ci vorrà del tempo prima che le nuove tecnologie derivate dalla scoperta siano largamente implementabili, ma da oggi il futuro del nostro pianeta appare un po’ più roseo.

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