Nonostante il recente impegno, è evidente a tutti, specie a chi viaggia da Roma in giù, che l’infrastruttura di ricarica è ancora oggi insufficiente. Le auto elettriche e gli altri veicoli a batteria prenderanno il sopravvento sui motori termici prima o poi, ma parliamo di uno scenario decisamente remoto.
Arriva per questo lo sprone dell’Unione Europea, sotto forma di bozza di revisione nota come “Fit for 55” e destinata agli Stati membri, specie ai meno virtuosi come il nostro visti i rapporti pubblicati. Il documento relativo parla chiaro: le auto dovrebbero avere la possibilità di ricaricarsi ogni 60 km, il che implica di conseguenza una diffusione capillare delle stazioni di ricarica, un miraggio ad oggi.
Un piano da realizzare entro il 2026 che riguarda le principali strade dell’UE
È chiaro, l’Unione Europea, non intende con ciò mettere obblighi o altro, e non è nemmeno così utopista da immaginarsi una colonnina di ricarica ogni 60 km su qualsiasi strada degli Stati membri. La proposta, perché di una semplice proposta si tratta d’altronde, benché l’aria di sprone non le manca, chiede invece che si installino con tale frequenza e distribuzione le stazioni di ricarica sulle principali strade europee.
La commissione per i trasporti e il turismo ha approvato il tutto in seguito a 36 voti favorevoli, 2 contrari e 6 astensione, un progetto che mira a stimolare la diffusione di stazioni di ricarica e di rifornimento alternative (oltre alle elettriche anche quelle a idrogeno) per auto, camion, treni e aerei.
Se per la ricarica delle elettriche il termine teorico per adeguarsi è stato fissato per il 2026, l’altra priorità trattata dall’UE riguarda la semplificazione del processo di ricarica, soprattutto di costi più accessibili e paragonabili fra i diversi operatori del mercato. Si parla ad esempio di un punto di accesso UE per i dati relativi ai carburanti alternativi, che fornisca informazioni utili sulla disponibilità, sui tempi di attesa e sui prezzi delle diverse stazioni di ricarica.
Il “Fit for 55” si sofferma poi anche sulla questione idrogeno. Dai 60 km minimi fra stazione e stazione elettrica qui si passa ai 100 km, e fra l’altro entro il 2028, sempre per quel che riguarda le strade principali dell’UE, non meglio specificate.
Insomma, l’Europa chiede ai governi nazionali di farsi su di maniche per incentivare la transizione energetica, ma bisogna per ora attendere l’approvazione di tale progetto prima di avere in mano un vero e proprio regolamento su cui basare i prossimi piani nel tema. In attesa di ulteriori aggiornamenti, potete approfondire la questione qui.
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