A qualcuno sembrerà l’ennesimo scherzo di Elon Musk, ma stavolta è tutto vero: l’uomo più ricco del mondo acquisterà Twitter al prezzo convenuto in prima battuta, ovvero 54,20 dollari per azione. Il CEO e fondatore di Tesla ha confermato la sua offerta in un deposito presso la Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti, in cui ribadisce l’intenzione di chiudere l’operazione nei termini che erano stati negoziati ad aprile, prima che Musk cambiasse idea. L’unica condizione posta è che sia chiusa la causa intentata contro di lui per costringerlo a procedere in tal senso.

Com’è ormai noto, il miliardario di origini sudafricane aveva all’epoca giustificato il suo passo indietro sostenendo che la maggior parte degli utenti di Twitter fosse in realtà costituita da bot, costringendo la controparte a citarlo in giudizio. La causa doveva sfociare nell’aula di tribunale il prossimo 17 ottobre, ma si spera che con l’acquisizione confermata non ci sarà bisogno di un simile epilogo.

A cosa è dovuto il ripensamento di Elon Musk su Twitter?

Naturalmente, superata la prima sorpresa più di un osservatore ha iniziato a chiedersi a cosa sia dovuto l’ennesimo sorprendente sviluppo della vicenda. La prima reazione da segnalare è quella di Eric Talley, professore di legge alla Columbia University, il quale non esita a dichiarare la sua sorpresa per il fatto che il prezzo dell’affare non abbia subito alcun ritocco verso il basso, ricordando al tempo stesso che nel caso in cui a Musk fosse stato ordinato di chiudere l’accordo dal tribunale, avrebbe dovuto pagare gli interessi, ovvero più dei 54,20 dollari convenuti nell’offerta originaria.

Occorre anche sottolineare come a mutare non di poco il quadro della questione era stata l’udienza preliminare della scorsa settimana, in cui la posizione di Elon Musk era uscita sensibilmente indebolita. Le società da lui assunte per dare fondamento alla tesi relativa i profili falsi del social media avevano infatti prodotto risultati al minimo contrastanti. Se una ha suggerito che l’11% degli utenti di Twitter è formata da bot (ma secondo Twitter il dato reale sarebbe inferiore al 5%), l’altra ha invece affermato la veridicità dei dati forniti dall’azienda.

Secondo molti commentatori, proprio quell’udienza preliminare ha dato nuovo vigore alla posizione di Twitter, spingendo di converso Musk e i suoi avvocati a un ripensamento, derivante anche dal fatto che nel corso degli ultimi mesi il CEO di Tesla ha continuato incautamente ad affidare messaggi al web, ad esempio servendosi di Signal. Comunicazioni le quali ora potrebbero essere utilizzate contro di lui in una eventuale causa.

Intanto, la voglia di comunicare di Elon Musk non sembra essersi inaridita, tutt’altro. In un suo tweet ha anzi voluto spiegare come l’acquisizione del social media non rappresenti altro che una tappa verso X, da lui definita come “l’applicazione per tutto”. Non si tratta di una lettera a caso, se si considera come nel mese di agosto rispondendo ad un utente che gli chiedeva se intendesse farsi un social tutto suo il miliardario aveva evocato proprio X come sbocco finale dell’operazione intrapresa. Secondo alcuni si tratterebbe di una piattaforma omnicomprensiva sul modello di WeChat, in grado quindi di mixare l’aspetto social con messaggistica, pagamenti e tutto ciò che può essere utile agli utenti.

Cosa potrebbe accadere ora

Twitter non ha risposto immediatamente a una richiesta di commento, dopo gli ultimi sviluppi, ma ha provveduto a rilasciare il seguente tweet: “Twitter issued this statement about today’s news: We received the letter from the Musk parties which they have filed with the SEC. The intention of the Company is to close the transaction at $54.20 per share.” Tutto chiaro? Non proprio, considerata la portata dell’operazione e la tendenza alle sorprese del protagonista principale.

Lo stesso Talley afferma che sembra al momento improbabile che l’azienda decida di mettere in pausa il contenzioso avviato. Anzi, sembra più probabile che prenda atto della mutevolezza delle posizioni della controparte e decida di tutelarsi al massimo, ad esempio chiedendo che Musk depositi l’intero ammontare del prezzo di acquisto concordato inizialmente a garanzia. Nel caso in cui la controparte cambiasse di nuovo opinione, Twitter potrebbe a quel punto appropriarsi dell’importo depositato.

Anche Ann Lipton, professore di diritto commerciale alla Tulane University, sembra propendere per una prosecuzione della vertenza legale, affermando che potrebbero profilarsi all’orizzonte nuove schermaglie legali. Proprio il fatto che ora Musk intenda acquistare Twitter al prezzo iniziale suggerisce però un notevole indebolimento della sua posizione, in tribunale. A margine della vicenda occorre anche ricordare che il finanziamento per l’accordo originale giungerà a scadenza il prossimo mese di aprile. Un altro dato da tenere in conto in una vicenda sempre più sorprendente.

Intanto torna a crescere il prezzo di Dogecoin

Gli sviluppi della vicenda stanno avendo forti ricadute sui mercati. Se Twitter vede la sua quotazione crescere nell’ordine del 18% nelle ore immediatamente successive alla pubblicazione della notizia, è da rilevare come anche Dogecoin stia salendo con notevole forza.

Il motivo di questa crescita è da ricondurre al piano che era stato originariamente pensato da Elon Musk, in base al quale questi aveva pensato ad uno spostamento del social media su blockchain in modo tale da procedere all’eliminazione dei bot incriminati, facendo al contempo pagare 0,1 DOGE per ogni tweet effettuato. Svelato da Reddit, il piano è stato giudicato irrealizzabile, ma resta il forte legame tra l’uomo più ricco del mondo e il più famoso dei meme coin a favorire la crescita del prezzo di quest’ultimo ogni volta che Musk propone qualcosa di rilevante. Un dato di fatto che è praticamente impossibile da ignorare per gli investitori.

Ultim’ora: gli sviluppi della vertenza

Come avevamo rilevato in precedenza, la mossa di Elon Musk più che risolvere il contenzioso sembra averlo ulteriormente complicato. Gli avvocati del social media hanno infatti chiesto al giudice di non prendere sul serio le affermazioni del miliardario, mentre quelli del secondo hanno dal canto loro affermato che il vero problema è rappresentato proprio da Twitter, che non ha alcuna intenzione di dare il sospirato consenso.

Una situazione talmente intricata da aver infine spinto Kathleen St. Jude McCormick a sospendere il processo sino al 28 ottobre, ovvero la data in cui gli avvocati di Elon Musk si attendevano di concludere l’operazione di acquisizione. Nella lettera in cui ha spiegato la sua decisione, il giudice ha anche aggiunto: “Se la transazione non si conclude entro le 17:00 del 28 ottobre 2022, le parti sono invitate a contattarmi via e-mail quella sera per ottenere le date del processo di novembre 2022”. Non resta quindi che attendere il 28 ottobre per capire se siamo in presenza dell’ennesima puntata di una vera e propria saga o se la stessa si avvii alla sua conclusione.

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