A che punto siamo con l’adozione delle criptovalute in Italia? A rispondere al quesito è uno studio condotto di recente, commissionato dalla società di gestione specializzata in Etf WisdomTree e condotto lungo il territorio peninsulare da Opinium. Il sondaggio fornisce un quadro abbastanza rassicurante su molti aspetti, a partire dall’interesse delle nuove generazioni nei confronti dell’innovazione digitale.

Ammonterebbe infatti al 90% il dato relativo alla familiarità della parte più dinamica della popolazione con gli asset virtuali. Familiarità la quale, al contempo, non spinge a comportamenti imprudenti. Soltanto il 17% del campione esaminato ha infatti affermato di essere stato spinto ad investire da un influencer o dall’invito di un personaggio famoso. Si tratta in effetti di un dato rassicurante, considerato come sin troppo spesso i consumatori si fidino di questi pareri per restare regolarmente delusi, o peggio ancora truffati.

Il sondaggio di Optimum su criptovalute e giovani italiani

Le recenti vicissitudini del settore crypto, con una serie di crolli i quali hanno letteralmente polverizzato risorse per miliardi di euro, non sembra aver scoraggiato eccessivamente gli under 30 del nostro Paese. Lo dimostra l’aumento del numero di essi che hanno deciso di adottare Bitcoin e token alternativi all’interno del proprio portafogli d’investimento. Ammonta infatti al 23% il dato relativo a questa particolare fascia di popolazione che compra e detiene denaro virtuale, preferendolo magari ad altri investimenti più tradizionali.

Il dato si eleva in maniera sensibile, toccando l’86%, per quanto riguarda il numero di under 30 italiani che dichiarano di avere una certa familiarità con Bitcoin e criptovalute in genere, mentre si attesta al 20% quello di chi afferma di conoscerle molto bene. Occorre anche sottolineare come il grado di conoscenza non sia limitato al denaro digitale tradizionale. Il 68% degli intervistati, infatti, ha dichiarato di essere a conoscenza dei cosiddetti token non fungibili (NFT), che pure sono stati varati soltanto nel 2018 per poi diventare sempre più popolari tra coloro che sono alla ricerca di occasioni per far fruttare il proprio denaro.

Da un punto di vista della pura e semplice consapevolezza sull’esistenza di prodotti al alto tasso di innovazione, sembra quindi che i giovani italiani mostrino la giusta curiosità verso un fenomeno il quale fa comunque parlare di sé ormai da un decennio e che sembra destinato ad aumentare la propria diffusione nell’immediato futuro, soprattutto nel settore dei pagamenti virtuali.

Criptovalute: bando al pessimismo

Un altro dato di rilievo uscito dal sondaggio è poi quello relativo al grado di ottimismo su un eventuale recupero di BTC e Altcoin dopo i ripetuti crac degli ultimi mesi, i quali hanno dato vita ad un crypto winter sempre più pronunciato e preoccupante. Un ottimismo il quale tiene conto del resto del fatto che la ciclicità dei mercati può sfociare in momenti prolungati di crisi, dai quali le aziende più forti possono però trarre spunto per una ulteriore crescita.

Un ottimismo, rileva lo studio, il quale è dimostrato dai risultati relativi al grado di fiducia per quanto riguarda il rimbalzo delle criptovalute. Se dai massimi toccati nello scorso mese di novembre si è in questo momento lontanissimi, gli under 30 del Belpaese non sembrano essere eccessivamente spaventati dallo stato critico del mercato crypto. Anzi, ammonta addirittura al 47% il numero dei giovani italiani che affermano di avere maggior fiducia oggi nelle criptovalute rispetto alla fine del 2021.

Un dato il quale sembra rispecchiare la consapevolezza con cui il campione intervistato guarda all’innovazione finanziaria. Se il 36% di esso afferma di aver fatto la sua scelta in favore delle criptovalute credendo in una prossima affermazione della finanza alternativa, il 33% non nasconde il fatto di essersi deciso in tal senso soltanto una volta appurata la tensione degli sviluppatori verso progetti sempre più ecosostenibili. Com’è noto, infatti, uno dei rimproveri mossi al mining crypto è proprio quello di apportare danni ad un ambiente sempre più stressato.

Infine il tema della regolamentazione, che sembra sempre più cruciale in un momento in cui si cumulano i danni derivanti dalle condotte improprie delle aziende implicate nel settore. Il dato relativo alla necessità di varare leggi sempre più stringenti in modo da togliere terreno sotto i piedi a truffatori e aziende sin troppo disinvolte è infatti pari al 61%. Considerati gli alti lai emessi dai sostenitori delle criptovalute anche nel caso relativo alla possibilità che le stablecoin vengano proibite a livello europeo, si tratta in effetti di un dato abbastanza sorprendente. Anzi, possiamo dire che rafforza ulteriormente l’impressione di una certa consapevolezza da parte dei più giovani sul fatto che lasciare fare al mercato non rappresenta assolutamente una buona scelta, in settore contraddistinto da un elevato grado di rischio.

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