Nella giornata di oggi, 28 luglio 2022, Google ha riaperto il delicato argomento “Privacy Sandbox per il Web” e ha parlato anche delle nuove tempistiche di riferimento per l’abbandono dei cookie di terze parti da parte del browser Google Chrome.

A dirla tutta, il punto della situazione fatto da Big G attraverso le parole di Anthony Chavez, VP di Privacy Sandbox, contiene sia buone che cattive notizie: se da una parte, dopo gli annunci dei mesi addietro, i test sulle nuove tecnologie stanno procedendo spediti e prossimamente entreranno in una nuova importante fase, di contro le tempistiche che erano state dichiarate non potranno essere rispettate: illo tempore si era parlato di un abbandono dei cookie di terze parti entro il 2023, tuttavia ora si apprende che ciò non sarà possibile e che, anzi, la nuova deadline è stata spostata di un anno, a fine 2024.

Google Chrome: nuova timeline di Privacy Sandbox

Google descrive sinteticamente Privacy Sandbox come “una collaborazione con l’ecosistema pubblicitario volta allo sviluppo di alternative ai cookie di terze parti e altre forme di monitoraggio tra i siti, per una migliore protezione della privacy”, ricordando i passi compiuti nei mesi precedenti con il rilascio di versioni di prova per alcune nuove API di Privacy Sandbox su Chrome, messe così a disposizione degli sviluppatori.

Dal lavoro a stretto contatto (attraverso forum come W3C) con publisher, professionisti del marketing, sviluppatori e autorità di regolamentazione — è stato utilmente ricordato l’accordo con l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato del Regno Unito (CMA) sulle modalità di sviluppo e rilascio di Privacy Sandbox su Chrome a livello globale — è emersa la necessità più tempo per valutare e testare le nuove tecnologie di Privacy Sandbox, prima di staccare la spina ai cookie di terze parti. Ebbene, Google non può fare a meno di prestare ascolto a questa richiesta dei suoi interlocutori, poiché si inserisce nel solco degli impegni assunti di fronte alla CMA.

In ragione di ciò, come detto, è stata operata una revisione delle tempistiche di riferimento per i test e per l’adozione generalizzata delle tecnologie sostitutive su Google Chrome:

  • da agosto 2022, dunque tra pochi giorni, si entrerà in una fase di test più ampia (“le API di prova di Privacy Sandbox verranno messe a disposizione di milioni di utenti in tutto il mondo”), dopodiché il percorso si dipanerà gradualmente nei prossimi mesi e nel corso del 2023. Questa fase servirà a Google per raccogliere altri feedback e per adattare conseguentemente i propri piani.
  • La previsione di Google è che le API di Privacy Sandbox saranno disponibili per tutti gli utenti di Chrome entro il terzo trimestre del 2023.
  • Di pari passo con l’adozione delle nuove tecnologie da parte di un crescente numero di sviluppatori, durante la seconda metà del 2024 inizierà la disabilitazione dei cookie di terze parti su Chrome per impostazione predefinita.

Per informazioni più approfondite sull’intera questione e sull’evoluzione della timeline, potete visitare il sito ufficiale di Privacy Sandbox a questo link.

Google Chrome nuova timeline Privacy Sandbox

Commenti delle società partner

A margine dell’annuncio delle nuove tempistiche di adozione delle tecnologie sostitutive e di abbandono dei cookie di terze parti, sono arrivati i commenti ufficiali di società che stanno collaborando con Google.

Masanaga Konishi, Head of Product Strategy della divisione Display Advertising di Yahoo! JAPAN, ha dichiarato:

«L’obiettivo di Yahoo! JAPAN è creare un ecosistema pubblicitario basato sulla protezione della privacy degli utenti. Dopo aver partecipato ai test iniziali, crediamo che le tecnologie di Privacy Sandbox siano un modo promettente per raggiungere questo risultato. Siamo consapevoli del fatto che è necessario ampliare le tempistiche e ci auguriamo che, in questo modo, più partner abbiano la possibilità di partecipare ai test di Privacy Sandbox per migliorarne ulteriormente le tecnologie».

Sundeep Parsa, Vicepresidente della divisione Digital Experience di Adobe, ha commentato:

«In Adobe crediamo che la strada giusta sia rappresentata da una strategia basata sui dati proprietari – in cui cioè il brand fa leva su dati condivisi con un chiaro consenso per costruire rapporti di fiducia con i consumatori. Adottare una strategia basata sui dati proprietari è complesso e comprendiamo l’impegno di Google volto a fornire alternative che proteggono sia i consumatori che la continuità delle attività di business. Durante questa transizione, Adobe continuerà a impegnarsi per fornire ai propri clienti soluzioni che proteggano i dati dei consumatori, continuando allo stesso tempo a generare valore in un ambiente in evoluzione».

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